Nellie Bly è stata la prima giornalista a dedicarsi al giornalismo investigativo e a lei si deve quello che è oggi conosciuto come giornalismo sotto copertura. Il suo nome è inoltre legato ad un avvenimento alquanto singolare: un giro del mondo da record – completato in soli 72 giorni – sulle orme di Phileas Fogg, il famoso protagonista del romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in 80 giorni.

Nellie Bly nacque in Pennsylvania nel 1864 con il nome di Elizabeth Jane Cochran. Era la figlia di un giudice e uomo d’affari, il quale morì prematuramente quando lei aveva solo sei anni lasciando la famiglia (la moglie più quindici figli in totale) in situazioni economiche molto precarie.

A causa delle difficoltà economiche, Elizabeth fu costretta ad abbandonare gli studi e a cercarsi un lavoro. Si trasferì a Pittsburgh per cercare di diventare insegnante ma, si scoprì ben presto, il giornalismo era la sua vera vocazione.

L’occasione che le permise di avvicinarsi a questo mondo fu un articolo dal titolo What Girls Are Good For (A cosa servono le ragazze) pubblicato sul Pittsburgh Dispatch. L’articolo in questione, scritto da Erasmus Wilson (uno dei più famosi editoralisti della città), sosteneva che il posto che spettava alle donne era unicamente la casa: il loro compito e la loro intera esistenza consistevano nel cucinare e nell’allevare i figli. Di conseguenza, quelle che lavoravano erano indegne e venivano considerate delle mostruosità, quasi fossero degli esseri contro natura.

Come c’era da immaginarselo arrivarono molte lettere di protesta al direttore del giornale, George Madden, e – tra queste – una in particolare colse la sua attenzione: era firmata Little Orphan Girl ed egli fu impressionato dalla forza e dall’intelligenza dell’autore di quella lettera.

Convinto che, in realtà, si trattasse di un uomo, Madden pubblicò un annuncio sul Pittsburgh Dispatch promettendo a costui un lavoro nella redazione.

Ma a presentarsi fu una donna: la ventunenne Elizabeth Jane Cochran che, di lì a poco, avrebbe assunto lo pseudonimo di Nellie Bly, in quanto era sconveniente per una donna essere una giornalista.

Nei suoi articoli per il Pittsburgh Dispatch, Nellie si interessò soprattutto a rendere note le condizioni disumane delle lavoratrici nelle fabbriche. Denunciò anche la pratica del lavoro minorile, l’abbassamento dei salari e la mancanza di sicurezza e igiene sul luogo di lavoro.

Nel 1886 si trasferì in Messico in veste di corrispondente estera. Lì scrisse articoli riguardo le condizioni sociali in cui versava il Paese sotto il potere di Porfirio Díaz. Quando il governo messicano scoprì ciò che lei stava facendo, la espulse dal territorio e fu costretta a tornare in patria.

Nel 1887 lascia la cittadina di Pittsburgh alla volta di New York: è lì che Nellie sarà consacrata come la pioniera del giornalismo investigativo.

Viene assunta nella redazione del New York World, uno dei più importanti quotidiani della città. Il direttore, Joseph Pulitzer, la invitò a scrivere degli istituti psichiatrici, in particolare delle condizioni del reparto femminile del New York City Mental Health Hospital. Nellie, per avere accesso diretto al reparto, decise di fare qualcosa che nessuno aveva mai tentato prima. Si finse pazza, mentalmente disturbata e riuscì a farsi internare per una decina di giorni all’interno del manicomio femminile.

Dieci giorni furono sufficienti per avere una testimonianza diretta delle condizioni a dir poco terribili in cui venivano curate le pazienti.

Nella serie di articoli pubblicati sul New York World, poi raccolti in un volume dal titolo Ten Days in a Mad-House (Dieci giorni in Manicomio), Nellie racconta degli abusi e delle violenze che le donne dovevano subire, della scarsità del cibo e dell’igiene.

E, cosa ancora più scandalosa Nellie denunciò che la maggior parte delle degenti non era affetta da alcuna patologia psichiatrica. Queste donne venivano gettate via come spazzatura dalla società e dalla famiglia stessa e rinchiuse.

I medici che mi condannano per quello che ho fatto dovrebbero provare a prendere una donna in perfetta salute, a rinchiuderla e lasciarla seduta dalle sei del mattino alle otto di sera su panche di legno, senza permetterle di parlare o muoversi durante queste ore, senza darle qualcosa da leggere e senza dirle nulla del mondo di fuori, a darle pessimo cibo e un trattamento rude. Dovrebbero fare tutto questo e vedere quanto ci vuole per vederla diventare pazza. Io dico che due mesi così la renderebbero un relitto umano.

L’inchiesta causò un enorme scalpore. Nel giro di poco tempo vennero aumentate le sovvenzioni per migliorare le condizioni delle pazienti e ciò portò alla riforma degli istituti di cura mentale di New York.

Era nato il giornalismo in incognito e Nellie divenne un modello di riferimento per tutti coloro interessati alla carriera da giornalista.

La sua grande forza e temerarietà hanno ispirato il personaggio di Lana Winters (Sarah Paulson) nella seconda stagione della serie American Horror Story: Asylum. Lana è infatti una giornalista investigativa che decide di infiltrarsi in un manicomio dove è rinchiuso un pericoloso serial killer per scrivere il suo articolo.

Ma la caparbietà di Nellie non si ferma qui.

Nel 1889, dopo aver letto Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, decise di provare a realizzare anche lei l’impresa descritta nel romanzo.

Viaggiò su navi, treni e persino sul dorso di un asino. Dopo settantadue giorni, sei ore, undici minuti e quattordici secondi Nellie Bly rimise piede a New York. La sua fama aveva ormai raggiunto il suo apogeo.

Pochi anni dopo, nel 1895, decise di lasciare la carriera da giornalista e si sposò con il milionario Robert Seaman. Tuttavia, dopo la morte del marito avvenuta nel 1904, Nellie – gravata dai debiti – ritornò al giornalismo.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, divenne la prima corrispondente di guerra donna inviando reportage dai confini russo e serbo.

Terminata la guerra continuò a scrivere e a mobilitarsi per le vedove, gli orfani e le suffragette. Nellie dedicò la sua intera esistenza ad abbattere muri e ingiustizie sociali fino alla sua morte avvenuta a soli 57 anni nel 1922.

Fonte

Nellie Bly (enciclopedia delle donne)