Le suffragette erano coloro che appartenevano a un movimento di emancipazione femminile che, nel 1800 circa, lottava per i diritti delle donne e per il loro diritto di voto.
Chi sono le suffragette? Andiamo indietro di qualche anno. Più recisamente nel 1789, in Francia durante la rivoluzione, dove la parola égalité dilagava dappertutto; qui iniziarono a farsi avanti i primi movimenti femministi.
In quel periodo, Olympe de Gouges lottava per i diritti delle donne. E nel 1791 scrisse la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”, venne ghigliottinata durante la rivoluzione.
Contemporaneamente a ciò che avveniva in Francia, anche nel Regno Unito si protestava e venivano pubblicati dei libri a sostegno dei diritti delle donne. Nel 1792 iniziarono a formarsi i primi circoli femminili. E successivamente grazie alla legge del 1835, la Corporation Act, riuscirono a ottenere il diritto di votare nelle elezioni locali, ma non in quelle nazionali.
Il movimento delle suffragette nacque ufficialmente nel 1869 nel Regno Unito.
Questo movimento nazionale aveva come obiettivo quello del suffragio femminile; ed è proprio da questa data che possiamo parlare di suffragette. Nel 1897 nacque la Società Nazionale per il suffragio femminile guidata da Millicent Fawcett che cercò di convincere anche gli uomini a partecipare alla società. Ma ebbe scarso successo. I progressi purtroppo furono pochi fino al 1903. I movimenti delle suffragette ripresero vigore sotto la guida di Emmeline Pankhurst, che fondò l’Unione sociale e politica delle donne.
Le suffragette diffondevano le proprie idee con comizi, scritte sui muri e cartelloni riportanti la scritta “Votes for women”, manifestazioni che venivano di volta in volta bloccati delle forze dell’ordine.
Diciamo che da quel momento in poi le loro manifestazioni furono piuttosto violente: le donne si incatenavano alle ringhiere, incendiarono le cassette postali, distrussero le vetrine dei negozi. Gli scontri con la polizia divennero sempre più duri. Quando venivano arrestate iniziavano lo sciopero della fame, e le guardie le costringevano in modo brutale a un’alimentazione forzata. Fu a questo punto che anche la popolazione maschile iniziò ad indignarsi per il trattamento che veniva dedicato a coloro che non chiedevano nient’altro che uguaglianza.
Sarebbe un errore infatti pensare che l’unico obiettivo del movimento delle suffragette fosse solo il diritto di voto. Loro in realtà si battevano per i diritti delle donne, per avere finalmente uguaglianza politica, economica e civile; per avere uguali trattamenti, poter avere accesso agli impieghi che fino a quel momento erano consentiti solo agli uomini e poter essere economicamente indipendenti dal marito.
Fu finalmente durante la prima guerra mondiale che iniziò a vedersi qualche risultato.
Con gli uomini al fronte, le donne iniziarono a occuparsi anche di alcuni ruoli maschili. Così il ruolo e la capacità della donna furono rivalutati. La guerra creò una spaccatura all’interno del movimento delle suffragette. Ci fu chi volle sospendere le operazioni per via della guerra e chi invece volle continuare la lotta. Nonostante le divisioni, le donne ebbero i risultati sperati. Nel 1918 il Regno Unito approvò la proposta del diritto di voto per le donne, mogli dei capifamiglia, aventi più di 30 anni di età. Nel 1928 il diritto di voto venne esteso a tutte le donne.
Il movimento delle suffragette e dei diritti delle donne si sviluppò anche negli altri Paesi.
In Nuova Zelanda il suffragio universale venne introdotto nel 1863; in Germania nel 1919; mentre la Francia concesse il diritto nel 1945. Negli Stati Uniti le donne riuscirono ad ottenere il suffragio universale nel 1920.
Per quanto riguarda l’Italia, la situazione fu rallentata dall’unificazione avvenuta nel 1861. Nei primi anni del Novecento vennero creati dei nuclei a cui aderirono anche donne dell’alta borghesia e cattoliche e socialiste, come Giuditta Brambilla e Anna Kuliscioff. Nel 1919 le donne ottennero l’emancipazione giuridica; anche papa Benedetto XV si proclamò a favore dei loro diritti.
Il 1 febbraio 1945 venne approvato il decreto legge Alcide De Gasperi-Togliatti che prevedeva il diritto di voto a tutti gli italiani, quindi anche le donne, che avevano compiuto i 21 anni di età.
Le donne italiane votarono per la prima volta nella primavera del 1946 per le elezioni amministrative e, successivamente, nel referendum del 2 giugno per la scelta tra la monarchia e la repubblica.
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