In un periodo ricco di immagini bellissime come quelle che regala il telescopio James Webb è d’obbligo ricordare una donna straordinaria che ha rivoluzionato l’astronomia. È grazie alle ricerche di Henrietta Swan Leavitt che è stato possibile calcolare la distanza tra le stelle.

A volte nascono quelle persone speciali che sono destinate a cambiare per sempre la Storia. Di qualunque ambito si parli, ci sarà sempre quel qualcuno a cui si accende la lampadina e che stravolgerà le carte in tavola. Alcune di queste persone diventano famose per le loro scoperte, altre passano inosservate. Eppure, senza di loro la vita per come la conosciamo oggi potrebbe essere molto diversa. E’ il caso di Henrietta Swan Leavitt che, grazie alle sue osservazioni, diede un importantissimo contributo all’astronomia.

Henrietta Swan Leavitt

Nata nel 1868 a Lancaster, Massachussetts, Henrietta ebbe la sfortuna di nascere in un periodo in cui alle donne non era concesso molto. Ebbe però la possibilità di studiare e, dopo il diploma, frequentò l’Oberlin College in Ohio, il primo college aperto alle donne.

Henrietta avrebbe voluto continuare gli studi, ad Harvard, ma la prestigiosa università era preclusa alle donne. Si accontentò quindi dell’Harvard Annex (quello che oggi è il Radcliffe College) ed è qui che seguì i suoi primi corsi di astronomia.

Questa materia la affascinò e, nonostante la possibilità di laurearsi proprio in astronomia, la mancanza di possibilità lavorative la fece desistere. Alle donne, infatti, non era permesso usare telescopi o condurre ricerche.

La calcolatrice

L’Harvard College Observatory, guidato da Edward Pickering, aveva comunque aperto le sue porte ad alcune donne estremamente competenti. Le assumeva in qualità di computer, calcolatrici. Le impiegate non potevano svolgere ricerche o usare telescopi ma dovevano catalogare l’enorme quantità di dati che i colleghi maschi le sottoponevano.

Henrietta aveva un bel cervello e riuscì a farsi assumere. Le venne assegnata la catalogazione di alcuni spettri stellari e, successivamente, le venne affidato l’incarico di catalogare le stelle variabili, ovvero quelle stelle la cui magnitudine apparente (luminosità rilevabile dalla Terra) cambia nel tempo.

La particolarità di questa donna straordinaria era che non svolgeva il suo lavoro in maniera meccanica, ma studiava con attenzione i dati che le fornivano in cerca di qualche relazione.

Nel 1908 Henrietta si accorse che alcune stelle sembrano avere una certa regolarità. Si rese conto, infatti, che esisteva una correlazione tra la magnitudine apparente delle stelle e il periodo di pulsazione delle stesse. Maggiore è la luminosità della stella e più lento sarà il ciclo delle pulsazioni.

Le osservazioni vennero confermate nel 1912 e pubblicate, sotto la firma del direttore Pickering, sul Harvard Colleg Observatory Circulars. Pickering commentò la pubblicazione specificando semplicemente che le note erano state preparate dalla signorina Leavitt.

La scoperta

La scoperta di Henrietta Swan Leavitt è quel qualcosa di straordinario che ha impattato fortemente la storia dell’astronomia. Grazie alle sue osservazioni, infatti, è diventato possibile calcolare, con una discreta approssimazione, la distanza tra le stelle.

Fu merito di Henrietta, che capì la relazione tra luminosità e dimensioni delle stelle se, nel 1923, Edwin Hubble fece una delle scoperte più rivoluzionarie del tempo. Fino ad allora si pensava, infatti, che l’ammasso di stelle di Andromeda appartenesse alla Via Lattea. Hubble scoprì che invece si trattava di un’altra galassia.

Purtroppo, Henrietta morì pochi anni prima di questa straordinaria scoperta a causa di un cancro. Morì anche prima di prendersi il merito per i suoi. Il suo nome, infatti, figurava tra i papabili candidati per il premio Nobel per la Fisica.

Ciò che resta di lei, e che è importante ricordare, è la forza e la caparbietà con cui lei, come tante altre, riuscì a infilarsi in un mondo di soli uomini e a dimostrare loro che anche le donne erano in grado di cambiare il mondo.