Eleonora Riccio è una stilista versatile, creativa e impegnata. Conosciamola insieme nel nuovo appuntamento con le nostre #womeninbusiness

Eleonora Riccio ha classe, eleganza e stile che riversa con amore per la natura e i suoi elementi anche nelle sue creazioni di raffinata stilista. Ha da poso ricevuto la nomina come Presidente CNA Federmoda di Roma e ne abbiamo approfittato per incontrarla e scambiare quattro chiacchiere con lei.

Eleonora, intanto congratulazioni per la tua recente e prestigiosa nomina! Raccontacene.

Cinzia, grazie per le congratulazioni. In effetti sì, qualche mese fa sono stata nominata Presidente CNA Federmoda di Roma e sono molto orgogliosa di questo ruolo. La CNA è la Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. E conta oltre 620.000 associati che danno lavoro a oltre 1,2 milioni di persone. Nella Capitale rappresenta la più grande associazione imprenditoriale, con quasi 20.000 imprese associate. CNA Federmoda raggruppa i settori del tessile, abbigliamento, calzature, pellicceria, sartoria e attività connesse tutelando e rappresentando le imprese artigiane e PMI del comparto moda italiano, sia produttrici in conto proprio che subfornitrici.

Ad oggi la CNA è molto attiva e sono sempre più le persone e gli imprenditori, che desiderano associarsi non solo per essere rappresentanti nei tavoli di confronto con i decisori pubblici. Ma anche per far parte di una comunità che ha interessi in comune: lo sviluppo, la competitività, il matching tra imprese. Oltre a ciò, la CNA di Roma sostiene le imprese nella loro attività quotidiana con tutta una gamma di servizi calibrati per le PMI.

Una vasta offerta formativa, tutoraggio aziendale, creazione d’impresa, supporto e ampliamento dell’attività, gestione della contabilità ed elaborazione accurata delle buste paga, consulenze professionali, agevolazione al credito, tutela e assistenza relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro, problematiche contrattuali e legali, supporto nella partecipazione a bandi e concorsi per favorire lo sviluppo e crescita, aiuto nei processi di export, favorire il Made in Italy e i giovani talenti e loro obiettivi di lavoro e di impresa. Si organizzano seminari e convegni ad hoc per rafforzare il tessuto produttivo e tante altre attività che aiutano le piccole imprese a fare rete e creare connessioni tra aziende associate ed incentivare la creatività, l’operosità e il lavoro. 

Si è appena concluso il concorso CNA Federmoda Nazionale per i giovani designer del futuro presso lo Stadio di Domiziano a Roma, ed è in corso l’organizzazione della terza edizione del contest CNA Roma Young Talents, rivolto a tutti i giovani designer (sia di abiti che di accessori) di Roma, che in soli due anni è riuscito ad emergere nel panorama degli eventi della moda della Capitale. 

Siamo inoltre molto attenti al tema della sostenibilità nel mondo delle MPMI in generale e sono molte le iniziative che realizziamo su tale tematica. Per quel che riguarda la moda in particolare abbiamo recentemente realizzato un bel report in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, nel quale abbiamo evidenziato i vantaggi dell’applicazione di un modello sostenibile per le piccole imprese della moda e del design. E stiamo avviando un progetto che vede un percorso di formazione e consulenza relative alle tematiche del green e dell’ economia circolare specificatamente dedicato a chi vuole o sta per aprire un’ impresa (abbiamo un ufficio dedicato proprio alle start-up): se parti bene sei già a metà dell’opera!

Come Presidente CNA Federmoda di Roma, il mio intento è e sarà quello di favorire ed incentivare il Made in Italy, l’artigianato e le maestranze locali, l’internazionalizzazione, ideando e realizzando progetti per la nostra meravigliosa città che merita di poter tornare a brillare e che possa vantare e mostrare con orgoglio le proprie figure professionali di eccellenza e che faccia emergere i nostri meravigliosi talenti.

Fai un tipo di moda sostenibile ed ecologica. Qual è stata la tua più grande soddisfazione finora?

Ho aperto il mio marchio circa cinque anni fa. E devo dire che sono stata un precursore dei tempi. E che forse ancora oggi è difficile trovare uno stilista che coniughi agricoltura, moda, sostenibilità, artigianato, made in Italy, tessuti organici e biologici aventi certificazioni, lusso e Haute Couture creando progetti a favore del territorio. Come quello sviluppato presso la Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile di Rieti, dove per quasi tre anni abbiamo coltivato la pianta Isatis Tinctoria insieme all’agronomo Alberto Lelli. Tingendo più di 60 mt di tessuto con cui ho realizzato splendidi abiti per una collezione ispirata a Piero della Francesca.

Il core business del mio progetto, è quello come si sà di lavorare con le piante, frutta e verdura che mi consentono di ricavare colore per i miei tessuti, ma è la modalità e lo storytelling del processo di estrazione che rende davvero i miei capi magici e poetici. 

Quando una cliente arriva nel mio atelier e vede una blusa, un pantalone tinti in nuance meravigliose e uniche sul mercato, scopre che ogni pezzo in collezione ha una sua storia. E per quelli creati presso la Riserva dei Laghi. Dove è stato fatto un vero e proprio documentario che dimostra la semina della pianta, alla sua crescita, all’estrazione del pigmento, non c’è prezzo! Non sono belli, in essi c’è tutto il valore e l’unicità di un lavoro, del sudore degli operatori che mi hanno aiutato lungo il progetto che ha sfidato il covid.

E che ha visto entusiasmare me, la Riserva, l’agronomo ed esperto tintore Alberto Lelli, le scuole locali, bambini e famiglie che hanno partecipato alle giornate di tintura, delle accademie di moda e dei loro ragazzi che hanno scritto delle tesi di laurea su questo lavoro e sul guado-Isatis Tinctoria e delle TV locali e dei servizi che la Rai ha più volte sviluppato.

Durante il covid pensavo che questo progetto non sarebbe andato avanti. Invece durante il periodo più nero, la Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile mi inviò le prime immagini delle piantine che stavano crescendo. Ed è stato come vedere una luce infondo ad un tunnel. Qualcosa di meraviglioso stava avvenendo in un momento così triste. E mi ha fatto pensare alla forza della natura, alla vita rigeneratrice, alla luce e alla speranza. 

Quello che abbiamo poi realizzato è stato davvero bellissimo, ma non è stata l’unica grande soddisfazione, anzi! Tra le cose che mi hanno inorgoglita è l’essere stata scelta per un docufilm sulle “20 Donne che sfidano il Mondo, andato in onda su TV2000”. I tanti articoli e partecipazioni in TV e l’aver partecipato con successo al Red Carpet Film Festival di Venezia per due anni consecutivi. In corso comunque ci sono tanti progetti, tante altre creazioni. Eventi a cui partecipare e ambisco ad organizzare in una bella ed importante location di Roma, una mostra-sfilata sul mio lavoro.

Quali sono per te le tendenze per l’estate ormai cominciata e l’autunno prossimo?

Nelle ultime collezioni dei tanti stilisti ho visto che la natura fa da padrone, le stampe, i colori, i tessuti sempre più naturali e green, un mix tra tecnologia e tradizione. Ma per quanto riguarda le tendenze non sono una stilista che si allinea secondo ciò che andrà di moda nella stagione successiva. Ovviamente partecipando a fiere di settore dove campiono tessuti e accessori per realizzare i miei modelli, ho un chiaro e netto impatto su quelle che saranno le tendenze del futuro. Adoro per esempio seguire anche lo studio Edelkoort con base a Parigi nato dalla mente geniale di Lidewij Edelkoort la più famosa trend forecaster del mondo, conosciuta a Firenze quando lavoravo per la Salvatore Ferragamo.

Molte Maison del settore, infatti, lavorano con famosi trend setter per stabilire ciò che andrà di moda e di tendenza sul mercato e  questi lavorano almeno due anni in anticipo. Probabilmente se non avessi fatto la stilista, avrei amato lavorare in un ufficio come quello della Edelkoort. Girare il mondo alla ricerca di novità e di stimoli da suggerire alle grandi aziende di moda e del design. 

Ancora oggi ricordo con piacere le riunioni in cui gli uffici stile della Ferragamo erano invitati a seguire la Trend Union della Edelkoort. E i suoi book di tendenza, vederli era entusiasmante, un mix tra arte, moda, design, tradizione, modernità… Ovviamente erano e sono tutt’oggi un suggerimento per i creativi, ma decisamente poi quello che avviene nella mente di un creativo è pura magia.

Cosa andrà comunque di moda nel 2023/2024? Sembra che ci si sia stufati del solito bianco-nero e allora sì al colore in particolare al giallo, al rosso, al cioccolato nelle sue svariate nuance, le linee saranno androgine perché ormai si parla solo di gender fluid tanto amato dalla Gucci e dall’ex direttore artistico Alessandro Michele. Parola d’ordine è osare, mischiare stili, forme e colori. 

Sei laureata con il massimo dei voti in moda e hai una passione per la botanica. Come hai fatto a trovare il punto di incontro tra due settori all’apparenza molto lontani tra loro?

Mi sono laureata con una tesi sulla storia del colore in arte e nella moda. Analizzando gli usi e costumi antichi e il valore simbolico e psicologico del colore dai primordi fino ad oggi. Una tesi sviluppata con la Docente Alessandra Ponente presso l’Accademia di Costume di Moda di Roma, che ringrazio ancora oggi per avermi aperto la testa. Partecipare alle sue lezioni, non era solo conoscere le vite e le opere di un artista, ma un vero viaggio nel suo profondo sentire.

Una volta proiettando l’immagine di un quadro sul muro bianco della nostra aula ci chiese di vedere l’opera e di disegnarla per come l’avevamo percepita. Spesso vi erano parallelismi con filosofi e letterati contemporanei all’artista per spiegarci in modo più coinvolgente il periodo storico, ciò che accadeva in quel tempo. E questo ti permetteva di immergerti dentro l’opera e di capire il perchè, il come e la rivoluzione dell’artista che l’aveva partorita.

Ecco questo modo è esattamente come dovrebbe essere spiegata l’arte ai ragazzi. Alessandra Ponente ci ha letteralmente acceso le menti. Ed è durante le sue lezioni che ho cominciato a incuriosirmi al colore. Entità metafisica, che diviene materia, ed è l’elemento che caratterizza spesso il sentire dell’artista. Per comprendere il colore oltre ai vari testi di Michel Pastoureau, che ho divorato, consiglio “Lo spirituale nell’arte” di Vasilij Vasil’evič Kandinskij. Un testo che è alla base del mio lavoro.

Negli anni accademici quindi e con la mia tesi sono diventata un’esperta del colore, della sua storia e del suo percorso lungo l’asse del tempo. Ed è stato meraviglioso capire come da minerali, piante e insetti l’essere umano si sia evoluto ed abbia trasformato il costume e la moda.

Dopo quindi diverse ed importanti esperienze come designer per diverse aziende, ho deciso di aprire il mio marchio e di mettere a servizio queste conoscenze per me e per le mie clienti, ho cominciato a sperimentare l’estrazione del colore in particolare dalle piante, frutta e verdura con il materiale di scarto proveniente da aziende agricole e il risultato è stato stupefacente!

Da quel momento non mi sono più fermata.

Eleonora, progetti per il futuro?

Sono da poco entrata in contatto con una comunità indigena del nord-ovest dell’Argentina di nome Warmi Pura di cui la referente Liliana Pastrana. Ci ha messo in contatto l’Università di Firenze che sta portando avanti con l’Università di Moron un progetto scientifico di ricerca su alcune piante locali da cui le donne Warmi Pura estraggono da tempi ancestrali colore per le loro vesti e per le lane. Al momento queste donne si stanno occupando della colorazione di alcuni miei foulard, che ho intenzione di dare in vendita per incentivare il loro lavoro e sostentamento. E l’8 settembre grazie al docente Edgardo Giordani Unifi presenteremo il progetto e i primi manufatti.

Tra i vari e importanti progetti, inoltre, i contatti con Vip e persone dello spettacolo per possibili eventi. Red carpet, un documentario, una sfilata da presentare. Non ci si ferma un secondo. Ma quando si vive il proprio lavoro con amore e passione le ore scorrono via e si tende solo a voler fare di più e fare meglio.

Spero quindi di continuare il mio percorso, di crescere come azienda e magari chissà un giorno cominciare a farmi conoscere anche all’estero. 

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