
Il cardinale Robert Francis Prevost è stato eletto ieri come papa Leone XIV, conosciamo insieme il 267mo papa della Chiesa cattolica, nel tentativo di capire come sarà il suo pontificato.
Leone XIV. Prima di tutto una domanda: perché parlare di un papa su un magazine come il nostro? La risposta è semplice, perché è una figura importante, un punto di riferimento per tante cattoliche ma non solo per loro. Il papa è un leader spirituale, che influenza le vite di molte di noi, per varie ragioni.
Robert Francis Prevost è nato a Chicago, nell’Illinois, il 14 settembre 1955 da Louis Marius Prevost, di origini francesi e italiane, e Mildred Martínez, di origini spagnole. Ha due fratelli, Louis Martín e John Joseph.
È stato missionario in Perù, dove ha lavorato per più di dieci anni nella formazione dei religiosi agostiniani e nell’amministrazione della giustizia nella Chiesa locale. È diventato poi priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino e nel 2015 è stato nominato da papa Francesco vescovo di Chiclayo, Perù.
Nel 2023 diventa prefetto del Dicastero per i Vescovi, occupandosi della nomina dei vescovi nel mondo, e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, che segue i rapporti tra il Vaticano e la Chiesa cattolica nei Paesi latinoamericani.
Ieri, 8 maggio 2025 è stato eletto papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma al quarto scrutinio del conclave, assumendo il nome di Leone XIV, in continuità con le riforme sociali e culturali promosse da papa Leone XIII durante il suo pontificato.

Chi era Leone XIII?
Fu un pontefice fermamente convinto che la Chiesa dovesse svolgere l’attività pastorale in campo sociopolitico. Lo chiamarono il «papa dei lavoratori» o il «papa sociale» per la prima enciclica esplicitamente sociale nella storia della Chiesa cattolica, la Rerum Novarum, che rappresentò una svolta e formulò i fondamenti della moderna dottrina sociale della Chiesa.
“La pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, che ci ama tutti incondizionatamente”.
Papa Leone XIV
La Pace e le donne.
Nella sua prima benedizione Urbi et Orbi dopo l’elezione, il filo conduttore è un augurio incondizionato per la pace nel mondo. Era visibilmente commosso, e questo lo ha reso fin da subito più vicino a chi, come me, era in piazza con il naso in aria ad aspettare le sue prime parole. Ha parlato in un italiano perfetto, ma anche in spagnolo. Sappiamo che è poliglotta e che oltre all’italiano, il francese e lo spagnolo, parla anche il latino. Ed è inoltre significativo che la prima preghiera che chiede ai fedeli di recitare assieme a lui non sia il Padre Nostro, ma l’Ave Maria.
Il nuovo papa è infatti un agostiniano. La devozione a Maria e la dedizione agli studi sono tra le caratteristiche degli Agostiniani. L’ordine che si rifà a sant’Agostino fu fondato nel tredicesimo secolo. Filosofia e teologia ma soprattutto l’attività missionaria rappresentano la loro eredità culturale.
Il motto di Papa Leone XIV è In Illo unum uno (nell’unico Cristo siamo uno), e riprende le parole di Sant’Agostino nel commento al Salmo 127. Uniti nella diversità.
Altrettanto significativo che sia il primo papa nordamericano, che sia il primo papa agostiniano, ma soprattutto che sia promotore di pace e “costruttore” di ponti attraverso il dialogo. E noi questi ponti ci auspichiamo che riguardino i poveri, gli ultimi e anche le donne. Papa Francesco aveva mosso dei passi importanti sui ruoli femminili nella chiesa. Un papa che si affida a Maria forse può farci sperare che per noi le porte sia aprano ancora di più.
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