La storia vera, seppur romanzata, di Vikings, narra del grande Ragnar, nel IX secolo tra la Scandinavia e le isole Britanniche. Serie ricca di fatti storici incredibili e battaglie, la cui attenzione, però, è soprattutto rivolta all’indomita Lagertha.

Lagertha (interpretata dalla bravissima Katheryn Winnick) è la prima moglie di Ragnar, madre devota di due figli, contadina, è destinata a soffrire per il desiderio di avere ancora figli sapendo, a causa di una profezia, che non sarebbe mai più riuscita a portare a termine una gravidanza.

Ciò crea in lei un dolore incolmabile, reso ancor più acuto dalla morte di sua figlia Gyda, avvenimento che la porta a riflettere su ciò che lei è veramente dentro di sé: una grande guerriera.

Lagertha non si piegherà, non accetterà di dividere suo marito con la donna di cui lui s’innamora e che gli darà altri figli; lo lascerà con il corpo, seppur con lo spirito sarà sempre nel suo cuore, essendo il loro un amore destinato a continuare dopo la morte…

E così va via e, seppur la vita abbia in serbo per lei avventure e nuovi amori sbagliati, non si perde mai d’animo, insegna a donne forti come lei a usare lo scudo e la spada formando così altre guerriere come lei che combattono come delle vere amazzoni senza paura della morte, vincendo molte battaglie e aiutando chi, come Ragnar, ha bisogno di loro.

Lagertha è un personaggio che in un secolo come quello dei Vichinghi “stona” meravigliosamente, poiché le donne di certo non erano trattate con nessun rispetto.

Erano ridicolizzate, usate, picchiate e spesso uccise, non erano amate ma trattate come una proprietà. Non lei che, invece, ha ispirato molte altre ragazze e donne del suo popolo a essere fiere e coraggiose, a pretendere il rispetto dovuto, a prendere decisioni e anche a comandare un esercito di soldati, diventando lei stessa un esempio di solidarietà, fedeltà, rispetto, amore e misericordia verso il prossimo.

Lagertha è sicuramente uno dei personaggi femminili meglio raccontati e riusciti, perché anche se non il principale nella storia dà invece l’idea che sia proprio così, che sia lei il fulcro di tutto dall’inizio alla fine.