Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino – serie tv è da poco approdata sulla piattaforma di Amazon Prime e ripercorre la storia vera di Christiane F. ma lasciando anche ampio spazio ai suoi amici.

Christiane, Stella, Babsi, Benno, Axel e Michi, abilmente interpretati dagli attori scelti che li hanno rappresentati, li avevamo già conosciuti nel libro pubblicato nel 1978 Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino e successivamente nel film del 1981 che, come il libro, non aveva fatto sconti rappresentando una verità agghiacciante sul mondo della droga che ha colpito Christiane e il suo gruppo di amici.

La nuova serie è composta da una stagione di otto episodi e ricrea le atmosfere della fine degli anni settanta. Si concentra però su ognuno dei ragazzi, ne racconta ogni più piccolo aspetto, seppur con qualche differenza come il momento del concerto di Bowie, oppure sullo sfondo sì crudo ma adattato anche a un pubblico più sensibile.

Dopo aver visto la serie ho voluto leggere le varie opinioni del pubblico via web e, perlopiù, sono molto simili e d’accordo tra loro: ovvero, la serie è troppo distante sia dal libro che dal film, troppo addolcita, poco vicina alla realtà della droga che era ed è fatta di sporcizia, mancanza di igiene, deleteria nel corpo e nella mente.

Io non sono molto d’accordo, invece, e vado un po’ controcorrente.

Come prima dicevo, è vero che questa nuova rivisitazione è stata alleggerita nei contenuti visivi, gli ambienti circostanti fanno storcere il naso ma non sconvolgono l’anima, però questo non ha nulla a che fare con i sentimenti espressi da Christiane e dal suo gruppo di amici; ragazzi che dentro di loro hanno un grande cuore, sono così colmi d’amore dentro di loro, amore che non hanno mai imparato a esprimere perché alle loro spalle hanno adulti che, invece di amarli, accudirli, capirli, vivono per loro stessi nel più totale e completo egoismo.

Tutto ciò è percepibile nella serie, tanto percepibile da insegnare alle nuove generazioni che la droga li distruggerebbe ancora di più, che la prostituzione, che una vita nella delinquenza li annienterebbe ancora di più, ma che la forza della vera, pura e sincera amicizia è ciò che li farebbe sentire di nuovo amati e vivi.

Io consiglio la visione di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, sia del film che della serie, ma consiglio anche la lettura del libro per capire che non ci sono differenze quando è la droga a insinuarsi nella vita delle persone e che è importante chiedere aiuto e conforto quando si pensa di non potercela fare.