Si è appena conclusa la PFW dove sono state presentate le collezioni per la primavera estate 2024. Un susseguirsi di sfilate e street wear a cui ispirarsi per aggiornare il nostro guardaroba.

Una Fashion Week di effetto per Courreges (e il suo stile sensuale in bianco e nero), Undercover (con i suoi bellissimi giardini sotto forma di vestiti), Rabanne (che lancerà la collezione in collaborazione con H&M il prossimo novembre), Schiaparelli (che ha inserito il denim e le sneakers in sfilata), Mugler (ispirato all’Haute Couture di fine anni ’90 indossato da modelle e celebrities iconiche in passerella), YProject con i suoi. volumi e tanti altri.

C’è stata anche delusione in un brand che sta perdendo sempre più il suo glamour originale: avete visto la sfilata di Chanel per questa Fashion Week?

È stata definita “una fresca eleganza alla francese” ma nella realtà dei fatti è sembrato di vedere la libertà dello stile Zara con il marchio Chanel e le flip flop brandizzate. Virginie Viard, ha mostrato collezioni altalenanti sin dalla scomparsa di Karl Lagerfeld, mostrando un’inversione di rotta verso un target moderno, attratto dalla visibilità del logo soprattutto a livello estetico.

Sia ben chiaro che il mio non è un commento negativo nei confronti di Zara, un brand low cost tra i primi 10 a livello internazionale, che ha rivoluzionato il mercato della moda. Grazie a Zara abbiamo l’opportunità di una moda trendy a un prezzo contenuto che abbraccia un ampio target di riferimento. È nella normalità vedere look Zara combinato con accessori di lusso a sottolineare una scelta di vestire con personalità piuttosto che in base a quello che veste il gruppo a cui appartenere per uno status quo apparente.

Mi è piaciuta però la street style di Chanel, a parte Ines de la Fressange che ha dimostrato come lo stile possa cambiare e non sempre in meglio! Bellissimi look con dettagli particolari per diverse giovani celebrieties del brand.

Abbiamo visto l’ultima sfilata di Sarah Burton per McQueen con le sue creazioni audaci e la commozione della platea.

Sean McGirr, ex di JW Anderson sarà il nuovo direttore creativo. Una sfilata dedicata ad Alexander McQueen che ha sempre sottolineato il potere delle donne: i vestiti sono ispirati all’anatomia femminile, alla Regina Elisabetta I, alla figura della Abakanowicz, un’artista innovativa e trasgressiva e le rose. Corpetti strutturati vincenti sia in versione lucida che in maglia con i fiori a rilievo, cappotti over strepitosi e l’iconico vestito rosso con la gigantesca rosa.

Valentino e la sua femminilità nel day to wear ha sottolineato la superiorità del brand.

Una femminilità di una donna sicura di sé ed elegante. Ancora una volta il denim è presente con motivi particolari per rendere innovativi i look da giorno. La sartorialità delle camicie bianche, uniche su tutte, le stampe rinascimentali, i cut out appena accennati con tonalità della pelle per rendere i look glamour. Le maglie e gli spolverini con la tecnica di Altorilievo sono tra i mei favoriti.

Stella McCartney, pioniera della sostenibilità ha allestito un mercatino biologico.

In strada con collezioni di vestiti vintage, dischi in vinile e ingredienti utilizzati per comporre i suoi tessuti, tutto in vendita a scopo di beneficienza in cui ha fatto sfilare la sua collezione leggera e contemporanea. Ho apprezzato le linee morbide, colorate alternate a top strutturati da indossare con i jeans.

Maison Margiela e John Galliano.

Sapete che insieme a Tom Ford Ferré Dior e McQueen sono i miei capisaldi della moda, mi ha affascinato con la sua teatralità soprattutto nei dettagli dei cappelli, occhiali, colletti delle giacche. Una moda di avanguardia, non di facile vestibilità però quei giochi di tagli, onde nei tessuti lucidi e non è qualcosa di unico, come il tubino con la zip frontale che si apre con un effetto ali al centro.

È semper più evidente la tendenza di un business dress code meno formale, in cui le camicie sono le vere protagoniste, in versione over, con forme particolari da Dries Van Noten (che amo da sempre per la combinazione di colori e tessuti) e Marni, maniche sempre più lunghe che quasi rasentano il pavimento come in Coperni. Jonathan Anderson per Loewe ha presentato dettagli interessanti come il ferro infilzato nella vita, che ricorda quelli usati dalle nostre nonne per fare i maglioni di lana, le strutture di metallo come top e i gioielli di Lynda Benglis a sottolineare il minimalismo della collezione.

I pantaloncini corti, il vero comune denominatore di tutte le fashion week, a conferma della presenza dei millenials in questa fascia di lusso; pois classici da Elie Saab e anche da Margiela; tagli che evidenziano l’ombelico in maniera sensuale e non sfacciata da Courreges; fiori con effetto grafico da Valentino e ad effetto 3D da Balmain.