Il premio Nobel fu assegnato per la prima volta nel 1901. Da allora, solo due donne italiane sono state premiate con questa onorificenza: Grazia Deledda nel 1926 e Rita Levi-Montalcini nel 1986.

Dalla prima assegnazione di questo ambito premio sono passati ben 120 anni. Nel nostro paese il Nobel è stato assegnato 20 volte ma le donne premiate sono soltanto due: Grazia Deledda che vinse il Nobel per la Letteratura e Rita Levi-Montalcini per la medicina.

GRAZIA DELEDDA

Il 10 dicembre 1927, nella fredda Stoccolma, la calda voce di una minuta donna italiana scandì un discorso memorabile, quello di ringraziamento per il premio Nobel per la letteratura.

Quella donna era Grazia Deledda e le sue parole iniziavano così:

«Sono nata in Sardegna, la mia famiglia è composta di gente savia, ma anche di violenti e di artisti produttivi».

Quel discorso fu l’apice della vicenda poetica di Grazia Deledda, scrittrice intensa e feconda la cui fama, nel secolo scorso, si diffuse in tutto il mondo. Una figura dirompente soprattutto se si considera il fatto che proveniva da una terra e viveva in un’epoca che non premiavano l’ambizione femminile.

La vita di Grazia Deledda fu particolarmente produttiva dal punto di vista letterario, pubblicò la sua prima novella nel 1886, all’età di 15 anni su un giornale nuorese.

Due anni dopo cominciò a collaborare con altri giornali e riviste, prima sarde e poi romane. Poi pian piano comincia a diventare più nota e apprezzata.

Nell’ottobre del 1899 la scrittrice si trasferì a Roma. Nel frattempo il verismo della sua narrativa, le storie di passioni primitive che racconta nei suoi romanzi, tra i più noti ricordiamo Cenere, Canne al vento, Fior di Sardegna.

Fecero breccia nella critica, anche all’estero e il 10 dicembre 1926 venne la consacrazione più alta per uno scrittore, il conferimento del premio Nobel per la letteratura, «per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano».

Attualmente è l’unica scrittrice donna italiana ad aver ricevuto tale riconoscimento.

Grazia Deledda morì nel 1936, quasi dieci anni dopo la vittoria del Nobel.

Dai suoi scritti riportiamo una frase che ci sembra emblematica del suo modo di pensare:

Mutiamo tutti, da un giorno all’altro, per lente e inconsapevoli evoluzioni, vinti da quella legge ineluttabile del tempo che oggi finisce di cancellare ciò che ieri aveva scritto nelle misteriose tavole del cuore umano.

RITA LEVI-MONTALCINI

Nata a Torino nel 1909 fu l’unica donna italiana ad aver vinto un premio Nobel scientifico. Si laureò nel 1936 in Medicina presso l’Università di Torino.

Mentre si stava specializzando in Psichiatria e Neurologia, nel 1938, arrivarono le leggi razziali. Lei di origine ebrea, fu costretta a emigrare in Belgio. A Liegi continuò a lavorare con Giuseppe Levi, ma poi iniziò la guerra e la Germania nazista invase il Belgio. Lei riparò prima a Bruxelles poi tornò a Torino, dove continuò a fare ricerca, allestì un piccolo laboratorio casalingo e proprio in casa iniziò a studiare il sistema nervoso degli embrioni di pollo. Finita la guerra fece ritorno a Torino dove riprese la sua attività di ricerca, finché nel 1947 accettò l’invito del neuro embriologo Viktor Hamburger e si recò negli Stati Uniti, presso la Washington University di Saint Luis, qui nel 1954 insieme al suo collaboratore Stanley Cohen, scoprì il Nerve Growth Factor (NGF), una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso.

Nel 1986 Rita Levi-Montalcini e Stanley Cohen ottennero il premio Nobel. Ma anche grazie a questa scoperta quell’insieme di discipline che oggi chiamiamo neuroscienze e che hanno per oggetto di studio il cervello umano assunsero una grande importanza nel panorama delle scienze naturali.

Dal 2001 fu eletta senatore a vita; morì nel 2012 all’età di 103 anni a Roma.                           

La vogliamo ricordare con questa sua celebre frase:

Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore. Ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi.