Si è sciolto A68, quello che fu l’iceberg più grande del mondo. L’iceberg A68, in origine copriva un’area di quasi 6 mila metri quadri. Dalle immagini scattate dai satelliti ora di A68 restano solo una miriade di frammenti.
L’iceberg A68 si staccò dalla piattaforma di ghiaccio Larsen C. sulla costa orientale della Penisola Antartica, nel luglio 2017, a causa del riscaldamento dell’acqua dell’oceano e dell’aria circostante la piattaforma. Secondo la NASA la frattura che ha portato a tale formazione ha iniziato ad aprirsi nei primi giorni di novembre 2016. Il 12 luglio 2017 c’è stato il completo distacco della massa di ghiaccio.
La comunità scientifica aveva il timore che una volta staccatosi l’iceberg, fosse venuto meno ciò che ostacolava il progredire dei ghiacci della piattaforma Larsen in mare. Questo avrebbe portato a una maggiore accelerazione dello scioglimento dei ghiacci della piattaforma e di conseguenza l’innalzamento del livello del mare. Tra il 2017 e il 2018 l’iceberg ha continuato a muoversi verso nord, verso la fine del 2018 un pezzo di circa 112 km si è staccato dal corpo principale ed è stato nominato A68B, mentre la parte restante del corpo originale è stato chiamato A68A.
Il 4 novembre 2020 , l’iceberg era ormai nei pressi delle isole della Georgia del Sud, e la comunità scientifica aveva paura che potesse arenarsi incagliandosi nei fondali attorno alle isole, restando lì per anni e divenendo una seria minaccia per i pinguini e le foche delle isole, e per l’industria ittica della zona. Il 17 dicembre l’A68 raggiunse una distanza di 60 km dalla costa delle isole. Un nuovo pezzo si è staccato forse a causa di un urto con il fondale marino e con il passare dei giorni l’iceberg si è sempre di più frammentato. E’ stato l’iceberg più grande del mondo, una enorme montagna di ghiaccio, divenuta una star sui social media. La sua estensione era poco più superiore a quella della Liguria o dell’isola di Cipro.
La vicenda di A68 è un’espressione del funzionamento del sistema climatico terrestre e coinvolge le dinamiche glaciali, oceaniche e il cambiamento climatico stesso.
E’ fisiologico che le grandi piattaforme di ghiaccio in Antartide rilascino enormi iceberg; in inglese il termine che descrive questo processo è calving. In Antartide tutti i ghiacciai terminano in mare e perdono massa scaricando nell’oceano una norme quantità di ghiaccio sotto forma di iceberg. Di iceberg come A68 l’Antartide ne ha sempre prodotti, il problema è che questi eventi stanno diventando più frequenti e molte piattaforme si stanno assottigliando e riducendo.
Quando le piattaforme perdono parti così imponenti si crea il rischio che la struttura di ghiaccio galleggiante diventi instabile e colassi su se stessa. Le piattaforme sono il risultato di equilibri tra la forza galleggiante del ghiaccio, l’interazione con il fondale marino, con le correnti oceaniche e i venti.
Quando una piattaforma scompare , i ghiacciai che la alimentano a monte scorrono verso il mare molto più velocemente perché non sono più frenati dalla presenza della piattaforma stessa che ha la funzione di tappo. Quel ghiaccio che arriva dal continente può portare a un innalzamento del mare. Se Larsen-C collasserà, i ghiacci della penisola Antartica riverseranno in mare una quantità di ghiaccio equivalente a vari centimetri di innalzamento nei mari di tutto il mondo. La storia va verso una brutta piega.
A68 è un ennesimo messaggio che il pianeta ci sta dando. Sapremo coglierlo?
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