“Io non sono vivo” e l’intervista alla sua autrice Sarah Grisiglione
Chi è Sarah Grisiglione

Sarah Grisiglione, autrice di “Io non sono vivo” è nata a Catania, è una docente liceale, nonché una psicologa e psicoterapeuta. Inoltre, si occupa anche di libri, sia come autrice, sia come amministratrice della pagina Facebook, “La Biblioteca dei libri ritrovati”, essendo una lettrice assidua. Oltre ad essere appassionata di musica jazz e di canto ha seguito svariati corsi di scrittura creativa presso la scuola Holden e di livello avanzato con gli scrittori Marco Mancassola e Nadia Terranova.

Io non sono vivo” e la altre opere


Sarah Grisiglione ha scritto oltretutto diversi racconti brevi pubblicati in antologie.
Nel 2021 si è posizionata terza all’Etna Book Festival, nella categoria “Un libro in una pagina”, con il racconto Le cinque sorelle.
Poi, ha pubblicato, per Algra editore “C’era una volta… Favolando” nel 2020 e “Prove d’autore” nel 2022.
Il suo ultimo libro, “Io non sono vivo” è uscito solo da pochi mesi per la casa editrice l’Erudita. In “Io non sono vivo” Sarah Grisiglione si dipana tra le storie di vita e di morte, narrando le vicissitudini tormentate di diversi personaggi. Ecco la chiacchierata fatta insieme a Sarah per conoscerla meglio come psicoterapeuta e come autrice.

Mi presento

Ciao Sarah, presentati pure ai nostri lettori: parlaci di te, di chi sei e di cosa ami fare, insomma, presentati pure ai nostri lettori…
«Sono una donna piena di interessi, dalla scrittura al canto, che passa da un’attività all’altra perché tanto curiosa rispetto al mondo e alla gente; forse, per questo ho scelto tre fra i mestieri più impegnativi: mamma, docente e psicologa. Mi piace curare la mente, ma anche il corpo, attraverso un’alimentazione sana e l’uso di prodotti di qualità. La scrittura nasce in modo naturale, intorno agli undici anni, come bisogno di estrinsecare pensieri ed emozioni. Mi considero un’antenna emotiva che capta il sentire degli altri e che si sforza di dar loro voce. Più che scrittrice, nonostante tre libri pubblicati negli ultimi due anni, mi considero una lettrice assidua; mi piacciono le storie drammatiche, i thriller a sfondo psicologico e le biografie. Su Facebook ho una pagina sui libri “La biblioteca dei libri ritrovati” dove posto libri e li recensisco».

L’amore per la professione che ho scelto

Leggo di te che sei psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo analitico transazionale, che lavori in setting individuale, di coppia e di gruppo, sia con adulti che con soggetti in età evolutiva e ti occupi di stress, ansia, attacchi di panico, fobie, traumi, disturbi alimentari e di genere, psicosomatica, oltre ad essere consulente giuridico. Utilizzi anche tecniche di mindfulness, lo storytelling e la scrittura come strumento. Inoltre, sei naturopata diplomata e hai conseguito 2 master di II livello: in psicologia giuridica e in psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Cosa ti ha condotto a scegliere proprio questi campi di applicazione della disciplina in questione?
«Come docente liceale, la fascia adolescenziale è quella che conosco meglio, pertanto, l’interesse nasce proprio dal mio lavoro di insegnante e anche psicologa scolastica. Credo sia un periodo della vita molto delicato e problematico, che necessita di attenzione e aiuto, sia per gli stessi ragazzi che per le loro famiglie».

Come nascono la tua passione per la psicologia e quella per la scrittura?
«La mia passione per la scrittura ha radici lontane, come ho già detto; la psicologia è una grande passione, essendo interessata alla relazione con gli altri e a ciò che succede nella mente umana, approfondendo gli argomenti inerenti ho capito che essere psicologa e poi psicoterapeuta era ciò che volevo diventare. Non è stato facile, perché è stato un percorso lungo e difficile, iniziato quando ero già docente di ruolo e mamma di due bambini piccoli».

Il mio percorso come scrittrice

Che evoluzione ha subito il tuo stile di scrittrice e come è cambiata la sua prospettiva a partire dalla tua prima opera arrivando sino all’ultima secondo te?
«Se devo essere sincera quest’ultimo libro è stato scritto prima degli altri due. Il primo “C’era una volta…Favolando” per Algra edizioni, sembrerebbe un libro per ragazzi, ma i contenuti sono adatti a tutti, è una specie di viaggio dell’eroe, attraverso gli stereotipi della fiaba, per parlare di argomenti come la criminalità, il male, il valore dell’amicizia e la crescita personale, con diversi livelli di narrazione.
il secondo “Prove d’autore” Algra è una sorta di manuale sulla scrittura creativa, contenente esercizi e anche poesie mie, come stimolo a scrivere per il lettore. Alcuni esercizi li uso in studio con i pazienti, usando la scrittoterapia.
Io non sono vivoL’Erudita edizioni è un romanzo di nemmeno cinquanta pagine, costituito da 4 monologhi drammatici, che spero vedranno le scene teatrali, ha una scrittura, forse, più matura, ma solo per il target a cui si rivolge. Tre libri profondamente diversi, con una certa espressione emotiva che potrebbe collegarli».

Quale è il tuo romanzo o la tua opera che racconta più di te o al quale sei più affezionata?
«In ognuno dei miei scritti c’è qualcosa di me e del periodo in cui li ho scritti. Nel primo la maestra Tina, in qualche modo la sento vicina. Nel secondo, le mie poesie si riferiscono a periodi lontani, amori finiti, gioie e dolori. Nell’ultimo, sono stati dell’essere che raccontano vicende sentite o lette sui giornali».

La mia esperienza di lock down

Raccontaci di come hai trascorso tu la pandemia ed il lock down gli scorsi anni. Quale idea hai partorito in quel contesto?
«La pandemia è stata foriera di progetti ed idee. Proprio nel marzo 2020 esce il mio primo libro con i pro e i contro, non potendo dedicarmi alla promozione se non on line. posso dirti che ho letto tantissimi libri e ritrovato, nella mia “valigetta rossa”, tutti i manoscritti, gli appunti, gli scritti di tutta la mia vita. Da quei fogli nascono gli altri due libri, pubblicati ad inizio e fine 2022 con due diverse case editrici».

Come definiresti la funzione della scrittura nella tua vita oggigiorno?
«La scrittura, per me, è ed è stata catartica. Mi serve a capire meglio, a conoscermi attraverso i personaggi che emergono e mi aiuta a scaricare emotivamente i miei vissuti».

La trama di Io non sono vivo

Di cosa tratta il tuo ultimo lavoro, “Io non sono vivo” e cosa ti ha ispirato a scriverlo?
«Il mio ultimo lavoro è un romanzo breve, costituito da 4 racconti con diversi protagonisti, li unisce il loro non essere più in vita, essere passati ad un’altra dimensione e la voce narrante è la stessa che prende nomi diversi. Si va da Maria, ragazzina stuprata in tempi di guerra a Luca, omosessuale, morto di Aids; storie drammatiche a cui mi sono ispirata attraverso letture e fatti di cronaca».

I miei sogni e i miei progetti futuri

Tra i tuoi prossimi progetti rientrano anche altri libri?
«Io scrivo sempre e spero di pubblicare ancora. Sono al lavoro nel concludere un romanzo lungo, a cui lavoro da alcuni anni, ma verso il quale ho vissuto diverse volte il blocco dello scrittore. Vedremo come finirà. Scrivere un libro non è la cosa più difficile, ma inviarlo alle case editrici, cercare di pubblicarlo e, poi, promuoverlo».

Rivelaci un tuo sogno come donna e un tuo sogno come scrittrice
«Un mio sogno come donna è quello che i miei figli possano trovare la loro strada ed essere felici, oltre a desiderare un maggiore equilibrio nel mondo e una vita ricca di amore. Come scrittrice quello di vincere un premio importante, con un libro bello e di spessore, tipo Campiello o Strega. Mi hai chiesto di sognare ed io ti ho preso in parola!».

Clelia Moscariello