Rileggiamo insieme “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia

Il giorno della civetta si apre con un omicidio. Mentre sta per salire su un autobus pieno di persone viene ucciso Salvatore Colasberna, piccolo imprenditore locale che possiede un’impresa edile. Di fronte al cadavere, le persone sull’autobus spariscono velocemente, mentre l’autista e il bigliettaio si mostrano reticenti alle domande dei carabinieri. Il capitano Bellodi, proveniente da Parma, ha l’incarico di svolgere l’indagine, ma si sconta con l’omertà. Cerca di rompere il silenzio e l’indifferenza della gente, ma con pochi risultati.

Il commissario

Il commissario Bellodi interroga i soci di Colasberna e, nonostante la reticenza di questi, riesce a capire che l’omicidio è legato al fatto che Colasberna con la sua impresa edile non si fosse adattato al sistema di potere della mafia. Nel frattempo al commissariato si presenta anche una donna, che denuncia la scomparsa del marito, Paolo Nicolosi. E riferisce a Bellodi il nome del probabile assassino del marito: Diego Marchica detto Zicchinetta. Nicolosi sarebbe stato ucciso da Zicchinetta perché aveva visto lo stesso Zicchinetta sparare a Colasberna. Zicchinetta è già conosciuto dai carabinieri, che lo considerano un sicario, ma che non hanno mai potuto arrestare per insufficienza di prove.

Roma

Intanto, con uno spostamento della scena a Roma, assistiamo alla conversazione tra due politici, uno dei quali si lamenta dell’indagine che Bellodi sta portando avanti, rendendo chiaro che gli omicidi su cui il capitano sta investigando sono di natura mafiosa e che la politica non ha interesse nel trovare il colpevole e anzi preferirebbe che il caso venisse insabbiato. Bellodi nel frattempo interroga anche Calogero Dibella, soprannominato Parrinieddu, legato alla mafia, al quale riesce a carpire il nome di un possibile mandante degli omicidi di Nicolosi e Colasberna, che sarebbe un certo Rosario Pizzucco.

Parrinieddu viene però ucciso a sua volta. Bellodi fa allora arrestare Pizzucco e il boss della mafia Mariano Arena. Ma non riesce a mettere insieme prove sufficienti ad incastrarli ed è costretto a rilasciarli. Nei giorni successivi alcuni giornali fanno emergere la notizia di legami tra Mariano Arena e vari esponenti della politica, tra cui un ministro.

Bellodi, scoraggiato, prende una licenza di un mese e torna a Parma. Dove poco dopo viene a sapere che tutto il suo lavoro è stato distrutto da un alibi, sicuramente falso, trovato per Zinnichetta. In questo modo, scagionato l’autore materiale dei delitti, cadono anche le accuse verso i supposti mandanti, i mafiosi Pizzucco e Arena. Viene infatti negato il carattere mafioso degli omicidi, dal momento che per l’assassinio di Nicolosi è accusato l’amante della moglie. Nelle ultime pagine del libro il capitano Bellodi, nonostante la delusione, esprime la volontà di tornare in Sicilia e continuare a combattere contro i mali di quella terra.

la lettura

“È inutile tentare di incastrare nel penale un uomo come costui: non ci saranno mai prove sufficienti, il silenzio degli onesti e dei disonesti lo proteggerà sempre. Ed è inutile, oltre che pericoloso, vagheggiare una sospensione di diritti costituzionali”

“Il giorno della civetta” è un poliziesco, genere letterario di origine anglosassone, nel quale viene proposto un enigma criminoso, risolto da una o più persone che indagano sul delitto. Il narratore è esterno e onniscente; di conseguenza la focalizzazione è esterna. Il narratore osserva la storia dall’alto, sa tutto dei personaggi e conosce perfettamente tutte le vicende.

Il racconto è ricco di flashback, che ci permettono di analizzare con cura gli avvenimenti e le azioni compiute precedentemente dagli indagati. I personaggi sono descritti attraverso una presentazione mista; il lettore può cogliere le informazioni attraverso le parole dell’autore o di un altro personaggio. Lo stile di scrittura è un italiano moderno, essenziale e di facile comprensione. Esso è ricco di espressioni dialettali e popolari, soprattutto nei dialoghi tra i personaggi. Per caratterizzare ulteriormente i personaggi, l’autore utilizza per ognuno registri diversi: quello raffinato e colto di Bellodi, quello popolare dei carabinieri e i discorsi tra i mafiosi. I riferimenti all’ambiente sono pochi e le descrizioni molto rapide.

La vicenda si svolge in Sicilia tra le strade, piazze o luoghi chiusi di cui non si hanno affatto descrizioni. A tratti lo scenario viene trasferito a Roma, sede del Governo, all’interno di stanze immense e lussuose. Nel romanzo non sono presenti precisi riferimenti temporali. Tuttavia si ipotizza che la vicenda sia ambientata negli anni Cinquanta del Novecento, quando la mafia comincia a ad agire attraverso corruzioni e omicidi.

«E lei, è uomo da sentire rimorso?».

«Né rimorso né paura; mai».

Link per l’acquisto: IL GIORNO DELLA CIVETTA