L’amore imperfetto. L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco. Il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, ma incoscienza.
(Giovanni Falcone)
L’amore imperfetto. Lara aspettò per aprire e leggere il messaggio che le era arrivato su Messenger. Aveva un senso di ansia e si sentiva molto stupida: perché avere paura di parlare con un ragazzo? Semplice. Aveva avuto una grande delusione e proprio nel momento peggiore della sua vita. Questo le aveva fatto raddoppiare lo strato di corazza che aveva costruito negli anni. Non voleva scoprire di essersi sbagliata per l’ennesima volta, di rischiare di ritrovarsi davanti l’amore imperfetto di nuovo. Passarono molti minuti prima che si facesse coraggio e leggesse il messaggio di Marco.
“Prof.ssa, capisco che lei ha tantissimi corteggiatori, ma non mi considera proprio?”
Lara scoppio a ridere in mezzo alla strada e un signore, che stava passando di là la guardò stranito.
“Smettila!” Rispose con un emoticon sorridente mentre cercava di riacquistare un contegno per strada mentre rientrava a casa.
“Ehhh…vado dal Preside o Direttore e glielo dico! Comunque visto che sei argentina, dove sei nata?”
“Sono nata qui ma mia madre era argentina.”
Le prime consapevolezze
Dopo aver scritto questo, Lara si rese conto che aveva usato il passato per parlare di sua madre. Ancora ne parlava come se fosse viva per poi accorgersi che la realtà era ben diversa.
“Ahhh…immagino che avrai festeggiato la vittoria del mondiale o non ti interessa il calcio?”
“No no, mi interessa…ho solo urlato con mia cugina dal balcone con le magliette dell’Argentina addosso.”
“Ahhh…una reazione pacatissima, disinteressata, normale! E tifi qualche squadra italiana o solo Argentina?”
Lara ripensò alla finale del mondiale, dove lei e Sol erano sedute davanti al televisore augurando le peggiori sciagure ai giocatori francesi. La loro tensione era così alta che urlavano a ogni gol e il piccolo Snoopy si era accoccolato tra le braccia della zia per la paura.
“Simpatizzo per la Juve se devo proprio dire una squadra!”
“Già mi sei ulteriormente simpatica e poi, prima avevamo Dybala, ora Di Maria e Paredes!! Un motivo in più per tifare Juve. Ma tu ora sei in pausa pranzo?”
“Sì, ma tra poco devo rientrare…tirata 14-19.”
“Beh, se ti dovesse capitare qualche secondo di tregua e ti fa piacere la mia compagnia…puoi contare su di me!”
“Ok! Tu cosa fai nel pomeriggio?”
“Esco, vedo qualche serie tv (adesso ho iniziato “The Witcher Blood origin… non so se è un genere che ti piace), preparo la lezione per il giorno seguente e ascolto musica. Tu lavori tutti i giorni fino alle 19?”
“Ma domani lavori? Non sei in vacanza? Comunque, sì, lavoro tutti i giorni fino al sabato.”
“Azz…devo prendere appuntamento con la tua segretaria per farti trovare del tempo per me?”
Una curiosità crescente
A quelle parole Lara scoppiò di nuovo a ridere mentre indossava il cappotto per ritornare al lavoro. Sua zia e Sol la guardarono interrogative ma solo Sol capì che era il misterioso ragazzo di cui la cugina si rifiutava di parlare. Per strada, Lara decise di azzardare un vocale, sperando che lui facesse lo stesso in risposta. Era curiosa di sentire la sua voce. E così fece. Inviò un vocale dove gli diceva che non era facile trovare una segretaria capace di tenere testa a tutti i suoi spostamenti e che insegnare non era un lavoro semplicissimo come molti sostenevano. Poi, mise in telefono in tasca ed entrò nella scuola dove lavorava. In attesa che i primi ragazzi arrivassero, si accorse che Marco le aveva risposto e quando aprì, vide che anche lui aveva mandato un vocale; così mise il cellulare vicino l’orecchio e quando iniziò ad ascoltarlo arrivò il primo ragazzo. Così dovette lasciar perdere e mettersi al lavoro.
Più tardi, appena ebbe modo, Laura si prese cinque minuti di pausa e, finalmente, ascoltò il vocale di Marco. Rimase sorpresa dalla sua voce perché le dava una sensazione di dolcezza e sicurezza allo stesso tempo. Voleva rispondergli con un altro vocale a sua volta ma, avendo poco tempo a disposizione, decise di scrivergli e magari rispondergli sempre in forma scritta se avesse avuto modo.
“Come va?”
La bellezza delle sorprese
La risposta arrivò dopo più di un’ora. Ogni tanto l’occhio le cadeva sul cellulare per vedere se vi erano messaggi o chiamate e, quando oramai mancava poco alla fine del suo turno, vide che lui aveva risposto.
“Bene, grazie. A te invece?”
“Tutto ok! Ora è tutto tranquillo!”
“Ok…allora passo, ti sequestro e ce ne andiamo!”
“Magari!”
“Cara prof.ssa, deve sapere che io sono capace di fare gesti del genere… ovvero fare la sorpresa di andare sul posto di lavoro di una ragazza che piace e aspettare che finisce oppure salutarla ed andare via per non disturbarla.”
Lara rilesse più di una volta il messaggio cercando di immaginare una situazione del genere.
“Non ci credo! L’ho visto fare solo nei film!”
“A volte le cose belle esistono anche nella realtà! Se proprio dobbiamo dirla tutta, anni fa mi stavo frequentando con una ragazza che mi rispose che a lei le sorprese non piacevano e che non avrei dovuto andare sul posto di lavoro perché le avrebbe dato molto fastidio! Non ci sono mai andato.”
A Lara venne da ridere “Non ci sarei andata neanche io!” rispose velocemente per poi continuare “Comunque, l’ho visto fare solo nei film…però le sorprese mi piacciono anche se non ne ho mai ricevute di così…”
La risposta di Marco non tardò. “Stavo per chiedere se ti piace quel gesto. Adesso che so la risposta, ti dico: permettimi di conoscerti e vedrai che ci piacciamo, poi vorrai capire se sei su un set e dove sono le telecamere.”
Lara rispose semplicemente con un “OK”, però nella sua testa si stava facendo strada un pensiero, o meglio una curiosità perché quel ragazzo sembrava molto diverso da quelli con cui aveva avuto a che fare negli ultimi anni. Così, prese coraggio e gli fece la prima domanda “importante”.
Una domanda che può cambiare le carte in tavola
“Ma posso chiederti come mai sei single? Visto che quelli della nostra età sono tutti accasati chi più e chi meno?”
Ecco. Aveva fatto la fatidica domanda. Perché, purtroppo, per la sua esperienza, il trucco ci doveva essere per forza.
L’amore imperfetto. Conoscere la verità può far male, ma prima la si conosce, prima si riesce ad assimilarla e a comprenderla.
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