Già avete letto il mio primo articolo che ha inaugurato l’apertura della mia rubrica per questo bellissimo Magazine improntato sull’ Empowerment femminile, magari qualcuno di voi già mi conosce, qualcuno mi sta conoscendo, ma cosa c’è dietro il mio personaggio? Cosa c’è dietro il mio successo?

Mary Raw Confessions. Spesso ci si ferma all’apparenza, alla copertina, senza pensare al passato di una persona od a come si è guadagnata quella che nel presente vediamo come una vita perfetta e felice.

Sono Maria Romana Morini, in arte Mary Raw, fotomodella professionista internazionale e influencer (103mila followers su Instagram), pubblicata su molti magazine di moda da tutto il mondo con le mie foto, ma anche con articoli inerenti vari temi molto importanti per me come bullismo, self confidence, etc.

Prima di Mary Raw

Sono diventata da un anno mamma e sono nuovamente incinta ora agli ultimi mesi di gravidanza. Vorrei parlare con voi del mio passato, di quello che c’è dietro al mio successo attuale, che fa vedere ai miei tanti followers una vita sempre felice e completa, ma che prima di diventare “Mary Raw” vedeva una Maria Romana fragile e segnata da tanti avvenimenti che racconto per la prima volta con voi, per dar forza a chi ha bisogno di rinascere e per riuscire ad andare oltre la copertina, perché non ho mai ancora avuto il coraggio di raccontarli in interviste da anni.

Inizio dall’infanzia, all’asilo ho subito violenza psicologica da una maestra che mentre piangevo perché mi distanziavo per le primissime volte dalle figure genitoriali e da casa per stare a scuola mi ha traumatizzata urlandomi che se avessi continuato a piangere i miei non sarebbero tornati più. Mia madre se n’è accorta quando è venuta a prendermi perché piangevo da ore, anche a casa.

Poi appena mi fermavo per riprendere fiato, ricordavo la scena singhiozzando. Mamma avrebbe voluto denunciare la maestra, ma non l’ha fatto perché troppo buona. Ha visto che era dispiaciuta e le ha confessato di non averci dormito per giorni. Le è bastato questo. A me con i miei figli non basterebbe, perché ha segnato tutta la prima infanzia così facendo.

Alle elementari sono stata vittima di bullismo.

Tutte le bambine mi prendevano in giro dicendomi “brutta” ogni giorno, escludendomi. Mentre in realtà ero la più bella della scuola, ma ero troppo piccola e non potevo rendermi ancora conto dell’invidia. Quindi ogni giorno andavo a scuola a fatica e sentivo rimbombare in testa le loro parole che poi erano diventate verità per me.

Mi vedevo brutta e irrimediabilmente sola, tanto che i miei non vedendomi felice come le altre bambine, anche secondo consiglio delle maestre, mi iniziarono a portare da una neuropsichiatra infantile con cui rimasi in terapia per tutta l’infanzia e che mi aiutò per quanto possibile.

Alle medie e superiori stesse situazioni di bullismo, intimidazioni da parte di alcune compagne che mi minacciavano di prendermi a botte davanti alla scuola. Un incubo. Alle superiori ancora mi escludevano ed ero oggetto delle loro cattiverie solo perché i ragazzetti di cui le mie compagne erano innamorate guardavano me e non loro.

Ma io non ne avevo alcuna colpa. Incontrai anche un ragazzo dopo le superiori che era violento con me, lo andai a denunciare al comando di polizia, presentandomi lì ancora in pigiama e in lacrime. Non mi ascoltarono e mi rimandarono via anche in malo modo.

Il lavoro.

Fortunatamente dopo qualche anno riuscii a lasciarlo, superando la mia dipendenza affettiva verso questa persona malata e iniziai a concentrarmi su di me, a volermi più bene. A pensare ai miei sogni che lui ostacolava e derideva tenendomi in gabbia. Iniziai ad andare in un Accademia per modelle dove mi insegnarono tutto.

Anche lì alcune compagne del corso che mi trattavano male per invidia, ma essendo già cresciuta e rafforzata ormai sapevo metterle al loro posto. Mi confidai con la coordinatrice che intervenne prontamente.

In tutto ciò dovevo convivere a casa con la malattia di mio padre, il Parkinson, malattia degenerativa che oltre a impedire sempre più l’autonomia fisica, impedisce anche alcune funzioni celebrali. Difatti a volte lo vedevo incapace di riconoscermi. E non c’è dolore più grande per una figlia. Sentivo di perderlo giorno dopo giorno, ma sapevo che in fondo, dietro la malattia, nel suo cuore, lui continuava ad amarmi.

Lo vedevo da quei pochi sguardi e parole che mi rivolgeva negli attimi di maggiore lucidità e gli sono sempre stata vicina, imboccandolo, anche quando era in terapia intensiva, fino alla fine. Quando è venuto a mancare ero già indebolita da tutte le situazioni che stavo già affrontando e non ero ancora cresciuta del tutto.

Così sono caduta in depressione e ho preso per un certo periodo degli psicofarmaci per tirarmi su, ma ho presto scoperto che la vera forza me la davo da sola. Ho smesso dopo poco di assumerli sempre sotto la guida di un dottore.

Mi sono rialzata più forte e consapevole della mia resilienza, maturando, forse troppo rapidamente. Diventando padre di me stessa, ma sentendolo comunque sempre vicino. Sapendo che mi protegge da lassù.

Dopo la morte di mio padre, la mia rinascita.

Capii che la mia bellezza era un valore e che la negatività era da ignorare, anche un po’ per rivalsa contro tutte le cattiverie subite fin da piccolina. Mi spinsi sempre più verso il successo, senza l’aiuto di alcuna agenzia. Trovai da sola lavoro come fotomodella posando per tantissimi fotografi in tutta Italia.

Viaggiando ogni giorno di regione in regione senza mai stancarmi e facendomi sempre più conoscere e apprezzare. Fino ad arrivare al successo di oggi, dove lavoro per riviste di moda, combattendo per i buoni valori e per dar fiducia in sé a chi non ne ha.

Ora ho una vita piena: lavoro, obiettivi, sogni, successi, ammirazione dai fans e amore per il mio bimbo.

La sorellina in arrivo e un compagno che mi supporta moltissimo rendono bella la vita che condivido giornalmente nelle mie stories e nei post con tanta fierezza. Ma voglio che si comprenda attraverso le mie confessions esclusive che tante fortune non arrivano senza meritarle. Senza aver sofferto in passato. Senza aver imparato dalla vita tanto ed essersi evoluti molto internamente. Pensate sempre che chi avete davanti può aver combattuto battaglie peggiori delle vostre, che chi è diventato se l’è sudato.

Alcuni haters, un po’ troppo superficiali e immaturi, mi hanno dato della “popice” (termine che va di moda adesso tra le giovanissime, ovvero “approfittatrice”) e tengo a chiarire anche questo una volta per tutte, dietro anche alle fortune economiche non c’è sempre fatica.

Io tutto quello che ho raggiunto, anche economicamente, l’ho sudato.

Ci vuole molta fortuna, certo. Vengo da buona famiglia e non lo nego. Mio padre mi ha lasciato delle ottime basi. Ma anche lui sudandole con il suo lavoro di giornalista di cronaca nera all’Ansa. E sono sempre stata indipendente, non ho mai chiesto né mai chiederò nulla a nessuno. Anzi spesso ho pagato io vacanze di lusso al mio compagno e al mio bambino.

Ci tengo a essere totalmente responsabile e indipendente economicamente.

Sono molto fiera di me e sto lavorando per far in modo di esserlo sempre più di me stessa e della mia vita costruita con impegno e dedizione esclusivamente mia. Creando la mia vita dei sogni, dove faccio un lavoro che non mi fa sentire il peso di lavorare perché è la mia passione, è ciò che amo fare e piena di positività. Perciò, gente, ricordate di non giudicare mai un libro dalla sua copertina, ricordate di andare sempre più in profondità davanti a chi vi provoca invidia, a chi vedete pieno di successi professionali e personali, perché per arrivarci spesso la strada è stata più in salita di quanto si pensi! 😉

Grazie per la lettura.

Maria Romana Morini

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