A delicate revolution di Antonio Cortesi è un album per violoncello solo, un livello zero sonoro che ci allontana per un attimo dalla nebbia fitta di stimoli uditivi che ci avvolge.
Antonio Cortesi. Diplomato in violoncello e musica da camera, Antonio Cortesi ha intrapreso una carriera variegata e fuori dagli schemi. Si è formato prima in Italia e poi in Inghilterra, Olanda e Spagna. Appassionato di social media e mondo digitale, ha creato una community vivace di appassionati di musica e usa i suoi canali per condividere il suo personale approccio, supportato da brand del settore come Gewa, Concarbo e Coruss.
Si è esibito con numerose orchestre e gruppi cameristici senza mai togliere spazio a legami profondi con il mondo del teatro e la danza così come a progetti di musica originale. Ha collaborato con artisti come Chet Faker, Luca Longobardi e Emiliano Blangero. Suona un violoncello Custode Marcucci del 1926 in gentile concessione dalla Fondazione Rossini di Lugo.
A delicate revolution
È un album per violoncello solo, un livello zero sonoro che ci allontana per un attimo dalla nebbia fitta di stimoli uditivi che ci avvolge. Scritto per nessuna ragione se non quella di rispondere ad un bisogno di autenticità, è una sorta di calmo riassunto dell’esperienza artistica di Antonio. Ogni composizione prende ispirazione da una fotografia poetica portando l’ascoltatore (durante circa 30 min) in un viaggio meditativo attraverso il difficile percorso di essere umani. L’autore compone una Geografia di sentimenti e i titoli, apposti in lingue differenti, vogliono rispecchiare questo bisogno interiore di un racconto non lineare.
Le parole e le lettere posseggono un loro suono che si mescola con le vibrazioni dello strumento a cercare “Una parola unica”, che possa mettere insieme tutti i sentimenti in cui siamo dispersi. Le tracce rappresentano il processo di muoversi avanti e indietro tra episodi di vita e suggestioni musicali. Se il minimalismo e la musica neoclassica sono un chiaro mondo di riferimento in A delicate revolution c’è uno sforzo continuo di rimanere sospesi tra musica classica e pop alla ricerca di un lirismo nudo e puro.
Sta uscendo il tuo primo album, raccontaci com’è nato e dove vorresti far arrivare la tua musica.
Sì, mio album arriverà in primavera e si chiamerà A Delicate Revolution e sarà dedicato al violoncello solo. L’album nasce da un bisogno che sentivo di prendermi il giusto tempo e rimuovere tanti dubbi e sovrastrutture dalla mia vita musicale. Idealmente vorrei arrivare a chiunque senta il bisogno di rallentare e tornare a respirare, senza nessun confini geografici. Sicuramente non è una produzione per addetti ai lavori ma molto diretta e semplice, per tutti.
Una parte di noi ti conosce attraverso i tuoi canali social: quanto e se sono utili ai giovani artisti come te?
Sono un canale importante che di per sé non permette di crearsi una identità ma sicuramente può aiutarci a trasmetterla ampliando le possibilità di condivisione di un messaggio. Lavorare sui social richiede passione, ma anche tempo e investimenti che spesso non convertono se poi non c’è un lavoro parallelo a supporto della parte digitale del progetto. Nel mio caso preferisco pensarlo come un diario e come un centro di connessione con altri artisti e appassionati di musica. Concentrandosi bene sul proprio obiettivo ritengo che possano essere uno strumento utile e un portfolio interessante da avere a disposizione.
Un talento straordinario che si coniuga con una capacità di comunicare rara. Ti seguiamo rapiti in ogni tuo momento (o quasi) della giornata. Qual è la tua vera routine quotidiana?
I social per me sono, come dicevo, anche una via di fuga. Anche se appaio abbastanza naïf sui social sono una persona molto organizzata e le mie giornate sono fatte di tanto lavoro (lavoro in una multinazionale che si occupa di distribuzione di musica) ma anche di musica, tantissima musica. Quello che vedete è quello che rappresenta per me fare musica, cioè riappropriarsi di noi e di ciò che ci emoziona. Per questo spesso mi diverto a legare una dimensione semplice e naturalistica alla musica: per raccontare l’essenziale.
Un album a marzo 2024 e poi? Ti vedremo in tour?
Un album a marzo, ma anche tante collaborazioni con numerosi artisti della scena elettronica e neoclassica a cui ho chiesto di reinterpretare insieme le mie composizioni per violoncello. Riguardo ai concerti purtroppo non posso promettervi un tour, ma sicuramente ci saranno tanti concerti e tutti costruiti proprio pensando alla particolarità dell’album e al suo significato. Vorrei che ogni esibizione facesse parte di un evento unico e in un certo senso non replicabile.
Che consigli daresti e chi vuole intraprendere la carriera di musicista?
Immaginare un ambiente più fluido e complesso di quello della musica è davvero impossibile. Questo rappresenta una sfida ma anche un grande stimolo per chi decide di farne la propria professione. La mia storia è sicuramente variegata e poco lineare ma posso dare due piccoli spunti: iniziate fin da subito e quindi da molto giovani un percorso che vi dia qualità e quantità di insegnamento e non abbiate paura di cambiare la rotta durante il viaggio perché le possibilità sono sempre più di quelle che la mente riesce a immaginare.
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