Alice Guy, la prima grande regista donna nella storia capace di realizzare il primo film fiction

Donna di grande talento, partendo da un umile lavoro di segretaria, successivamente Alice Guy si è distinta nell’ambito del settore cinematografico. Diventa regista e produttrice. In un campo prettamente maschile, riesce a dirigere un film. Nel 1910 fonda Solax Company, uno studio cinematografico con sede nel New Jersey.

Una data che cambia il mondo: l’invenzione del cinematografo.

Parigi, 28 dicembre 1895: presso le Salon indien del Grand Café al boulevard des Capucines i fratelli Lumière invitano tante persone illustri e industriali importanti per presentare l’invenzione del secolo: il cinematografo. Si tratta di uno strumento capace di mettere in sequenza delle fotografie scattate in successione rapida rendendo l’idea del movimento. A questo evento partecipano anche l’imprenditore Léon Gaumont, operante nel settore della fotografia e la sua giovane segretaria Alice Guy. L’uomo rimane stupefatto dall’invenzione e vuole acquistarne il brevetto. In quest’occasione Alice ha però un lampo di genio: perché non provare a “girare” alcune storie inventate proprio per il cinematografo allo scopo di mostrarle a pagamento al pubblico? L’idea è fantastica. La giovane ventiduenne decide di metterla in pratica. Con la sua amata macchina da scrivere idea le prime storie per il cinematografo.

Il primo anno di attività e il genio creativo per mano di una donna.

Nel primo anno di attività Alice Guy realizza cinque piccolissimi film precursori dei cortometraggi sperimentando in solitaria molti dei mestieri che si affermeranno in futuro nel mondo del cinema. Dopo aver scritto le prime storie, si rende conto che deve trovare un’ambientazione: inizialmente fa realizzare su commissione alcuni pannelli che poi posizionerà nel suo giardino che è diventato un set cinematografico, in un secondo momento decide di cercare gli attori reclutandoli tra i suoi amici più cari e alla fine si occupa di regia e montaggio grazie alle innovazioni acquistate dal suo datore di lavoro.

Le prime opere di Alice Guy

Il suo primo lavoro Alice Guy lo realizza nel 1896, La fée aux choux: la storia di una fata-contadina che riesce a far nascere i bimbi sotto i cavoli per poi venderli a quelle coppie che vogliono formare ardentemente una famiglia. Il filmato dura 1 minuto e 30 secondi destando grande scalpore. Il successo è immediato e vengono vendute 80 copie del filmato. Dopo il suo primo lavoro, l’estro creativo della donna le permetterà di ideare nuove storie spaziando incredibilmente dalla commedia al dramma storico, per poi passare a generi ancora diversi come il teatro classico e il varietà.

Sperimenta nuove tecniche di ripresa, nuovi effetti speciali come ad esempio il montaggio di sequenze al contrario o l’utilizzo di schermature con cui realizzare scene multiple. Considerato il grande talento della sua dipendente, Monsieur Gaumont decide di affidargli il controllo del reparto cinematografico dell’azienda. Oltre a curare la regia dei suoi film, Alice supervisiona i costumi, le scene, il montaggio delle varie produzioni e anche il lavoro dei registi.

Gli albori della carriera di Alice Guy e il matrimonio con Herbert Blaché.

Dal 1896 al 1907 Alice Guy è stata in grado di realizzare come regista e produttrice 100 pellicole di diversi generi narrativi, come per esempio Les résultats du féminisme (1906) dove viene descritto un futuro ribaltato in cui le donne fumano il sigaro e leggono i giornali sedute in poltrona mentre gli uomini si occupano delle faccende domestiche; La vie du Christe (1906) in cui viene rappresentata la Passione di Gesù.

In quegli anni conosce Herbert Blaché, inglese che sposerà poco dopo e che lavora come lei alla Gaumont. L’uomo presto dovrà rappresentare l’azienda negli Stati Uniti, dunque anche lei lo segue con grande entusiasmo. Per un breve periodo decide di diventare mamma a tempo pieno per occuparsi della figlia Simone, ma la sua passione per il cinema è troppo grande: riprende dunque a lavorare occupandosi contemporaneamente anche dell’educazione della bambina e del suo secondogenito. Nel 1910, con grande coraggio, Alice fonda la compagnia di produzione Solax Company. È la prima donna al mondo a prendere un’iniziativa di questo tipo e con grande lena riprende a realizzare film curando anche la loro produzione. Sperimenta nuovi generi come il western, produce tantissime pellicole e inizia a guadagnare cifre molto alte per una donna.

Apre nel New Jersey il suo primo studio cinematografico e fa suo il motto “Be natural” invitando i suoi attori ad essere naturali nel corso della recitazione non assumendo atteggiamenti troppo artefatti.

Il declino di Alice Guy.

Presto però numerosi eventi come ad esempio la crisi energetica dovuta alla Grande Guerra che spinge gli addetti ai lavori ad emigrare nella West Coast, la concorrenza delle altre compagnie cinematografiche americane, mettono in crisi Alice che farà fatica a mandare avanti la sua compagnia. Le difficoltà economiche che dovrà affrontare saranno tantissime così come le vicissitudini familiari dovute all’abbandono del marito che l’ha tradita con una donna più giovane. Sarà dunque costretta a vendere il suo studio cinematografico all’asta nel 1922. Costretta a tornare in Francia con i suoi figli non riesce più a trovare il suo spazio nel mondo cinematografico accontentandosi di scrivere favole per bambini e racconti sentimentali pubblicate in alcune riviste e che firmava con lo pseudonimo Antoine Guy. Negli anni successivi riceve il colpo di grazia finale: molti dei suoi lavori non presentano più la sua firma. Dopo essere stata dimenticata per tanti anni, soltanto di recente si starebbe cercando di ricostruire il suo grande lavoro.

Fonte: Serena Dandini, Il catalogo delle donne valorose.

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