Recenti studi sembrano aver trovato un collegamento, seppur ancora in fase di approfondimento, che lega l’età biologica delle donne alla gravidanza e al parto.

Una gravidanza può regalare momenti piacevoli e altri meno, accompagnati magari da fastidi e dolori. Ma oltre a questo, dicono nuove indagini, c’è dell’altro: il periodo di gestazione e lo stesso parto, infatti, comporterebbero cambiamenti di certi marcatori nel DNA. Cambiamenti assimilabili a quelli dell’invecchiamento.

La metilizzazione del DNA: cos’è e come funziona.

La metilazione del DNA può indicare l’età biologica di una persona. Un gruppo metilico, infatti, è composto da un atomo di carbonio e tre atomi di ossigeno. Si tratta di un gruppo estremamente comune che si ritrova in molti composti come il metano, per esempio, ma lo si può trovare anche dentro al corpo umano, all’interno di aminoacidi e acidi grassi. Questo processo svolge ruoli importanti come, per esempio, la soppressione di informazioni genetiche potenzialmente dannose.

L’età biologica è flessibile.

Al contrario dell’inesorabile scorrere del tempo che risulta inclemente nei confronti dell’età anagrafica, l’età biologica risulta piuttosto variabile nel tempo. Lo scienziato biomedico Vadim Gadyshev (Harvard Medical School di Boston, in Massachussets) ha pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Cell Metabolism (art. 30, 31 e 32) proprio riguardo a questo tema. Nel suo studio si osserva come l’età biologica nei topi aumenta durante la gestazione per poi diminuire dopo il parto. Da qui l’idea secondo cui un effetto simile potesse verificarsi anche negli esseri umani.

Quindi la gravidanza invecchia?

Ci sono ancora pareri discordanti su questo tema. La dottoressa Dena Dubal (ricercatrice e specialista dell’invecchiamento presso l’Università della California, San Francisco), afferma che sia sbagliato ritenere che la gravidanza sia uno stato di invecchiamento accelerato. Che le metilazione cambia durante la gestazione è indubbio, ma secondo alcuni studiosi questo non è comunque un marcatore significativo dell’invecchiamento. Infatti, secondo questa fazione di scienziati, i cambiamenti della metilazione sono uno sviluppo normale, all’interno del corpo della donna, che deve accogliere e far crescere una nuova vita.

Lo studio sulle donne.

Tuttavia, lo studio svolto dagli scienziati sugli esseri umani, dimostra che effettivamente l’età biologica aumenta e poi diminuisce anche se poi non tutte le donne hanno lo stesso recupero dopo la gravidanza. Secondo quanto emerso dai loro risultati, infatti, le donne con un peso al limite dell’obesità prima della gravidanza hanno perso meno anni di età biologica nei primi mesi dopo la nascita del bambino rispetto a chi era considerata normopeso. Al contempo, sembra che chi allatti naturalmente abbia un abbassamento dell’età biologica maggiore rispetto a chi utilizza latte artificiale.

Ovviamente, questi e molti altri fattori sono spesso e volentieri imprescindibili e indipendenti dalla nostra volontà. Per tanto, e anche i ricercatori ci tengono a precisarlo, non c’è da creare inutili allarmismi o preoccupazioni. Questo perché, come già specificato, l’età biologica è estremamente flessibile e varia molto durante la vita di un individuo (anche lo stress, per esempio, la influenza!). Inoltre pare che, almeno dagli studi condotti fino a ora, la gravidanza possa avere un’alterazione di massimo due o tre anni di età biologica quindi… nulla di grave!

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