Negli ultimi tempi la pratica dello yoga con i cuccioli è diventata molto popolare sui social. Ma secondo il Ministero della Salute non rispetta le normative sulle attività con animali. Abbiamo chiesto a tre veterinarie il loro parere in merito a questa pratica.

Il mondo del fitness si apre a una novità ritenuta da molti esperti uno dei trend più famosi di quest’anno, sia in Italia che all’Estero: il Puppy Yoga. Questa nuova disciplina, nata pochi anni fa negli Stati Uniti con il nome di “doga”, una fusione tra yoga e dog (cane). Successivamente rapidamente “adottato” in Inghilterra, Australia e Canada. Si diffonde quest’anno in Europa: Parigi, Madrid, Londra e, infine, Milano e Roma. Tale disciplina prevede sessioni di 20 minuti di yoga e 40 minuti di coccole e giochi con cuccioli di poche settimane, tutta la settimana e soprattutto nei week-end.

Cosa si nasconde dietro questa “pratica”

I cani utilizzati sono generalmente cuccioli di razza, in un’età delicatissima per il loro sviluppo sociale, emotivo e cognitivo: alcuni hanno solo sei settimane, mentre per legge, dovrebbero stare con la madre almeno per le prime otto settimane di vita. Chiara Tosini, medico veterinario specializzata in GpCert exotic animal practice. “È una modalità di socializzazione scorretta ed espone i cuccioli ad interazioni che possono essere traumatizzanti, considerando anche i rischi sanitari in un’età così delicata. È un modo per attirare le persone e vendere i cuccioli. Penso che non ci sia proprio il dubbio in merito alla scorrettezza dell’iniziativa. Alla luce inoltre di tutta la corposa normativa italiana sull’attività assistita con gli animali”, afferma.

Molto spesso i cuccioli non hanno terminato né la profilassi vaccinale né la sverminazione, che consentirebbero loro di entrare in contatto in sicurezza con le persone. A detta di molti, il Puppy Yoga non è altro che una vetrina per commercianti senza scrupoli, che mirano al loro benessere esclusivo a scapito degli animali. I problemi più gravi, però, derivano da un vero e proprio maltrattamento che i cuccioli subiscono. I cagnolini coinvolti nelle sessioni, il più delle volte, sono esposti a troppi stimoli per molte ore. E vengono lasciati senza acqua e cibo per evitare che sporchino la sala urinando.

Silvia Casali, medico veterinario esperto di comportamento con metodo cognitivo relazionale, interventi assistiti con animali e coadiutore di cane, gatto e coniglio. “I cuccioli tendenzialmente non devono essere allontanati dalla madre prima dell’ottava settimana di vita. Perché è proprio in questo periodo in cui la madre li aiuta, sorregge e insegna loro l’autocontrollo e l’autonomia. Il cucciolo che sta scoprendo il mondo in una famiglia umana deve necessariamente essere sorretto da noi umani, che abbiamo un ruolo fondamentale in questo processo”, ci dice.

Il cane, ancora piccolo, inizia a scoprire molte cose nuove e sconosciute.

È adesso che impara a controllarsi e a conoscere e gestire le proprie emozioni a seconda del contesto. Fa delle prove, a volte sbaglia ed il nostro ruolo è fondamentale nell’offrirgli un supporto emotivo, una comunicazione coerente ed una presenza costante. È necessario che le esperienze siano positive. Come si fa a coniugare tutto questo con un’attività in cui ci sono molti cuccioli, ognuno dei quali non competente e senza una base sicura che lo assista? Siamo proprio sicuri che sia un’attività positiva per loro? Le esperienze che faranno in questo periodo li segneranno per la vita. Siamo in grado di valutare il loro stato d’animo? Non credo. Chi ha davvero a cuore il benessere animale non proporrebbe mai un’attività come questa”, continua.

“Fu un’inchiesta inglese di qualche mese fa, realizzata da Sam Leader, Daniel Hewit e Imogen Barrer, che per prima ha messo in luce tutte le negatività di questa pratica, evidenziando come in realtà non c’è alcun effetto benefico sui cuccioli. Le persone, come abbiamo avuto modo di constatare nei vari servizi, sull’onda emotiva delle sensazioni di benessere provate, grazie al contatto con i cuccioli, sono spinte a fare una scelta senza realmente riflettere sull’impegno e sulle conseguenze che questa pratica realmente implica. Nonostante queste lezioni siano molto più costose rispetto alle classiche, sono subito sold-out ovunque.

Rosangela Bontempo, specializzata in fisiopatologia della riproduzione degli animali domestici e in laser-terapia veterinaria, afferma: “Ancora una volta l’uomo utilizza gli animali come strumenti. Non è una pet-teraphy, ovvero un aiutarsi vicendevole tra uomo e animale, ma un voler strumentalizzare l’animale. I cuccioli che non hanno ancora raggiunto le sei settimane, devono necessariamente essere accuditi dalla madre perché è colei che da l’imprinting a livello di comportamento. Metterli in contatto tra di loro e con altre persone senza la dovuta profilassi vaccinale e la sverminazione, può essere un rischio per il cucciolo stesso. Quelli che rischiano non sono certo le persone ma i cuccioli. Si tratta dell’ennesimo atto di egoismo della specie umana nei confronti degli animali, che vengono utilizzati come giocattoli”, conclude.

La nota del Ministero della Salute.

Lunedì 29 Aprile, il Capo Dipartimento One Health, Giovanni Leonardi, con una nota interna, ha stabilito che le sedute di yoga con i cani rientrano nelle attività di IAA (Interventi Assistiti con Animali) e per questo, non possono mai essere impiegati cuccioli. Il dipartimento nazionale che si occupa della salute animale, che fa parte del Ministero della Salute, ha ribadito che questa pratica va considerata come una “attività assistita con gli animali” (Aaa) e deve quindi rispettare tutte le normative che regolano questo genere di attività. In particolare sono legali attività di cosiddetta “pet therapy” solo con animali adulti: quelle con cuccioli non possono quindi essere organizzate.