La scrittrice che si definì aliena, a sé stessa e al tempo in cui viveva. Aliena lo è anche riguardo alla nostra letteratura infatti, nonostante sia stata una delle maggiori protagoniste del Novecento.
Luce D’Eramo, l’aliena viaggiatrice del tempo, per cui scrivere era un atto di coscienza. Una delle maggiori donne protagoniste del Novecento.
La sua famiglia
Luce D’Eramo, alla nascita Lucette Mangione, nasce il 17 giugno del 1925 a Reims, in Francia.
Figlia di genitori italiani, Publio e Maria Concetta: lui pittore, pilota durante la Prima Guerra Mondiale, ed ingegnere, in Francia il padre della scrittrice si occupava di costruzioni.
La moglie segretaria del Fascio, entrambi i coniugi si occupano di aiutare gli italiani presso la casa degli Italiani.
La famiglia Mangione visse a Parigi per quattordici anni, poi nel 1938 rientrano in Italia stabilendosi ad Alatri. Lucette diventò Luce e per la ragazzina il passaggio dalla metropoli parigina alla realtà provinciale di Alatri fu uno choc.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale
Poco dopo lo scoppio del secondo conflitto bellico, il padre fu richiamato alle armi, Luce si iscrive all’università e ai GUF, rafforzando il proprio credo fascista.
Con la caduta del regime i Mangione lasciano Roma per trasferirsi a Bassano del Grappa, dato che suo padre venne nominato sottosegretario all’aviazione della Repubblica di Salò.
Cominciano a circolare delle voci sui campi di lavoro degli alleati tedeschi, fu così che Luce D’Eramo a diciannove anni decise di sondare di persona e partì per la Germania.
Una volta sul posto, il suo credo politico inizia a vacillare, fino a crollare completamente quando testa di persona la Germania del male.
Tenta il suicidio, fu tacciata come comunista e soltanto per riguardo al padre, fu salvata e rimpatriata a Verona. Luce D’Eramo però non volle nessun trattamento di favore, salì su un camion stracolmo diretto al campo di Dachau.
L’incidente
Il 27 febbraio del 1945, Luce D’Eramo si trova a Magonza, scappata da Dachau, è in questa città per aiutare la popolazione sfollata.
Una mattina, una bomba al fosforo a scoppio ritardato deflagrò tra le macerie degli edifici bombardati, Luce fu travolta dal crollo di un muro che le spezzò la colonna vertebrale condannandola alla paralisi a vita.
Tornata in Italia trascorse alcuni mesi in ospedale a Bologna dove conobbe il futuro marito, Pacifico D’Eramo, da cui ebbe il figlio Marco. Pochi anni dopo l’amore finì e la coppia si separò.
Luce D’Eramo autrice
Luce D’Eramo volle conoscere il male delle persecuzioni naziste, una donna costretta a muoversi in sedia a rotelle a partire dai diciannove anni e riuscì a sublimare i suoi dolori e le sue angosce nella scrittura.
Si dedicò alla scrittura sin da giovanissima, nell’autobiografia Io sono un’aliena narra di un primo scritto, La teoria del divino equilibrio composto durante l’anno dell’ultimo liceo. I primi racconti sono datati 1943 e nascono dal drammatico laboratorio narrativo della guerra.
Tra i suoi scritti ricordiamo Deviazione, che cominciò a scrivere pochi anni dopo la fine della guerra, ma che vide la luce solo nel 1979.
Deviazione è un’autobiografia sulle drammatiche esperienze della sua gioventù e sulla devastazione fisica e morale che produce la guerra.
La sua paralisi non le impedisce di girare il mondo.
Viaggia in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone, dove raccoglie esperienze per i suoi scritti e tiene conferenze letterarie.
Luce D’Eramo muore a Roma il 6 marzo del 2001 e viene sepolta nel Cimitero Acattolico di Roma.