Il prezzo della guerra: Briseide è il personaggio principale del romanzo di Eleonora Fasolini, La schiava ribelle (Newton Compton).

La schiava ribelle. Omero nell’Iliade racconta gli ultimi 51 giorni della guerra di Troia che, ormai, si protraeva da dieci anni. Una guerra senza vincitori né vinti, ma unicamente un terreno disseminato da cadaveri di giovani soldati venuti a combattere una guerra, a tratti, inutile. Una guerra spinta dalla rabbia e dall’idea del possesso per una donna: Elena. Achei e Troiani che combattevano, per ordine i primi, per difendersi e salvarsi i secondi. Da questo scenario epico parte il racconto scritto da Eleonora Fasolino, La schiava ribelle pubblicato da Newton Compton Editori. Link per l’acquisto: Fasolino-Schiava Ribelle

L’autrice, in questo romanzo che cattura fin dalle prime righe con una scrittura agile e ricca di particolari, pone l’attenzione su una figura femminile che tutti noi abbiamo imparato a conoscere quando, a scuola, studiavano l’epica: Briseide, la figlia di Brise, il cui vero nome era Ippodamia di Lirnesso.

Eleonora Fasolino
Eleonora Fasolino
Una donna divisa fra due amori

Briseide, resa schiava dagli Achei, finisce tra le mani di Achille e del suo fedele amico Patroclo. All’inizio, laragazza e il Pelide si “scontrano”: due mondi diversi che entrano in rotta di collisione e che non lascia presagire nulla di buono. Il marito di lei, Minete, è morto e Briseide piange per non aver fatto la stessa fine. Non osa immaginare quale destino abbiano in mente gli dei per lei. Perché come dice l’autrice nel corso del romanzo: “Gli dei giocano a dadi con la vita degli uomini”.

Il tempo, però, farà capire a Briseide che il divino Achille non è solo lo spietato guerriero, re dei Mirmidoni, ma anche un uomo con sentimenti e carico di sofferenze, causate dalla sua natura semidivina. Infatti, nel corso delle pagine, vediamo venir fuori un’immagine di Achille ricca di umanità e sfumature. Non c’è solo il guerriero, ma anche l’uomo; lo stesso discorso si ha con la figura di Patroclo che, come molti già sanno, sarà ucciso per mano di Ettore. Con il trascorrere dei giorni, Briseide si innamorerà di entrambi, provando sentimenti ed emozioni mai sentite fino a quel momento. Scene di sesso esplicite ma mai volgari umanizzano questi protagonisti e ci mostreranno anche l’ambiguo rapporto tra Patroclo e Achille. Sentimenti che, tra le righe del romanzo, faranno da sfondo alla storia d’amore impossibile tra Achille e Briseide.

Una regina senza re

Poco prima di essere ucciso da Paride, Achille sposa Briseide, incinta di lui, per garantirle un ritorno nel regno di Ftia dove potrà essere al sicuro come regina dei Mirmidoni. Straziante è l’ultimo dialogo fra i due e altrettanto forte è l’immagine di Briseide nell’Ade, su intercessione di Teti, alcuni anni dopo, per rivedere un’ultima volta il suo amato Achille.

Il canto di Omero

Nel regno di Ftia, insieme al figlio di Achille, crescerà il figlio di un soldato Acheo a cui Briseide era molto legata: Kalodote. Il bambino porta il nome del padre in suo onore ma, ha problemi di vista e tutti lo chiamano Omero. Il fanciullo sempre vorrà ascoltare il racconto della guerra di Troia dalla voce di Briseide, mostrando, sin da piccolo, grandi doti di cantore. E il resto è storia!

Eleonora Fasolino regala al suo pubblico un piccolo gioiello che fa assaporare anche l’aspetto umano di una guerra. Donne e guerrieri che si trasformano sull’onda degli eventi e che vedono cambiare continuamente il proprio destino. Non sono solo gli dei a giocare con la vita degli uomini, ma anche gli uomini stessi possono essere gli artefici del proprio destino.