ABITI ICONICI: MARILYN MONROE – HAPPY BIRTHDAY, MISTER PRESIDENT

New York, Madison Square Garden. Compleanno del presidente degli USA, John Fitzgerald Kennedy. È il 19 maggio 1962 e, sul palco, davanti a una folla di quindicimila persone, Peter Lawford sta riempiendo i minuti in attesa dell’ospite. I riflettori si sono accesi già due volte, in vano, illuminando uno spot vuoto e Lawford inizia a chiedersi si lei arriverà o no. Non è famosa per la sua puntualità, dice, sollevando le risate degli astanti. Alla terza chiamata, un boato gli fa capire, ancora prima che possa voltarsi a vederla, che è arrivata.

La chioma bionda vaporosa, lo sguardo pigro e il sorriso programmato per sedurre. Avvolta in una pelliccia di ermellino, raggiunge il centro del palco a piccoli passi.

Lawford la presenta con una frase che, con il senno di poi, suona profetica: “Mr President, the late Marilyn Monroe”. Sì, perché quel late, per definirla ritardataria, significa anche defunta, compianta. Nessuno può saperlo ancora, ma quella sarà l’ultima apparizione pubblica della diva, che verrà trovata morta, appena due mesi più tardi, nella sua casa di Los Angeles.

Però lei è lì e, appena Lawford le lascia il palco, lei si fa cadere l’ermellino di dosso, levando un nuovo boato del pubblico.

Marilyn è nuda?!

È ciò che si domandano tutti, mentre lei sta lì, davanti a quindicimila persone abbagliate dallo scintillio dei brillanti che le ricoprono il corpo.

Ma non è nuda, no. L’impressione però è quella.

Marylin indossa un abito seconda pelle, così aderente che fatica a muoversi (ecco il perchè dei passettini di prima), non porta nemmeno l’intimo e la leggenda narra che le sia stato letteralmente cucito addosso.

La stoffa di cui è fatto è un sottilissimo velo di marquisette dello stesso colore della sua pelle, al limite della trasparenza, un inferno da cucire per le sarte perché il filo è più spesso del tessuto stesso. Il vestito è tempestato di cristalli, 2500 per la precisione.

Bob Mackie (il dio dei costumi della Broadway degli anni ’70) aveva 22 al tempo, muoveva i suoi primi passi nel mondo della moda e faceva parte del team di Jean Louis che disegnò il Mr President dress.

Mackie racconta che Marilyn voleva essere stupefacente, voleva qualcosa da lasciare a bocca aperta la gente e l’idea era proprio dare l’impressione che fosse nuda, coperta solo da diamanti che creavano un prezioso effetto vedo non vedo, accentuato dai riflettori.

Il Mr President dress è da considerarsi un vero e proprio manufatto artistico.

Venduto all’asta nel 2016 per 4,81 milioni di dollari, è il vestito più costoso di sempre e non solo per la maestria sartoriale con cui è confezionato, ma anche alla storia intrinseca a cui è legato.

Il vestito aggiungeva scandalo allo scandalo perché già da tempo (sei anni per la precisione) si parlava della relazione clandestina tra Marilyn e il presidente Kennedy.

Presidente che, lì, alla celebrazione ufficiale del suo compleanno, era stranamente solo. Jackie non c’era e la sua assenza in un’occasione così ufficiale, unita alla presenza di Marilyn, sexy e ammiccante, fece molto discutere.

Anche se c’erano quindicimila persone sembrava un festeggiamento intimo, a due, con lei, l’amante, che cantava con voce sottile e tono malizioso Happy Birthday, e quella risatina sfuggitale dopo il Mr President ha fatto pensare a tutta l’America che fosse così che lei lo chiamava nell’intimità.

Nessuna altra star di Hollywood nella storia ha mai attirato così tanta attenzione per ciò che indossava. Marilyn Monroe era i suoi vestiti e i suoi vestiti erano Marilyn Monroe.

Conosceva il potere della moda.

Spesso non indossava nemmeno la biancheria sotto, per non rovinare la linea di un abito e li considerava una cornice perfetta per mettere in risalto la sua figura.

E nessun abito l’ha valorizzata più di quello che ha indossato per cantare Happy Birthday al presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy. Questo vestito è il ventesimo secolo: da solo unisce cultura pop e politica.