Titolo: La libreria dei desideri
Autore: Claire Ashby
Genere: Sentimentale
E anche oggi eccomi a farvi compagnia dopo essere andata a caccia di un nuovo libro di cui voglio proprio parlarvi… siete pronti? comodi in poltrona? mi raccomando perché il mio intimo desiderio, dopo che avrete finito di leggere la mia recensione, è proprio quello di vedervi schizzare a prendere questo libro e tornare nella vostra comoda poltrona per leggerlo…
Sto parlando del romanzo La libreria dei desideri di Claire Ashby.
Ammetto che anche questo è uno di quei libri che mi sono ritrovata per caso tra le mani. Non l’ho scelto. Anche qui (come spesso mi capita) non conoscevo né il titolo, né l’autrice. Ma quando l’ho visto il titolo mi ha ispirato, così come la copertina.
Ora però prima di partire a raccontarvi le mie impressioni, come sempre, vi anticipo qualche parola sulla trama.
Meg Michaels, giovane proprietaria di una libreria, si sta leccando ancora le ferite per aver chiuso, una dopo l’altra, due storie con due uomini sbagliati. Durante una festa a casa di amici conosce Theo Taylor, un medico dell’esercito in congedo, che per puro caso scopre il suo segreto: Meg è incinta. Theo è stato ferito in guerra e sembra un tipo scontroso e orgoglioso, ma nasconde in realtà un lato dolce, discreto e premuroso. Tra i due, giorno dopo giorno, nasce un legame strano, fatto di dettagli e confessioni, di comprensione… e di una straordinaria attrazione fisica che coglie entrambi di sorpresa. Tra uno scaffale da riordinare, una pila di bestseller da spolverare e una vita che nasce, Meg sarà capace di darsi di nuovo la possibilità di essere felice?
E ora ecco qui la mia opinione.
Ho iniziato a leggerlo scettica anche perché confesso che la quarta lasciava un po’ il sapore del polpettone melenso e patriottico. Confesso altresì che io non amo i libri patriottici. E non faccio distinzione di patria. Ma, soprattutto, non impazzisco per i libri che parlano di reduci. So che sembrerò cinica ma è inutile che menta, è un argomento che non mi ha mai toccato più di tanto né il cuore né tanto meno ha suscitato la mia curiosità. Tra le pagine de La libreria dei desideri, però, ho trovato qualcosa d’altro. Anche se il tema del reduce non può essere ignorato.
Il protagonista viene però descritto come un uomo tormentato che in fondo ha la voglia di uscire dal suo tunnel. Non come certi personaggi visti in film o letti in alcuni libri che in un certo qual modo si permettono le peggio cose solo perché si ritrovano nella condizione di essere dei reduci. Feriti, mutilati, scossi fin nel profondo e pertanto autorizzati a trattare il mondo circostante come se fosse spazzatura. Solo perché convinti di aver pagato un prezzo senza aver chiesto di poter combattere una guerra. Alla fine a me dà sempre un po’ l’impressione del tanto non è colpa mia ma è la società che mi ha messo in questa condizione. Fermo restando che una società che costringe i suoi giovani a combattere una guerra segnandoli per sempre invece di vederli come potenziali risorse per il futuro del Paese fa veramente schifo. Ciò non toglie che l’essere vittima non giustifica nessuno a diventare, a propria volta, carnefice.
Comunque queste sono opinioni del tutto personali. Scritte solo per spiegare per quale motivo ho letto fino all’ultima pagina e ho amato un libro dove il protagonista è un reduce, un libro che ho cominciato a leggere con mille riserve proprio per questo motivo.
Scritto bene. Scorrevole. Denso ma non prolisso. Grande dono questo dell’autrice. I protagonisti sono tratteggiati bene, forse un po’ debole la figura del fratello gemello ma come contorno regge bene. Meg è ingenua, soprattutto perché è convinta di poter nascondere una gravidanza. O forse è solo spaventata. In fondo questo figlio non lo vuole.
Theo non ha mezze misure. Lei gli piace, sa che è incinta e non si fa alcun problema a dimostrarle che dovrebbe andare fiera di quel ventre che cresce sempre di più giorno dopo giorno. Nonostante il suo carattere scontroso e scorbutico, lui riesce ad esserle vicino nel modo migliore, considerando il periodo delicato che lei sta vivendo, come amico prima. Un legame che si stringe sempre di più. Nasce una storia che nella mente di lei è destinata a concludersi. In fondo ha in grembo il figlio di un altro uomo. Lui ha un sacco di problemi. Meg non lo può biasimare se prima o poi se ne andrà.
Però i giorni passano. E diventano mesi. La gravidanza procede e Theo è sempre lì. Che la aiuta a sistemare l’appartamento, che la accompagna ad acquistare abiti, che fa l’amore con lei, nonostante il pancione, con una sensualità e una passione che credo ogni donna in gravidanza sognerebbe di trovare nel proprio compagno (che sia o meno il padre del figlio che porta in grembo). E forse anche quelle non in gravidanza.
Un libro decisamente commovente. Sensuale nei passaggi intimi che la Ashby descrive sempre in modo delicato e mai volgare. La costruzione di un amore, fatta di dettagli, confessioni, fiducia, comprensione, perdono e attrazione fisica. Tutti ingredienti basilari perché da questo amore nasca anche una famiglia.
Un libro consigliato a tutti coloro che amano i libri romantici. Che amano emozionarsi e magari versare qualche lacrima.
…e nel darvi appuntamento al nostro prossimo incontro tra queste pagine vi saluto perché sono certa che state già scappando per andare a recuperare questo libro e cominciare a leggerlo… e io non intendo trattenervi oltre.
Baci e abbracci dalla vostra Adele!
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