Rita Levi Montalcini è stata una delle più grande scienziata italiane del XX secolo: è l’unica italiana ad aver vinto il Premio Nobel per la Medicina 1986 ed è stata la prima donna a essere ammessa all’Accademia Pontificia.

I PRIMI ANNI

Classe 1909, Rita Levi Montalcini proviene da una famiglia di origini ebree. Fin dai suoi primi anni, la Montalcini dimostrò – per sua stessa ammissione –  una tenacia notevole nel perseguire i suoi obiettivi e una disinvolta noncuranza per gli ostacoli che avrebbe potuto incontrare. Di carattere mite e spontaneamente portata a vedere il meglio nelle persone, la più grande difficoltà di Rita negli anni della formazione fu quella derivante dall’aver ricevuto un’educazione di stampo vittoriano per quanto riguarda i rapporti genitori/figli e alla suddivisione dei ruoli sociali sulla base del genere. In particolare, suo padre riteneva che una donna non avrebbe dovuto praticare una professione, per non sottrarre tempo ai doveri di moglie e madre.

La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo. […] L’assenza di complessi psicologici, la tenacia nel seguire la strada che ritenevo giusta, l’abitudine a sottovalutare gli ostacoli – un tratto che ho ereditato da mio padre – mi hanno aiutato enormemente ad affrontare le difficoltà della vita. Ai miei genitori devo anche la tendenza a guardare gli altri con simpatia e senza diffidenza.

GLI ANNI DELLE PERSECUZIONI

Nonostante il disaccordo paterno, la Montalcini si iscrisse nel 1930 alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino, laureandosi summa cum laude nel ’36. Si specializzò poi in neurologia e psichiatria ma nel ’38 in seguito all’emanazione delle leggi razziali fu costretta a rifugiarsi in Svizzera, dove fu ospite dell’Istituto di neurologia e potè continuare i suoi studi sul sistema nervoso. Tornò in Italia nel 1940 e pur di non interrompere le sue ricerche, allestì un piccolo laboratorio nella sua stessa camera da letto! Scampata miracolosamente alle deportazioni, la Montalcini si unì alle forze alleate come medico militare nel 1944.

LA PARENTESI AMERICANA

Nel 1947 Rita Levi Montalcini accettò un incarico alla Washington University e cominciò una permanenza sul suolo americano che sarebbe durata trent’anni. Qui, realizzò gli esperimenti fondamentali che la condussero, nel 1951, alla scoperta del fattore di crescita nervoso, una proteina che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Questa scoperta le varrà il premio Nobel oltre 30 anni dopo.

Parallelamente al lavoro negli Stati Uniti, Rita Levi Montalcini continuò a seguire diversi in progetti anche in Italia, per conto del Centro nazionale delle ricerche, dell’Istituto superiore di Sanità, della Fao e di numerose società scientifiche. Non si sposò mai, dedicando la sua vita alla scienza e all’impegno sociale.

Nonostante lo scandalo della casa farmaceutica Fidia (che commercializzò un farmaco avallato Montalcini che poi rivelò avere effetti collaterali mortali per il 10% dei pazienti), non fermò mai le sue ricerche e il suo impegno sociale.

L’IMPEGNO SOCIALE

Non si può parlare di Rita Levi Montalcini senza citare il suo grande impegno umanitario. Insieme alla sorella gemella Paola infatti si fece promotrice di iniziative volte a finanziare la formazione scientifica dei giovani, con un occhio di riguardo alle donne africane che grazie alla Fondazione Rita Levi Montalcini furono incoraggiate a studiare per assumere il ruolo di leader scientifiche e sociali nei loro paesi d’origine. Molte furono inoltre le iniziative benefiche alle quali prese parte, devolvendo premi e guadagni nel corso della sua lunga carriera (inclusa una parte del premio in denaro derivante dal Nobel)

GLI ULTIMI ANNI

Benedetta da una insolita longevità, la sua salute cominciò a vacillare quando compì 90 anni, senza che lei se ne preoccupasse troppo, continuando a portare avanti le campagne contro le mine antiuomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società.

Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente 

La Montalcini fu inoltre Senatore a vita fino al 2012, anno della sua scomparsa all’età di 103 anni.