India, Bombay, 24 ottobre 1892. Il monsone si sta ritirando, quando il piroscafo Osiris attracca al porto di Bombay.
Insieme a mercanti, cartografi, militari e gentildonne inglesi, ne discende una giovane vedova proveniente da Liverpool. Sguardo fiero e maniere raffinate, Kathleen Allelby ha attraversato il mare per realizzare il sogno di aprire una boutique nella città indiana.
Non tutto ciò che afferma, però, corrisponde al vero. Il suo passato è segnato da violenza e abusi, per questo motivo ha intrapreso un viaggio che mettesse più distanza possibile tra lei e l’Inghilterra. Desidera solo poter ricominciare da capo ed essere libera, ma, quando proprio il passato la raggiunge in quell’angolo d’Impero, si convince che per lei non potrà mai esserci alcuna possibilità di riscatto.
Per il capitano Adrian Hayter, l’Esercito è la vita. Crede nella Patria, nell’Onore e nella Disciplina. Figlio di un eroe di guerra, ha lavorato duramente per ottenere rispetto e ubbidienza. Tuttavia, le sue origini sono da sempre oggetto di indiscrezioni e maldicenze, ed è quindi imperativo per lui agire con prudenza, affinché nulla possa macchiare la sua reputazione. Incontrare a Bombay l’unica donna che desidera, ma che non può avere, costituisce una tentazione contro la quale sarà costretto a combattere.
Le regole della società li dividono, ma a unirli è un sentimento capace di mettere in discussione ogni loro certezza. Tra i colori e i profumi dell’India coloniale, un uomo e una donna rivendicano il loro diritto di vivere.
Ma tutto ha un prezzo, anche l’amore.
Meraviglioso! Ecco come potrei descrivere questo romanzo, se dovessi usare una sola parola.
Innanzitutto vi dico che questo è il secondo volume della serie Amori di fine secolo, il primo è Emmeline, ma si tratta di volumi autoconclusivi. Sin dall’istante in cui ho letto la trama sono rimasta incuriosita dalla storia di Kathleen e Adrian, modista e soldato, e man mano che mi immergevo tra le pagine il mio entusiasmo cresceva sempre più.
Quello che principalmente mi ha rapita è stata la caratterizzazione di Kathleen. Questa povera ragazza ne ha passate di tutti i colori, eppure è sempre riuscita a rialzarsi con grande dignità e con grande forza. La sua storia è un lungo viaggio, pieno di insidie, dolore e abbandono.
Spesso mi sono chiesta se sarebbe mai riuscita a lasciarsi andare con Adrian, ad abbassare la sua corazza e a riacquistare la fiducia verso il genere maschile. Altre volte mi sono domandata se lui, invece, fosse davvero meritevole, oppure dietro le maniere da uomo forte e deciso si nascondesse un uomo come tutti quelli che la ragazza aveva incontrato in precedenza; uomini che prendono senza dare, che spezzano il cuore e abbandonano, che si fermano solo all’attrazione fisica dimenticandosi di quella del cuore. Eppure non è stato così. Anche il passato del bel soldato non è decisamente tutto rose e fiori, ha vissuto anni con pettegolezzi e bisbigli dietro le spalle, ma è riuscito a far conoscere il suo valore. Quando incontra Kathleen il suo asse si sposta, non è più solo la sua posizione all’interno dell’esercito ad essere importante, ma lo è la modista che tra avvicinarsi e allontanarsi gli fa perdere la testa e provare sentimenti totalizzanti che nessuna donna era mai riuscita a trasmettergli.
Voglia di indipendenza, rinascita e riscatto traspaiono dalle pagine, dalle azioni e dai sogni di una donna la cui vita è stata stravolta per pura avidità. Lo stile dell’autrice è impeccabile, scorrevole e le descrizioni sono davvero accurate. È stato davvero facile immaginarsi l’India vissuta dai nostri due protagonisti. Se anche voi amate i romanzi storici, volete fare un viaggio tra Londra e India e amate le storie dolce amare, allora vi consiglio di leggere La modista di Bombay.
“Era questo che faceva l’amore? Gli conferiva debolezza, privandolo del sangue freddo di cui si era sempre vantato?”
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