Tra le storie natalizie che ogni anno ci piace ricordare c’è senza dubbio quella dello Schiaccianoci. Con il suo incanto, la storia e la musica, rievoca a pieno diritto l’atmosfera del Natale rivestendoci di magia. La storia di Clara e del suo schiaccianoci nasce dalla novella di Ernst Amadeus Hoffman Schiaccianoci e il re dei topi del 1816 anche se, per mettere in musica e danza la vicenda, venne scelta la versione più morbida di Alexandre Dumas padre del 1845. Sono il coreografo Marius Petipa e il compositore Petr Ilic Cajkovskij a progettare lo spettacolo dello Schiaccianoci nel 1892, donando all’immortalità uno spettacolo per gli occhi.
LA STORIA DELLO SCHIACCIANOCI
La vicenda è piuttosto nota: alla vigilia di Natale, Clara e Fritz Stahlbaum, partecipano alla festa natalizia organizzata dalla famiglia. Tra gli invitati c’è anche lo zio Drosselmeyer, una sorta di inventore che porta regali a tutti i bambini presenti e dona a Clara un magnifico Schiaccianoci a forma di soldatino. Fritz però, geloso di quel bellissimo regalo, lo danneggia. È Drosselmeyer a sistemare il giocattolo, facendo rasserenare subito la piccola Clara. Ma la festa finisce, arriva il Natale allo scoccare della mezzanotte, tutti vanno a dormire ed è proprio in quel momento che avviene qualcosa di magico: i giocattoli si animano e arrivano dei topi, e tutti iniziano a battagliare.
Clara assiste stupefatta a tutto ciò, così come osserva lo Schiaccianoci prendere vita e partecipare alla battaglia. La bambina non si fa prendere dalla paura e dallo sconforto, ma anzi aiuta lo Schiaccianoci a sconfiggere il Re dei topi. Ed è proprio qui che inizia la vera e propria magia poiché lo Schiaccianoci la conduce in regni immaginifici, fantastici, fatti di colori e danze. Al termine dell’ultimo Valzer, Clara torna nel mondo reale poiché tutto ciò che ha vissuto è stato soltanto un bellissimo sogno.
IL SOGNO DI CLARA
Lo Schiaccianoci in realtà, quando fu messo in scena, non ebbe il successo che riscuote ancora oggi. E per l’appunto, atmosfera magica e natalizia a parte, cosa fa grande questo balletto?
Senza dubbio, a parte le fantastiche musiche di Cajkovskij, uno dei motivi per cui va considerato è il sogno di Clara. La vicenda è quasi per intero ambientata in un sogno fatto dalla ragazzina.
Fin da bambini ci sentiamo ripetere che a Natale tutto può succedere, ancorati come siamo all’illusione che questo periodo magico possa riportare indietro felicità e amori perduti, così come i bambini aspettano di scartare i regali sotto l’albero.
Il sogno è la dimensione in cui è tutto possibile. In una visione onirica possiamo essere eroi, ritrovare persone perdute, fare viaggi in luoghi che abbiamo visto o che vorremmo visitare.
I sogni sono le porte di accesso al nostro io più nascosto, quello indomito, che non nasconde le nostre paure ma le svela e le affronta. Clara, quando il fratello le rompe lo schiaccianoci, si dispera. Nel suo sogno invece combatte al fianco dei giocattoli senza alcun timore. I sogni sono rifugi sicuri dove correre, quando la realtà ci spaventa. Sono posti meravigliosi che non conosceremo mai a occhi aperti ma dai quali possiamo imparare.
La Clara bambina che scarta il suo regalo diventa la ragazza che affronta e sconfigge il Re dei topi, quasi a significare il passaggio dall’età infantile a quella adulta nella quale dobbiamo iniziare a prenderci le nostre responsabilità.
Lo Schiaccianoci è l’aiutante senza macchia e paura, l’amico fedele che tutti vorremmo avere vicino, il ponte per la magia e la bellezza che se soltanto volessimo, potremmo ritrovare anche nella nostra realtà.
Basterebbe soltanto credere un po’ di più nella magia degli incontri, nei rapporti umani, nelle potenzialità che dovremmo sfruttare soltanto per costruire, e non demolire ciò che ci circonda.
Il sogno di Clara, e le atmosfere incantate dello Schiaccianoci, ci dicono ancora oggi che non occorre soltanto sognare ma trasportare il sogno nella realtà, sgusciare via dalle incertezze e realizzare ciò per cui siamo venuti al mondo.
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