I Nativi Americani sono un popolo che noi conosciamo poco in quanto non compaiono mai nei libri di storia (perché la Storia, come si sa, viene scritta dai “vincitori” e tende a dimenticare i “vinti”) oppure del quale abbiamo un’immagine mistificata, che non corrisponde alla realtà: pensiamo a tutti i film western nei quali vengono dipinti come i cattivi da sconfiggere, i selvaggi assetati di sangue che attentano alla vita dell’uomo bianco. Dimenticatevi di tutto questo perché, al contrario, dai Nativi c’è solo da imparare. Essi rappresentano un vero e proprio tesoro di saggezza, conoscenza e spiritualità inestimabile che, forse, l’uomo bianco non ha mai posseduto.
Arrivati nel Nord America dall’Asia attraverso quello che oggi conosciamo come lo stretto o istmo di Bering più di ventimila anni fa, le loro credenze, il loro misticismo e il loro simbolismo non hanno mai smesso di affascinare coloro che si approcciano alla storia, alla cultura e al modo di vivere dei Nativi Americani.
In questo articolo parleremo di un aspetto molto importante della loro cultura: il loro calendario.
Come ben sappiamo, il calendario nasce dall’esigenza dell’uomo di suddividere, calcolare e identificare precisi periodi di tempo. Per quanto riguarda i Nativi dell’America settentrionale, se in altre regioni del Messico e dell’America Centrale il metodo per calcolare il tempo aveva raggiunto stadi più avanzati, essi utilizzarono metodi più semplici come l’alternarsi del giorno e della notte e le diverse fasi della luna. La natura rappresentava per i Nativi il primo e più importante punto di riferimento per il succedersi e lo scandirsi delle stagioni. Queste ultime venivano riconosciute grazie ad avvenimenti quali il germogliare, il fiorire, il cadere delle foglie, il fruttificare della vegetazione, il migrare e l’accoppiarsi degli animali.
Tra le oltre 250 tribù che si contano dagli albori c’era chi divideva l’anno in quattro stagioni, come i Lakota e i Cheyenne, oppure chi – come gli indiani della Virginia – ne contava cinque. L’anno veniva chiamato “Passaggio del tempo”, le stagioni “passi dell’anno” e i mesi “mezza luna”. Tutte le tribù avevano un calendario di 12 mesi i cui nomi, però, variavano a seconda delle condizioni ambientali e culturali.
I Cherokee, ad esempio, idearono un calendario in cui ogni mese era indicativo del clima: gennaio era il mese della Luna Fredda, febbraio il mese della Luna Vigorosa, marzo il mese della Luna Ventosa fino ad arrivare a dicembre, il mese della Luna della Neve.
I Dakota, stanziati nel Minnesota, utilizzavano un calendario con il quale indicavano lo sviluppo temporale del loro ecosistema. Vivendo in una zona caratterizzata da un’economia mista e potendo alternare la caccia al raccolto e all’orticultura, il loro calendario rappresentava, di conseguenza, il tempo di maturazione e di crescita dei prodotti della terra e i cicli riproduttivi degli animali. In questo modo marzo, il loro primo mese dell’anno, veniva chiamato la Luna del Malocchio, aprile era il mese della Luna della Selvaggina o di quando le oche depositano le uova, maggio il mese della Luna dei Nidi o della Semina fino a giungere all’ultimo mese dell’anno, febbraio, ovvero il mese della Luna del gatto selvatico o del procione.
Un tipo di calendario molto simile lo ritroviamo nei Lakota, parenti stretti dei Dakota, ma con alcune varianti determinate dal diverso ambiente naturale. Così, per i Lakota, gennaio era il mese della Luna del ghiaccio sulla tenda, febbraio il mese della Luna in cui il vitello muta il pelo in rosso, marzo il mese della Luna degli accecati dalla neve fino ad arrivare a dicembre, il mese della Luna degli alberi scoppiettanti.
Il modo in cui i Nativi americani denominavano i diversi mesi che componevano il loro calendario ci mostra la grande importanza che la Natura e tutti gli esseri viventi avevano e hanno ancora all’interno della loro cultura. La natura per i Nativi è una vera e propria madre da proteggere, da preservare e da celebrare, non ha mai avuto un valore economico per loro. Essa rappresenta inoltre il punto d’incontro tra il mondo umano e il Regno degli Spiriti contribuendo così a creare quel legame profondo, inscindibile e totale che caratterizza la loro esistenza: un’esistenza essenzialmente spirituale.
Il grande legame che i Nativi Americani hanno con la Natura e con la Terra è solo una delle tante lezioni che questo grande e saggio popolo ha da insegnarci. Un popolo che è stato schiacciato e messo a tacere per troppo tempo e che è ormai arrivato il momento di ascoltare.
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