In occasione della Giornata della Memoria, istituita per commemorare le vittime dell’olocausto, Pink Magazine Italia ha incontrato Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma con il quale abbiamo ribadito l’importanza della memoria senza però dimenticare il periodo pandemico che stiamo vivendo.

Quest’anno gli eventi in occasione della Giornata della Memoria saranno particolari a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da covid-19. Come e quali saranno gli incontri che si svolgeranno?

Purtroppo quest’anno le manifestazioni a contatto fisico non saranno possibili. In ogni modo il covid ha mostrato cose interessanti dal punto di vista delle comunicazioni. Su piattaforme come zoom o programmi analoghi si possono svolgere eventi che prima erano impensabili, in termini di partecipazione. Ad esempio il 17 Gennaio, giornata del dialogo ebraico-cristiano, ho partecipato a un incontro con le scuole di Frosinone durante il quale c’è stato un notevole riscontro. L’impegno per la giornata della memoria, a parte questi incontri online locali, lo assumono anche le reti televisive che al contrario non hanno limiti. Ci sarà ad esempio un grande concerto presso il conservatorio di Milano, registrato a porte chiuse il 23 gennaio nella Sala Verdi, e che verrà trasmesso su Rai5 il 27 con le musiche di Morricone.

Come sta affrontando la situazione covid la comunità ebraica di Roma?

Lo sta affrontando come tutti. La comunità è stata colpita senza alcuna differenza. Ci sono stati problemi dal punto di vista sanitario tra ricoveri e, purtroppo, decessi. Molte persone in comunità, quando è scoppiata la pandemia, erano impegnate in attività commerciali sull’accoglienza, sul turismo, sulla ristorazione, categorie queste massacrate dalla situazione. È stata, ed è tuttora, una grossa prova. Le difficoltà sono anche religiose perché come ogni altra religione troviamo difficoltà nell’eseguire le funzioni.

E in Israele? Come è la situazione? E per quanto riguarda i vaccini?

In Israele purtroppo c’è molta preoccupazione a causa di un picco notevole, ma allo stesso tempo sono riusciti a fare un grandissimo esperimento sanitario i cui risultati vedremo tra qualche mese: è stata vaccinata per adesso tutta la popolazione sopra i sessant’anni con doppia dose. Dunque potremo sapere meglio se il vaccino è efficace, dati di cui abbiamo bisogno. Così come abbiamo bisogno che arrivi il vaccino per tutti per evitare che muoiano ancora tante, troppe, persone al mese. Ammesso che questa sia la soluzione giusta, dovremmo sbrigarci a somministrare il vaccino per non avere altri morti e restare bloccati in tutte le attività.

Tornando alla giornata della memoria: vista la situazione scolastica che stanno vivendo i nostri ragazzi, chiusi in casa davanti a uno schermo e per questo un poco distratti, quale messaggio vorrebbe mandare loro?

Putroppo più passa il tempo e più si rischia di dimenticare. Quello che bisogna fare è documentarsi, studiare, vedere film, discutere. Occorre capire le dinamiche per cui certe cose succedono e cercare di impedire che accadano di nuovo. Essere impegnati dunque nella memoria non soltanto il 27. Come dice Liliana Segre “una delle cose peggiori è proprio l’indifferenza”. Dunque rendersi sempre partecipi.

Nel nostro quotidiano cosa dobbiamo fare per mantenere viva la memoria?

Nel quotidiano occorre vigilare contro qualsiasi manifestazione negativa, non guardare dall’altra parte e stare sempre attenti.