La Danza del Sole è il rituale più importante dei Nativi Americani. Celebrata ogni anno tra giugno e luglio, coloro che decidono di prendere parte alla cerimonia sfidano l’arsura e il sole cocente danzando ininterrottamente per quattro giorni interi, senza mangiare e senza bere. Si tratta, dunque, di un rituale iniziatico estremamente difficile da portare a termine e che richiede una grande forza di volontà, fisica e, soprattutto, una ragione importante.

La Danza del Sole, al contrario di come la si può immaginare, non è semplicemente una “festa” in cui si danza. È molto di più ed ha un significato molto profondo. Essa si basa su tre concetti principali: l’autosacrificio, la donazione di sé e la riconoscenza. Uno degli scopi della Danza del Sole è, infatti, quello di rendere grazie al Grande Padre (Dio) per tutte le cose buone che Egli ha donato. Tramite questa danza, i vari danzatori instaurano un collegamento diretto con la divinità al fine di vedere esaurite le proprie preghiere.

Ma non si tratta di pregare solo per sé. Al contrario, l’egoismo e l’individualismo vengono completamente abbandonati durante la cerimonia della Danza del Sole. Bisogna essere purificati per poter partecipare alla danza ed imparare a lasciare da parte il proprio ego. Si prega, infatti, per la guarigione altrui e per chiedere un sistema di vita migliore per tutti. Attraverso l’annichilimento del nostro io per aiutare gli altri, automaticamente, aiutiamo anche noi stessi.

La purificazione

Ma come funziona la Danza del Sole? Abbiamo visto che è un rituale di iniziazione per mettersi in contatto con il Creatore e per raggiungere un senso di pace spirituale. I partecipanti, prima di prendere parte alla cerimonia vera e propria, devono seguire delle fasi preliminari per la purificazione all’interno della capanna sudatoria.

Quest’ultima è un elemento molto importante non solo per la Danza del Sole ma per qualsiasi rito o celebrazione sacri. Essa purifica il corpo, la mente e lo spirito. Proprio per questo è anche luogo di preghiera in cui i danzatori meditano e si concentrano sui motivi che li hanno spinti a praticare la Danza del Sole. All’interno della capanna sudatoria ci si prepara, dunque, mentalmente e fisicamente alle grandi difficoltà che si affronteranno nel corso della cerimonia.

Allo scadere del processo di purificazione, la Danza del Sole può cominciare. Ci si sveglia all’alba ogni mattina per salutare il sole nascente, elemento importante per la cerimonia. Ogni guerriero indossa uno scialle intorno alla vita a mo’ di gonna mentre al collo indossa la tradizionale collana di ermellino e i fischietti d’aquila.

L’aquila è un animale importantissimo per i Nativi Americani: è il volatile che si libra più in alto di tutti ed è, perciò, lo spirito che porta le preghiere al Grande Padre.

L’Arbor

Dopodiché ci si reca all’Arbor, il luogo dove la danza ha inizio. L’Arbor rappresenta il cerchio della vita ed è diviso in quattro parti che simboleggiano le quattro fasi dell’esistenza: infanzia, adolescenza, maturità e vecchiaia.

Al centro dell’Arbor è presente l’Albero Sacro, il quale rappresenta il Creatore. La particolarità è che non viene mai utilizzato un albero vivo ma uno abbattuto e posto al centro dell’Arbor. Questo perché i Nativi Americani erano continuamente in movimento e tenevano la cerimonia della Danza del Sole in un luogo sempre diverso.

La Danza del Sole: tra stupore e agonia

Una volta raggiunto l’Arbor, la danza ha inizio. I danzatori iniziano a danzare freneticamente senza mai fermarsi e quei quattro giorni diventano insopportabili, un’agonia vera e propria. Molti, infatti, vengono portati al limite della sopportazione, non riescono più a sopportare la fame e la sete. Proprio per questo bisogna avere una ragione più che valida per praticare la Danza del Sole: bisogna essere fisicamente e spiritualmente molto forti ed essere disposti ad umiliarsi, a sacrificare il singolo per pensare al bene dell’umanità intera.

La Danza del Sole è un vero e proprio viaggio alla scoperta della bellezza della vita. Si impara il significato dell’altruismo, si impara che basta veramente poco per vivere felici: in quel momento un semplice bicchiere d’acqua, un posto all’ombra non sono più cose scontate ma un paradiso in terra.

I danzatori sfuggono al dolore attraverso la preghiera e concentrandosi sulle cose belle della vita: il terreno arroventato, le escoriazioni vengono sostituite dalla forza dello spirito che attira quella del sole su di sé. Ed è in questo momento, in cui si è raggiunto uno stato emotivo e mentale di apertura e di accettazione, che una persona ha la propria visione e riceve le direttive del Grande Padre.

La Danza del Sole mette alla prova noi stessi, il nostro spirito. È bellissima ma anche estremamente ardua: le cose belle, del resto, non si raggiungono mai con facilità ma attraverso un percorso impervio che ci porta ad avere maggior consapevolezza di noi stessi, di chi siamo e di chi vogliamo essere.

Se volete saperne di più sulla Danza del Sole, vi consiglio la lettura di “La Danza del Sole” (Sperling & Kupfer, 1997) di Manny Twofeathers, indiano nativo americano e leader spirituale.