Una ragazza perfetta è il nuovo libro di Candace Bushnell (già autrice del successo planetario, Sex and the City) e di Katie Cotugno per Harper Collins.
Esiste la ragazza perfetta? In teoria sì, è la ragazza per bene, di buona famiglia, che sta con un bravo ragazzo, nonché campione di lacrosse più popolare della scuola, che studia molto e prende voti altissimi e che veste in maniera sobria. La protagonista del romanzo di Candace Bushnell e Katie Cotugno, Marin, si autodefinisce una ragazza perfetta.
Marin è in effetti una studentessa modello.
Ha 17 anni, è molto carina, è la co-direttrice del giornale scolastico e sogna di diventare una giornalista. Il suo futuro è luminoso, e il suo giovane carismatico insegnante di letteratura, il professor Beckett, non perde occasione per riempirla di complimenti. Quando “Bex” si avvicina troppo a Marin e arriva a baciarla, lei si ritrae subito eppure d’istinto si autocolpevolizza.
L’ha in qualche modo spinto lei a provarci? Quello che le è capitato può capitare anche alle sue compagne? Marin si sente in dovere di fare qualcosa. E utilizza il giornale scolastico per denunciare le tante, piccole, contraddizioni a cui una ragazza deve sottostare. Perché le ragazze hanno una serie infinita di regole che nessuno dice ad alta voce ma che condizionano la vita tutti i giorni, ed è arrivato il momento per loro di riscriverle da sole.
E così Marin scrive il suo editoriale. Senza mezzi termini racconta di come le donne imparino alcune “regole” ancor prima di avere coscienza di sé. Prima ancora di parlare, di leggere, di amare, di lavorare. Regole che la società ha imposto alle donne, costringendole ad adeguarsi, uniformarsi. Non è giusto, certo. Eppure è così.
L’editoriale suscita polemiche? No, solo ilarità. I ragazzi la prendono in giro, persino il suo fidanzato le chiede come mai abbia quei pensieri “strani”. Come se non bastasse, quando Marin va dalla sua migliore amica a raccontare cosa le ha fatto il professore – molestia, badate bene, si tratta di molestia – Chloe ha una reazione inaspettata. “Non vorrai mica denunciarlo e rovinargli la carriera?”, le dice. Un uomo non bacia una donna se quest’ultima non lancia segnali inequivocabili.
Marin è stupita, perché lei quei presunti segnali non li ha mai mandati al professore. Eppure tutti sono convinti di sì. “Stava sempre addosso a lui”, “Faceva di tutto per attirare la sua attenzione”, questo dicono di lei i pettegoli della scuola.
La verità è che tutti abbiamo avuto una cotta per un insegnante da ragazzini.
Il punto sta proprio qui: “da ragazzini”, poco più che bambini. Troppo piccoli per decidere da soli cosa sia giusto e cosa non lo sia. Quando una giovane donna ha una cotta per l’insegnante di lettere, non è lei a dover mettere i paletti, perché l’adulto è il professore. Oh, certo, ci sono tante ragazzine “troppo sveglie” e tanti ragazzini “con gli ormoni a palla”, ma il confine lo deve sempre stabilire l’adulto.
Questo è un libro necessario. Lo dovrebbero leggere tutti, maschi e femmine, studenti e professori, genitori e figli. Perché la coscienza di sé si impara vivendo, ma leggere ciò che hanno passato gli altri, capire attraverso le loro azioni che cosa è giusto e che cosa non lo è, aiuta a crescere, anche a novant’anni, se necessario.
Candace Bushnell e Katie Cotugno hanno saputo scrivere una storia che non ha tempo e spazio, perché è universale. Il messaggio che arriva alle nuove generazioni è univoco: la verità vi rende liberi (e questo, lo diceva qualcuno che ne sapeva certamente più di noi).
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