Il giorno in cui l’Italia tornò libera dagli invasori tedeschi. Il giorno in cui si celebrano gli eroi partigiani. Tra di loro tante audaci e coraggiose donne pronte a tutto per il bene e la salvezza del prossimo
25 APRILE 1945 – Sono passati 77 anni da quello storico e rocambolesco giorno in cui il sangue degli innocenti smise di essere versato. La Festa della Liberazione si festeggia ogni anno il 25 aprile. Da allora si ricorda la liberazione d’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del paese. La Festa del 25 aprile, durante la quale ovviamente non si lavora, è conosciuta anche come anniversario della Resistenza. Si tratta di una festività dedicata anche al valore dei partigiani di ogni fronte che, a partire dal 1943, contribuirono alla liberazione del paese.
Cenni storici
25 APRILE 1945 – L’azione della Resistenza fu coordinata dai Comitati di Liberazione Nazionali. il primo di questi sorse a Roma il 9 settembre 1943 mentre il re Vittorio Emanuele III e Badoglio fuggivano.
Le formazioni partigiane si distinguevano a loro volta per orientamento politico. Esistevano le brigate Garibaldi (comuniste), le Matteotti (socialiste) e Giustizia e libertà (del partito d’azione). Nel giugno 1944 si costituì anche il CLN Alta Italia (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia). Grazie all’attività di questi gruppi, si coinvolse anche la partecipazione diretta della popolazione civile. Questo sacrificio contribuì a liberare molte zone dai partigiani prima dell’arrivo degli alleati.
Donne e resistenza
25 APRILE 1945 – Il ruolo delle donne all’interno del movimento non deve essere assolutamente sottovalutato. Non si tratta di un semplice “contributo”. Questo termine non rende piena giustizia all’impegno femminile nella Resistenza. La loro azione fu infatti concentrata negli ambiti della lotta, scontro armato, approvvigionamento, fino all’assistenza sanitaria e al trasporto di informazioni, armi e munizioni.
Esiste una forte discrepanza di dati storiografici e statistici sul numero effettivo delle donne partigiane. I dati dell’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia- parlano di circa 35mila donne partigiane, molte delle quali pagarono con la morte o subirono arresti, torture e deportazioni. A guerra conclusa, alle donne italiane saranno assegnate 19 medaglie d’oro al valore militare, di cui 15 alla memoria. Troppo silenzio per chi ha dato tutto in un periodo complesso e incerto.
La storia di Cleonice Tomassetti
25 APRILE 1945 – Penultima di sei fratelli, Cleonice nasce il 4 novembre 1911 a Petrella Salto, villaggio sulle montagne tra il Lazio e l’Abruzzo. Cleonice durante gli anni della Seconda guerra mondiale abitava a Milano, dove si era trasferita dal Reatino per fare la maestra. Quando il suo compagno era passato nella Resistenza aveva deciso di raggiungerlo. Nell’aprile del 1944 la giovane donna era entrata come staffetta nella stessa formazione partigiana. Pochi mesi di impegno, ma intensi contro i nazifasciti. Tuttavia a Novegro (MI), la situazione risulta fatale. La ragazza era in missione e i tedeschi riescono a catturarla trasferendola prima nell’asilo infantile di Malesco e poi a Intra, a Villa Calamora. Furono ore di maltrattamenti e di pestaggi per tutti coloro che i tedeschi avevano imprigionato. Anche sulla giovane donna non ci fu uno sconto, nonostante risultasse in cinta di quattro mesi. Cleonice sarà con Rizzato tra i primi che, a gruppi di tre, saranno fucilati dai tedeschi. Prima di cadere griderà con voce squillante “Viva l’Italia!” e al grido si uniranno i suoi compagni.
Sul sacrificio di Cleonice e dei suoi compagni a Fondotoce, Nino Chiovini ha scritto un libro. Classe III B, Cleonice Tomasetti vita e morte. Le vittime sono ricordate anche con un sentiero.
Un ricordo speciale per una giornata che non dovrà mai smettere di essere ricordata. In tempi come questi in cui le barbarie e gli orrori del passato cercano di riemergere mietendo ancora una volta vittime innocenti. La guerra, cosi come ogni forma di violenza e terrore non è altro che l’arma preferita dei perdenti.
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