Indiana Jones e il quadrante del destino, un viaggio nel tempo

Indiana Jones e il quadrante del destino è davvero un viaggio nel tempo, dalla seconda guerra mondiale fino agli anni sessanta, gli anni delle manifestazioni, dei figli dei fiori, dei Beatles e dell’inizio del sogno americano.
Tutto questo fermento e questo movimento politico sociale non toccano minimamente il professor Jones, il vecchio Indie potremmo dire, con diversi capelli bianchi, il viso segnato dal tempo e gli occhi velati di tristezza per il suo matrimonio ormai finito con Marion (la ricordate nei predatori dell’arca perduta?) a causa della morte del loro unico figlio perito in guerra.

Indiana Jones ha perso il suo spirito d’avventura?


È il giorno in cui Indiana va in pensione dal suo ultimo lavoro come insegnante in un’accademia di New York. Sembra ormai un uomo spento e la sua vivacità, la sua voglia di avventura sembrano solo un lontano ricordo. Indiana Jones appare come un uomo rassegnato al tempo che avanza inesorabile. Ma sarà davvero così? Ovviamente no, perché l’incontro con Elena, detta “Vombato”, figlia del suo collega e compagno di avventure professor Basil Shaw, cambierà il corso dei suoi giorni quieti e tranquilli.

Arriva Elena, detta “Vombato”


Elena è una giovane donna molto sveglia, arguta e indipendente, che sembra sbarcare il lunario racimolando vecchi reperti da vendere in aste illegali. Inoltre, sembra essere incastrata in una sorta di fidanzamento con un mafioso marocchino che la insegue per le strade di Tangeri in una rocambolesca corsa che ricorda molto i vecchi inseguimenti della Saga.

Un film avventuroso, ma diverso dai suoi precedenti


Indiana Jones e il quadrante del destino è un film avventuroso e ha un ritmo incalzante che non rallenta mai e tiene incollato lo spettatore. Nonostante questo, differisce molto dai passati film, sempre attraversati da un’aurea di positività, nella quale era quasi impossibile che gli amici fidati di Indy potessero morire. A trapassare erano sempre i nemici, i cattivi, i nazisti per la maggior parte delle volte. In questo capitolo non è così, le morti di persone innocenti e di amici di Indiana Jones sono disseminate qua e là per il film. A marcare questo nuovo lato realistico e alquanto duro sopraggiunge la mancanza di quell’ironia che pervadeva le pellicole dei primi tre capitoli, dove battute ironiche e sketch divertenti irroravano l’intera storia in cui lo spettatore aveva la netta impressione che niente di male sarebbe mai potuto accadere all’esimio archeologo e agli amici che gravitavano intorno alla sua figura.

Sarà ugualmente apprezzato?

Sarà ugualmente apprezzato dai fedelissimi fans della saga? Staremo a vedere. Intanto ci godiamo la simpatica e interessante intervista di Harrison Ford con il nostro orgoglio italiano Alberto Angela, in quel di Taormina, dove l’attore ci svela qualcosa in più su di lui e sulla passione per la recitazione.