Confesso che sono stata uccisa. “La guerra non è fatta solo di bombe o proiettili, ma anche di manipolazione dei media e di propaganda. In altre parole, se si vuole davvero conoscere la verità, bisogna passare sottotraccia”
(Paul Conroy)
Paul Conroy, fotografo e inviato nelle principali zone di guerra in tutto il mondo, in questo libro, “Confesso che sono stata uccisa”, racconta gli ultimi mesi di vita di Marie Colvin. Lei e Rémy Ochlik furono uccisi durante un bombardamento in Siria, nella città di Homs, nel quartiere di Baba Amr il 22 febbraio 2012. La morte di Marie Colvin e di altri giornalisti e fotografi, destò grande clamore e il film “A private War” omaggia la sua memoria. Paul Conroy racconta la sua amicizia con la giornalista, rivangando i ricordi e le emozioni forti vissute con lei sui campi di guerra: una donna totalmente dedita al suo lavoro, sprezzante del pericolo e coraggiosa fino al suo ultimo respiro.
Un vita al servizio dell’informazione
E’ drammatico il racconto che Conroy fa del loro tentativo di entrare a Homs per arrivare nel quartiere di Baba Amr, il più colpito dalle forze governative. Ciò che spinge Marie Colvin ad attraversare un tunnel strettissimo per arrivare a Homs è la necessità di far vedere al mondo come muoiono i civili siriani. Quando finalmente riescono a raggiungere il Media Center, dove decine di giornalisti si trovano all’interno senza possibilità di uscire, Conroy descrive una situazione drammatica, la violenza è dovunque, fuori e dentro gli edifici.
Non esiste umanità
Con coraggio e fortuna arrivano nell’ospedale che raccoglie ogni giorno centinaia di feriti colpiti dalle bombe; la scena che vedono è qualcosa che li segnerà per sempre. E Marie Colvin è lì, a documentare, a registrare, a denunciare, continuando fino alla fine a fare il suo mestiere. Lei stessa affermava che avrebbe potuto scegliere una vita normale, ma forse non ne era capace. Un racconto dentro il dramma siriano e l’animo di Colvin la cui vita viene spazzata via nel febbraio 2012. Paul Conroy rimane gravemente ferito ma si salva. Ricorda con lucidità il corpo senza vita della sua amica fra le macerie e la sensazione di impotenza al momento del ritorno.
il mondo cambiato per sempre
Il quel posto pioveva morte. E questo libro è il desiderio di Conroy di non dimenticare Marie Colvin, la sua testimonianza giornalistica ma anche umana di ciò che ha visto. Ospedali senza farmaci ed anestetici continuamente bombardati dalle forze governative, medici che lavoravano tra la distruzione umana e fisica senza mai perdere la speranza. La speranza di un mondo senza bombe.
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Photo Credits: Karen Laårk Boshoff
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