Pitti Uomo, il salone internazionale di moda maschile, è un’esperienza da vivere. Nonostante le temperature fredde non ha fermato i visitatori italiani, giapponesi nella percentuale maggiore, europei e arabi.

Pitti Uomo. Uno spazio espositivo minore in questo edizione. Ci sono lavorazioni di ristrutturazione in corso per ampliamento degli spazi che si presume saranno disponibili dal prossimo giugno. La sessione che di solito ha maggior richiamo di affluenza. Tanti look maschili eleganti da vedere in giro, con una scelta accurata ed in alcuni casi eccentrica dei dettagli. Look che difficilmente si vedono nella quotidianità delle nostre città in una Firenze pulita e illuminata.

Le novità.

Le novità sofisticate di Brunello Cucinelli con il maggiore afflusso di visitatori. L’easy style di Roy Rogers con i suoi jeans a forte tasso di sostenibilità. Le novità di Invicta che rimane per me un brand legato alla storia degli zaini e le shopper di quando andavo a scuola. I giubbotti in pelle di Stewart. Le scarpe Alden. I materiali riciclati in particolare le bottiglie di plastica del brand Lardini che non è l’unico presente con materiali sperimentali e innovativi. Fino ad arrivare alla creatività di Sun68. Servizi di personalizzazione e tote colorate come forma pubblicitari a ricordo dell’evento.

Guess.

Mi sono lasciata coinvolgere dall’esperienza inaspettata di Guess. Uscendo dalla Fortezza del Basso mi è stato dato un invito per prendere una navetta che mi ha condotto al Teatro del Maggio Musicale in prossimità della Stazione Leopolda dove è stata presentata la storia del brand Guess.

Un brand nato nel 1981 in California dai quattro fratelli Marciano che è diventato pioniere del jeans nonostante le loro collezioni spaziano dagli accessori come gioielli, profumi, scarpe, borse fino ai vestiti.

Quattro giorni di esposizione per raccontare la storia del jeans, di come si otteneva la nuance del denim attraverso lo sfregamento della pietra pomice, esposto sui banchi di pesce con finto ghiaccio a ricordo del loro primo negozio che aveva ospitato la lavorazione del pesce.

Lavatrici che raccontano i vari metodi di lavaggio del passato

in cui venivano utilizzati 1,200 litri di acqua insieme alla pietra pomice per ottenere le colorazioni fino a giungere ai giorni nostri con il metodo di Airwash, un’alternativa sostenibile, a difesa dell’inquinamento con un notevole risparmio di acqua usando aria e bolle per ottenere l’effetto vintage dei jeans dai tessuti realizzati con materiali organici o riciclati. Ci sono anche gli iconici jeans slim fit indossati anche da Marilyn Monroe, con zip alla caviglia, ormai fuori produzione che sono stati tra i prodotti di punta del brand.

Un’esperienza interessante tra video e arte, grazie agli effetti tridimensionali, curato nei dettagli anche del catering fiorentino selezionato del buffet offerto in cui era presente il tartufo rinomato di Procacci. L’evento si è concluso alle 17 in tempo per tornare a Roma.