Abbiamo incontrato la psicoterapeuta Amalia Prunotto, ideatrice e promotrice del progetto Amori 4.0 per analizzare assieme a lei come sono cambiate le relazioni nel nuovo millennio.

Come sono le relazioni del nuovo millennio? Come le nuove tecnologie hanno cambiato e stanno contribuendo a cambiare ed a modificare i rapporti sentimentali e l’equilibrio tra maschile e femminile all’interno della coppia? A che punto siamo con l’emancipazione della donna nei rapporti amorosi e sessuali? Lo abbiamo chiesto ad Amalia Prunotto, psicoterapeuta specializzata in terapie in dipendenze affettive e sessuali. Già docente presso le Università di Padova e Parma, è inoltre fondatrice del progetto Amori 4.0 che, venuto alla luce nel 2018, si propone l’obiettivo ambizioso di interpretare e leggere l’universo sentimentale e relazionale contemporaneo, con uno sguardo esperto e aperto, figlio dei suoi tempi e persegue tale scopo mediante l’apporto e il contributo di un team di specialisti ivi dedicato.

Come nasce Amori 4.0 e di cosa si occupa?

Amori 4.0 nasce dal mio desiderio di restituire una fotografia del mondo delle relazioni. La mia tesi di specializzazione in psicoterapia nel 2004, sul tema della dipendenza affettiva sessuale era nuova all’epoca contenendo argomenti specifici, che definirei di nicchia. L’avvento del digitale, avvento epocale e propulsivo, ha trasformato il mondo delle relazioni? E, eventualmente, come? Il digitale, ad esempio, porta a eliminare l’aspetto della fantasia e non possiede una dimensione fisica e corporea tangibile. Non sperimentiamo fisicità e scambio, ad esempio, nel sexting, in termini di tatto e olfatto. Nel Ghosting poi, un clic e il nostro amato diventa improvvisamente un Ghoster, ossia, un fantasma. Inoltre, attraverso i social sembra non vi sia più l’aspetto dell’intimità. Tutto è sotto gli occhi di tutti. Dunque, tutto questo è il filo conduttore del nostro lavoro.

Quali sono le dinamiche maggiormente diffuse nelle relazioni del nuovo millennio?

Stiamo vivendo un momento di profonda trasformazione del sociale. Ciò inevitabilmente si riflette nei rapporti uomo e donna. Potrei far osservare come vi sia uno sbilanciamento fra l’avanzamento del femminile, chiamiamolo così, che ha saputo sempre di più affrancarsi dal potere maschile, in ogni ambito. Mi riferisco all’ambito lavorativo (sempre minori gli spazi professionali solo maschili; e se lo sono, lo sono, per lo più, a causa di differenze fisiche: pensiamo ad esempio, al lavoro edilizio, mentre, invece, d’altro canto, nel mondo della meccanica vi sono sempre di più ragazze che scelgono indirizzi considerati da sempre da ‘maschio’), fino ad arrivare alla sfera relazionale, nella quale non esiste più l’attesa della prima mossa da parte di lui. Inoltre, nella sessualità, le donne si sono riappropriate del proprio diritto al piacere, quanto lontani sono, ormai, i tempi del non lo fò per piacere mio, ma per favore a Dio! degli anni ’40 e ’50 dello scorso millennio, i cui strascichi si sono avuti fino agli anni ’80. Gli uomini, quindi, si sono trovati in difficoltà. La perdita di ruolo /potere/identità ha reso tutto molto confuso. La psicologia parla di evaporazione del ruolo del padre; gli stessi padri vengono definiti mammi, facendo loro perdere la connotazione paterna. Si assumono così comportamenti difensivi di machismo con il tentativo, attraverso forme di controllo e di sopraffazione, anche fisica, di riportare all’ordine stabilito (e conosciuto).

Dal suo punto di vista, a che punto siamo con la parità di genere?

Le donne desiderano il pane e le rose, nel senso che, all’interno delle stesse, esiste, in ogni caso, un desiderio, ancora, dell’uomo che corteggia, protegge e salva. È questo che si chiede all’altra parte della mela e forse non se ne è consapevoli). Dovremmo anche fare un distinguo, spesso equivocato, fra parità di genere e differenze personologiche. La differenza fra maschile e femminile rappresenta un aspetto molto importante, che arricchisce. Jung a proposito di questa differenza parlava di Anima e Anymus e della completezza della persona che riusciva ad integrare i due poli. Ergo, dare pari opportunità non significa dover, necessariamente, adeguare situazioni che non tengano conto delle differenze individuali specifiche. Anzi, tutt’altro. Riconoscere l’importanza e la rilevanza dell’uomo nell’accudimento dei piccoli cuccioli umani non significa proporre aberranti situazioni come seni artificiali con cui simulare allattamento e, neanche, in nome della cosiddetta parità far concorrere le donne in situazioni lavorative, nelle quali, ad esempio, la specificità sessuale, per forza, per struttura ,etc.. può diventare pericolosa. Ad esempio, nelle forze deputate all’ordine pubblico, è innegabile che una donna possa essere messa nelle condizioni, seppur motivata e sufficientemente addestrata, di maggior vulnerabilità. E non è raro, per spirito legato anche ad un aspetto ancestrale ereditato, che l’uomo/collega si senta in dovere di doverla proteggere.

Sesso e Sentimenti. Quali gli aspetti più controversi e quelli ancora poco esplorati?

Le difficoltà del contemporaneo nelle relazioni potremmo identificarle con la rottura degli equilibri precedenti. Si parla di poliamore e di relazioni matrimoniali nuove che a mio avviso rappresentano, in sostanza, soluzioni per definire cornici sicure. In realtà forse tali soluzioni sono davvero nuove solo nella forma. La relazione matrimoniale vuole fondarsi su patti che definiscono genitorialità e sostegno reciproco, permettendo infedeltà erotiche (forse la differenza adesso è che anche le donne si assicurano l’esperienza, una volta, privilegio solo degli uomini ). Il poliamore  invece consiste nel modo  con cui si definisce la cosiddetta coppia aperta degli anni ‘70. Anche se si stenta a volerlo riconoscere (se no che aspetto nuovo e diverso avrebbe?!). Intanto, assistiamo invece al declino del desiderio: la sessualità ha perso il senso del segreto, della trasgressione e del desiderio dell’attesa e ciò conduce sempre di più a matrimoni bianchi,  a scelte asexual, e, infine, alle difficoltà di concepimento. La sessualità è stata confinata ai video, alla fruizione digitale, ai sex toy. Il corpo viene vissuto come estraneo soprattutto nel momento in cui ci si scontra con la dimensione della realtà corporea, fatta di esperienze di fisicità molto lontane dall’asetticità dell’immaginario visuale tout court.

Quale auspicio per il futuro?

Il mio auspicio, concludendo, è che l’esperienza del rispetto e della tutela dell’essere umano in quanto persona possa sempre maggiormente rafforzarsi prevedendo anche la valorizzazione delle differenze come fattore integrativo e arricchente e, non, al contrario, di eventuale alimento per la subalternità.

Chi è Amalia Prunotto.

Oltre all’attività libero professionale, Amalia nel settore clinico-psichiatrico ha collaborato per diversi anni con case di cura e ambulatori medici-psichiatrici dedicate al trattamento dei disturbi d’ansia e di personalità border-line e narcisistiche. Amalia Prunotto si è perfezionata, in seguito, in psicologia della prevenzione del disagio e della promozione del benessere nella scuola e nella comunità. Dal 1998, nel gruppo dei Consulenti Scientifici per Lidap – Lega Italiana Disturbi di Attacchi di Panico, tratta  protocolli per la formazione ai gruppi di auto aiuto e  interventi di promozione del benessere per la comunità. Coadiuvata da figure diverse, che integrano i suoi percorsi e temi, giornalisti, formatori di gruppi di auto aiuto, attori e registi di teatro, avvocati. E operatori volontari del sociale, co-costruisce progetti di sensibilizzazione e prevenzione su tematiche  emergenti. Infine, tratta progetti di psicologia di comunità e protocolli per la formazione ai gruppi di auto aiuto.

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