A venticinque anni rimase vedova e orfana quasi contemporaneamente e con tre figli da mantenere. Siamo in Francia, alla fine XIV secolo, questa è la storia di una donna testarda, che ha cambiato il destino di tutte le altre donne dopo di lei: Christine de Pizan.
Christine (Cristina) da Pizzano era nata a Venezia nel 1365, da Tommaso, medico e astronomo, ma anche consigliere per gli affari esteri della Serenissima. Lei era la sua unica figlia femmina e lui, uomo dotato di una grande apertura mentale, volle garantirle un’istruzione eccellente, assieme ai fratelli. Studiò storia, medicina e filosofia e si distinse per una velocità di apprendimento superiore a chiunque altro.
Cristina si trasferì con il padre a Parigi. Tommaso era stato chiamato dal re di Francia, Carlo V che lo volle al proprio servizio. I “da Pizzano” divennero “de Pizan” e poterono godere di privilegi e di un benessere non solo economico. Cristina, che ora si faceva chiamare Christine, continuò a studiare e a comporre sonetti e ballate, apprezzati dall’élite colta della corte francese. Poté godere del libero accesso alla Biblioteca reale del Louvre, fondata proprio da Carlo V e oggi nota come Bibliothèque nationale de France.
Christine viaggiava controcorrente, in un periodo in cui la diffidenza verso ile donne era fin troppo radicata, e spesso sfociava nella misoginia.
Aveva 15 anni, nel 1380, quando il padre la concesse in sposa a Etienne du Castel, notaio e segretario del re. Un uomo buono e di larghe vedute come suo padre, che fu per lei il marito ideale. Non la ostacolò mai, anzi, la incoraggiò e la sostenne nei suoi studi. Dalla loro unione nacquero tre figli. Dieci anni dopo, però, Etienne morì lasciando a Christine, che nel frattempo era rimasta anche orfana di padre, l’onere di dover mantenere tutta la famiglia.
E lei non si perse d’animo, caparbia come poche. Dovetti diventare un uomo, scrisse, per poi dare il via al più importante Scriptorium di Parigi. Per lei lavorarono i copisti, i miniaturisti e i rilegatori migliori d’Europa. E lei diventò la prima donna a vivere del mestiere di scrittrice.
La Cité des Dames.
Al successo del primo libro, il Livre de cent Ballades , seguì quello per la Cité des Dames. Christine tra quelle pagine mosse le coscienze contro la mentalità retrograda e misogina, che definiva le donne come esseri incompleti. Esseri che servivano solo alla procreazione e alla soddisfazione degli istinti maschili.
Nella città ideale, quella delle donne, appunto, Christine l’aveva immaginata piena di poetesse, regine, come Saffo, Semiramide e Lucrezia. Eroine che dimostravano come l’oppressione maschile fosse la causa di tante disgrazie.
La presunta inferiorità femminile non affondava le radici nella natura, ma era un mero fatto culturale e sociale. Se alle donne fosse consentito d’istruirsi, al di fuori delle mura domestiche, sarebbero state in grado di affrontare tutto, come gli uomini.
“Non tutti gli uomini condividono l’opinione che sia un male educare le donne. Ma è vero che solo i più stupidi continuano a sostenerlo, perché a loro non piace che le donne ne sappiano più di loro”.
Christine morì nel 1430.
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