Nel cuore di Brusciano, in provincia di Napoli, un gruppo di lettori, formato da Luisa Ciccone, ha trasformato la passione per i libri in un’esperienza di cittadinanza attiva, confronto e crescita collettiva. Leggere insieme per cambiare lo sguardo sul mondo.

“Sorsi di Lettura”, nato quasi quattro anni fa, è oggi una realtà viva e partecipata, capace di riempire pagine culturali nazionali e di accendere nuove riflessioni sul valore del tempo dedicato ai libri. A guidarlo è una Luisa Ciccone, formatrice e specialista della lettura, che ha fatto del dialogo letterario una missione educativa e umana. Con lei abbiamo parlato di soddisfazioni e difficoltà, del ruolo della scuola e dei docenti, del rapporto tra donne e letteratura, e dei progetti futuri di un gruppo che continua a camminare veloce, animato dalla convinzione che “la lettura ci (ri)mette al mondo”.

Qual è stata la più grande soddisfazione?

In questi quasi quattro anni di gruppo di lettura, ormai è un bambino che cammina veloce, ho avuto tante gratificazioni, ma soprattutto ho riscoperto il valore del dialogo, del confronto e della condivisione. Sicuramente il momento più emozionante che mi ha commosso e riempito di gioia, è stato l’articolo pubblicato su Robinson il 13/04/2025: uno spazio enorme dedicato al nostro gruppo “Sorsi di Lettura” di Brusciano dal titolo “ Toni Morrison. Troppi anni schiava”, una recensione democratica di “Amatissima”, nata dal diario di lettura del gruppo, nel quale riporto ciò che i lettori hanno detto durante l’incontro.

 Vedere la realtà in cui credo fortemente, alla quale dedico tempo e attenzioni, in maniera totalmente gratuita, essere presente su un inserto nazionale culturale, così prestigioso è stato un dono per il quale mi è difficile trovare le parole, ancora oggi. Sono grata a questi lettori, che definisco partigiani, perché impavidi difendono il loro tempo di lettura da tante invasioni esterne. Il tempo per leggere è come il tempo per amare, deve essere protetto e accudito. Poi vuoi mettere che sulla copertina di quel numero c’era la sacerdotessa del rock Patti Smith? Doppio regalo!

E la difficoltà maggiore (se ce n’è stata alcuna)?

Le difficoltà di condurre un gruppo di lettura numeroso, il nostro conta circa quaranta persone, dai venticinque agli ottant’anni, sono tante: l’organizzazione (riuscire a conciliare i tempi di tutti), la scelta di libri di qualità, cercare il libro giusto per quel momento e per quei lettori, spostare sempre un po’ più avanti l’asticella delle competenze, per una lettura sempre più immersiva, cercare di non annoiare, ma di tenere viva e desta l’attenzione dei lettori, offrire stimoli continui per far crescere il piacere per la lettura ecc. 

Ho al mio fianco una squadra valida che mi aiuta con le pagine social e con l’organizzazione di eventi e i Lettori sono persone intelligenti e solidali, sempre pronti ad aiutarmi e a sostenermi nelle molteplici avventure. So di poter contare su di loro e che di fronte alle mie idee saranno sempre come la Curva B allo Stadio Maradona.

Accolgono ogni mio progetto con entusiasmo e generosità, sono orgogliosa di questo baluardo di umanità colorato e vivace. Un Gruppo di Lettura è molto di più di un gruppo, è un esercizio di cittadinanza attiva, pluralità, valorizzazione di ogni componente, ascolto, relazione, condivisione, spazi fisici ed emotivi di partecipazione, democrazia e dialogo.

Quando penso al gruppo, immagino un treno in viaggio in cui i passeggeri salgono, scendono, risalgono, con il loro bagaglio di vita e di sguardo, in cui la reciprocità e il rispetto sono elementi fondamentali. C’è una frase che ripeto spesso durante gli incontri: “è più importante l’ascolto dell’altro, che parlare”, perché nell’ascolto c’è crescita, evoluzione e prospettiva. Un libro condiviso diventa mille libri, si svelano svariate chiavi di lettura e prospettive spesso inedite, perché “l’altro” è una ricchezza.

Come docente e formatrice alla lettura per docenti, e ovviamente come responsabile del gruppo di lettura, ritieni che si legga poco o è solo una questione di “educazione” al libro? 

Credo che finché la lettura sarà vista come un compito, soprattutto a scuola, si leggerà sempre poco. La Lettura deve essere svincolata da tutta una serie di attività che la mortificano. La Lettura deve essere legata al piacere.

Leggere deve essere un momento in cui sto bene, di benessere e questo vale per i giovani come per gli adulti. Come formatrice docenti, come insegnante (e qui mi tirerò addosso l’ira funesta…) ho costatato negli anni quanto poco si legga a scuola e non mi riferisco agli studenti. Gli insegnanti non leggono! Quelli che lo fanno sono pochi. Molti colleghi delegano la lettura a scuola all’insegnante di lettere (una sorta di appalto) e si lamentano poi quando uno studente, di fronte ad un problema di matematica, non decodifica la consegna!

Leggere libri per ragazzi dovrebbe essere un bisogno degli insegnanti per capire il mondo, i pensieri, i desideri dei giovani con i quali ogni giorno trascorriamo tanto tempo. Assegnare in estate liste di libri che “sai dove iniziano ma non dove finiscono”, con titoli obsoleti, vecchi, complicati, non è un amo per incentivare alla lettura è una tortura.  Katherine Rundell, autrice di libri per ragazzi amatissimi dai giovani lettori, lo spiega bene nel saggio Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio edito da Rizzoli che io suggerisco sempre nei miei corsi per i neo immessi.

Dobbiamo restituire ai libri la loro magia, circondare i giovani di tentazioni “librose”, far conoscere loro l’universo dei libri: le graphic, i manga, gli albi, i silent ecc. E poi naturalmente anche i classici, ma come “compagni di banco” e dopo un percorso di conoscenza e curiosità.

Dobbiamo essere accattivanti nel proporre la lettura e soprattutto conoscere i gusti dei nostri alunni. Tutti vorrebbero avere come compagno di banco un bambino avventuroso come Peter Pan oppure una ragazza indomita come Jo March. Noi insegnati possiamo presentare questi personaggi attraverso la creatività e l’immaginazione. Un anno fa, in seguito ad un vivace laboratorio di lettura sono nate le carte d’identità dei personaggi, giochi, bugiardini a tema, passaporti da lettore, borse tematiche ecc. Dalla lettura sgorgano meraviglie.

 Un saggio che consiglio, a chi vuole educare alla Lettura, o creare Gruppi di lettura, , è Il lettore infinito di Aidan Chambers, il maestro infinito. Leggetelo, sarà come aprire una finestra su un panorama inedito, perché spesso sulla lettura diamo troppe cose per scontato, pensando unicamente con la nostra esperienza di lettori come bussola e non intraprendendo altre strade. La lettura ha bisogno di cura, come ogni cosa che si ama. La lettura ci (ri)mette al mondo.

La letteratura è sempre più donna, dicono, sia perché sono le donne a leggere di più, sia perché sono aumentate le autrici. Che cosa ne pensi?

Che era ora! Se abbiamo avuto i maestri e i padri della poesia, dove abbiamo nascosto le maestre e le madri? Nelle antologie di letteratura, come anche quella in uso nel mio istituto (27 uomini/9 donne) le donne sono state spesso trattate come evidenze o eccezioni, nella cella del silenzio.

Ripetutamente narrate per il loro ruolo di muse o amanti dei grandi maestri, quasi sempre escluse dal canone letterario, inserite in un canone a sé disegnato attorno al loro genere, più che alla loro scrittura. Il Novecento è forse il secolo più rappresentativo per capire il problema dell’esclusione femminile dalle alte sfere della letteratura. Nel 1926 la scrittrice sarda Grazia Deledda è la prima donna italiana (e fino a oggi l’unica) a vincere il premio Nobel per la Letteratura.

L’Accademia di Svezia la sceglie: “Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita qual è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”. Eppure oggi il suo nome compare solo tangenzialmente nelle antologie e le sue opere vengono a stento nominate, figuriamoci lette. Io ancora mi sorprendo quando scovo tra le pagine dell’antologia il nome di Sibilla Aleramo.

Lo scorso anno ho creato con gli allievi di terza un’antologia parallela di donne dell’Ottocento e del Novecento, protagoniste obliate della storia, dell’arte, della musica, della Letteratura. È stato un viaggio colmo di ricchezza e scoperte inedite per me e per i miei allievi.

Basta relegare le donne in un canone di genere, strappiamole al silenzio e all’ombra, perché l’assenza di uno sguardo complessivo non fa altro che perpetrare i pregiudizi che ben conosciamo e a cui certo la letteratura non è immune, tipo che le donne scrivono unicamente per le altre donne, che la Scrittura di donne è una scrittura per donne, ecc.

Quali sono i progetti futuri del gruppo?

Da napoletana sono scaramantica, ho tanti sogni che spero si possano realizzare, ma la mia priorità ora è riportare a casa Guerriera Guerrieri, darle ciò che le è dovuto, visto che non ha neppure una targa alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Di lei abbiamo parlato al Salone Internazionale di Torino grazie al saggio di Patrizia Bove “Lilith vs Eva La donna. Tra mito, storia e simboli” edito da Kinetès edizioni, una casa editrice indipendente guidata da una leonessa del Sannio Rossella Del Prete.

Come gruppo di lettura, insieme all’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e alla scrittrice Patrizia Bove abbiamo in programma nel 2026 un importante evento che darà luce a una straordinaria donna, direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, che con il suo coraggio mise in salvo il patrimonio culturale di Napoli, durante il Secondo conflitto mondiale, «eroina senza armi, eroina della pace in tempo di guerra a difesa dei beni che le erano stati affidati».

A queste donne mi piace restituire la voce attraverso gesti concreti che possano ridare ciò che la censura del silenzio ha loro sottratto.

Entra nella nostra community clicca qui: Newsletter

Sostienici, clicca qui: PINK