Mary Ann Shaffer & Annie Barrows

Edizioni Astoria

Si può parlare della seconda guerra mondiale e dell’occupazione tedesca con straordinaria soavità e levità? E può un romanzo epistolare contenere ed esprimere tutto ciò?

Ebbene sì, per quanto anche il solo accostamento di termini appaia incongruente, il risultato è invece una meravigliosa storia ottenuta con una tecnica patchwork il cui filo è tenuto da lei, Juliet, la narratrice-scrittrice. Perché in fondo si tratta di un libro nel libro, di una raccolta di lettere che intercorrono tra Juliet e gli abitanti dell’isola di Guernsey e tra lei e i suoi amici, cucite insieme con mano leggera e sguardo divertito.

In realtà le autrici di questa raccolta epistolare sono due, Mary Ann Shaffer & Annie Barrows, le cui voci si fondono mirabilmente in un unico stile, sulla stessa scia narrativa, in uno struggente avvicendamento, necessario da parte della nipote, per l’aggravarsi delle condizioni di salute della Shaffer.

L’idea originaria è sua: il caso volle che durante le ricerche per un altro libro che avrebbe voluto scrivere, Mary Ann rimase bloccata per una forte nebbia che impediva il volo, all’aeroporto di Guernsey dove lesse e scovò diverso e disparato materiale su quel singolare possedimento inglese nel canale della Manica. Da lì scoccò il colpo di fulmine e la storia di Guernsey e dei suoi abitanti prese il via nella fantasia creatrice di Mary Ann.

Come è possibile riuscire a scrivere degli orrori della guerra? Quello che i tedeschi hanno fatto agli altri esseri umani è qualcosa di indicibile e tremendo e anche nella piccola isola di Guernsey, che da possedimento francese, ha giurato fedeltà alla Corona, sono stati perpetrati ingiustizie e crimini inauditi.

Gli abitanti di Guernsey hanno trovato nei libri il modo per resistere e tenersi stretta la propria identità e se non fosse tragico pensare alla posta che c’era in gioco, si potrebbe sorridere delle loro irridenti trovate e dei loro ingegnosi espedienti. Un giorno inaspettatamente, mentre sta girando l’Inghilterra e la Scozia per la presentazione del libro appena uscito, Juliet, la protagonista del romanzo, riceve una lettera da un signore sconosciuto, che si presenta come membro del Club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey. L’occasione è troppo ghiotta perché Juliet non inizi la corrispondenza con lui e con gli altri membri del gruppo, fino ad allargarsi ad altri abitanti interpellati e coinvolti a vario titolo.

La storia dell’isola, le vicende personali di ciascun corrispondente, i loro peculiari caratteri, si impongono prepotentemente a Juliet che comincia ad avvertire un inspiegabile quanto irresistibile richiamo verso l’isola sentendosene parte.

E non appena siamo giunti in vista dell’isola ho lasciato perdere l’idea, perché il sole è sbucato da dietro le nuvole e ha illuminato la scogliera, che sembrava d’argento. Nel momento in cui il battello entrava beccheggiando in porto, ho visto St Peter Port che si ergeva dal mare, e in cima una chiesa, come la decorazione di una torta. Il cuore mi batteva all’impazzata. Anche se ho cercato di ripetermi e di convincermi che era per via del panorama emozionante, in realtà sapevo il vero motivo. Tutte quelle persone che con il tempo sono arrivata a conoscere, e anche ad amare, erano in attesa di vedere… me”

Nonostante lo stile cittadino, i successi librari e la vita alla moda che conduce, Juliet abbandonerà tutto per raggiungere i suoi amici a Guernsey e partecipare finalmente di persona a questo singolare Club del libro che non chiude mai i battenti.

Il resto ve lo lascio scoprire in una lettura veramente piacevole, forte, eppure tenera.

Ah, dimenticavo, uno dei pezzi forti del Club è la signorina Jane Austen che ha gentilmente offerto spunto per il lieto fine. Ma questo, in tutta l’assonanza di pensieri e di intenti, era poco meno che ovvio.