Signora Economia di Giovanna Badalassi e Federica Gentile si presenta come un faro nel panorama del dibattito economico contemporaneo, offrendo una prospettiva generale per comprendere il ruolo e l’impatto delle donne in ogni sfaccettatura dell’economia e del lavoro.

Signora Economia. Guida femminista al capitale delle donne di Giovanna Badalassi e Federica Gentile per Le Plurali editrice ci invita a superare l’idea comune che “i soldi non facciano la felicità”, un’affermazione spesso usata per sminuire l’importanza del denaro.

Sebbene sia vero che la ricchezza materiale non garantisca da sola la realizzazione personale, il discorso muta radicalmente quando lo si sposta su una prospettiva sociale e di bene comune. La parola “felice”, come ci ricordano le autrici, deriva dal latino “fecondo”, “fertile”. Da questa angolazione, l’aspirazione è a un’economia “fertile” e “feconda”, capace di generare benessere per tutti. Un’economia che “sa far crescere tutte le persone, perché le sa curare e supportare in ogni fase della loro vita attraverso servizi e investimenti”.

Il ruolo multiforme delle donne nell’economia.

Le autrici tracciano un percorso storico, riassumendo l’economia del matrimonio dal XVI secolo, per poi focalizzarsi sul presente e sul futuro. Le donne sono, e sono sempre state, attori economici a 360 gradi.

Siamo lavoratrici, retribuite o meno, imprenditrici, consumatrici, investitrici, risparmiatrici, contribuenti, proprietarie.

Un punto cruciale sottolineato nel libro è la necessità di riconoscere e sostenere il lavoro di cura dei figli, per esempio, non è solo una responsabilità individuale. Ma è un beneficio inestimabile per la società, poiché i bambini rappresentano il futuro, i cittadini e i lavoratori di domani.

Il mancato riconoscimento di questo lavoro non retribuito distorce la percezione del reale valore economico delle donne e perpetua disuguaglianze.

Disparità di genere nel lavoro e oltre.

Nonostante i progressi, la disparità lavorativa tra uomo e donna persista, con differenze ancora più marcate in alcuni Paesi. La maternità continua a rappresentare un ostacolo alla carriera femminile, anche in nazioni considerate sviluppate come l’Italia. A salari spesso più bassi si aggiungono le difficoltà nella progressione di carriera e i pregiudizi radicati, sia da parte di uomini che, sorprendentemente, a volte anche da parte di altre donne.

La Pink Tax.

Le autrici analizzano anche la “Pink Tax”, tassa rosa, che penalizza le donne con prezzi più elevati su prodotti e servizi a loro dedicati, e le differenze qualitative e quantitative nei consumi tra uomini e donne. Un aspetto spesso dato per scontato ma di enorme rilevanza economica. Infine, viene affrontato il (mancato) ruolo delle donne nella governance, con una rappresentanza ancora troppo esigua nelle posizioni di potere, e l’importanza dei congedi parentali e di paternità per una più equa distribuzione dei carichi di cura.

Verso un futuro di collaborazione e benessere collettivo.

Il titolo “Il futuro dipende dalle donne” cattura appieno l’essenza del messaggio delle autrici:

Abbiamo bisogno di un’economia che metta al centro le persone e il loro benessere, e non la massimizzazione del profitto, che sia rigenerativa e volta alla cura collettiva degli esseri viventi e dell’ambiente.

La frase “Partnership: se ne esce solo tutte insieme” è un monito potente alla collaborazione e alla solidarietà femminile. Un invito a superare le rivalità e a promuovere un ambiente di supporto reciproco, essenziale per affrontare le sfide economiche e sociali contemporanee. Il libro di Badalassi e Gentile non è solo un’analisi accurata ma una vera e propria guida per costruire un’economia più giusta, equa e, in definitiva, “fertile” per tutti.

I pregiudizi che limitano.

In Signora Economia si ritrovano molte esperienze e osservazioni. A volte, i pregiudizi provengono proprio da altre donne. Un’esperienza personale lo dimostra: dopo aver vinto un concorso a 110 km di distanza, alcune ragazze mi chiesero preoccupate come avrei viaggiato, stupite all’idea di guidare da sola in autostrada. La loro reazione era più condizionata di quella di mio nonno (nato nel 1931), che mi aveva semplicemente detto: “Fai bene”.

O ancora come la signora che si lamentava della nuora, una professionista che viaggiava spesso per lavoro, perché il figlio “doveva pensarci lui” alla casa. Questi episodi evidenziano come le aspettative tradizionali sui ruoli femminili e sui lavori “adatti” alle donne siano ancora profondamente radicate, a volte anche tra le donne stesse. Superare questi pregiudizi interni è fondamentale per liberare il potenziale femminile e costruire una società più equa.

Notevole che il libro metta in luce il peso delle donne nel consumo. Il sottotitolo “Il futuro dipende dalle donne” non è solo uno slogan, ma una profonda verità: solo riconoscendo il valore e il potenziale delle donne in ogni sfera della vita economica e sociale potremo costruire una società più prospera e inclusiva per tutti.

La vera “partnership” e la collaborazione tra donne sono fondamentali per realizzare questa visione, superando le piccole meschinità e le gelosie che ancora, purtroppo, affiorano.

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