
Per chi ama i thriller psicologici con atmosfere cupe, personaggi femminili forti e trame che scavano nelle profondità dell’animo umano, Aurora nel buio (Giunti) di Barbara Baraldi è il romanzo giusto. Un punto di svolta nella narrativa italiana di genere, portando alla luce una protagonista indimenticabile e una tensione che cresce pagina dopo pagina.
Aurora Scalviati è una profiler della polizia segnata da un passato difficile e da un presente pieno di crepe. Dopo un trasferimento forzato in una tranquilla cittadina dell’Emilia, si trova subito catapultata in un’indagine spietata: un omicidio feroce, dai contorni ambigui e inquietanti.
Ma il crimine che deve risolvere si insinua nei suoi pensieri più profondi, risvegliando traumi sopiti e paure mai superate. Per Aurora, ogni passo nell’indagine è anche un passo dentro se stessa, in un buio che non è solo quello del colpevole, ma anche il suo.

Un’indagine quasi paranormale.
Uno sterminio in una piccola località romagnola, Sparvara, porta la polizia locale ad indagare anche se molto a rilento. Aurora, arrivata il giorno stesso dell’omicidio, capisce immediatamente che si tratta di qualcosa di macabro e inizia a lavorare e a studiare il caso. Viene ostacolata però da Piovani e, in maniera più subdola, da Torresi, i cui comportamenti sono difficili da decifrare.
Un rituale secolare.
Dai primi ragionamenti, ad Aurora appare subito chiaro che c’è qualcosa di ritualistico nel macabro gesto di conficcare chiodi arrugginiti negli occhi e nel corpo delle vittime. A poco a poco emerge dal passato un caso simile nel paese dove il colpevole aveva operato nella stessa maniera. Che sia tornato? Impossibile! Si è suicidato. Ogni passo in avanti per Aurora, è un aggiungere una complessità maggiore. Più si avvicina e più la verità sembra allontanarsi.
Un puzzle psicologico.
Il romanzo si sviluppa come un puzzle psicologico: ogni tassello aggiunge un nuovo strato di tensione, portando il lettore a interrogarsi continuamente su chi sia davvero il colpevole e se, in fondo, la verità sia mai completamente raggiungibile. Aurora ci riuscirà ma il lettore resta spiazzato dalla stessa verità.
Una nuova maestra del giallo.
Uno dei punti di forza assoluti di Aurora nel buio è lo stile narrativo. Barbara Baraldi scrive con una penna affilata e consapevole, capace di dosare suspense, introspezione e ritmo con straordinaria maestria. La sua scrittura è cinematografica: le immagini sono vivide, i dialoghi tesi e mai banali, le descrizioni contribuiscono a creare un’atmosfera tanto affascinante quanto inquietante. è una regista che con la telecamera si concentra come uno zoom nei momenti giusti.
Baraldi dimostra una rara abilità nell’entrare nella mente dei suoi personaggi. Aurora Scalviati non è una semplice protagonista, ma un personaggio tridimensionale, credibile, dolorosamente umano. I suoi demoni interiori si fondono con quelli del mondo che indaga, creando una tensione psicologica costante e avvolgente.
Perché leggere questo libro.
Leggere questo libro è un’avventura, perché è un thriller intelligente: non si limita all’azione, ma scava nella psiche dei personaggi. La sua protagonista è una figura forte, imperfetta ma memorabile. Lo stile è elegante, incisivo, capace di coinvolgere emotivamente senza alterare il ritmo narrativo. Aurora nel buio è molto più di un semplice thriller: è un viaggio psicologico, un’indagine nell’oscurità dell’animo umano.
Barbara Baraldi firma un romanzo potente, raffinato, che lascia il segno. Consigliato a chi cerca una lettura intensa, avvolgente e piena di colpi di scena, ma anche a chi apprezza la scrittura di qualità.
Il fascino dei thriller.
Come in un thriller che si rispetti, niente è ciò che sembra e il colpo di scena, che cambia tutte le carte in tavola, è sempre dietro l’angolo. Un thriller che non si limita a raccontare il male, ma lo guarda dritto negli occhi e ci costringe a fare lo stesso.
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