
Alessia si definisce una strega cottagecore che consiglia libri, tra incantesimi e una tazza di tè. Ma è anche autrice del romanzo Le Falene di Ursula. L’abbiamo intervistata per voi.
Alessia Amati dà consigli di lettura come una “strega ottocentesca cottagecore” sul suo blog Letture in Salotto. Ma non si limita a consigliare libri con una verve creativa unica e raffinata, Alessia ne ha anche scritto uno con l’illustratrice Ilaria D’Angelo: Le falene di Ursula. La storia dimenticata di Madre Shipton, per Rebelle Edizioni. Lo abbiamo letto per voi con un entusiasmo particolare, sapevamo cosa aspettarci: una miscela straodinaria di magia, amore per la natura e delicato stile narrativo.
Le illustrazioni sono splendide ed evocative: ogni pagina si apre al lettore come una scatola magica. La vicenda raccontata da Alessia è evocativa, incantata e appassionante. Un volume pregiato che unisce incantesimi a profonde riflessioni sulla natura e sui rapporti umani. Abbiamo chiesto ad Alessia di parlarci del suo romanzo e dei suoi progetti ed è nata un’altra meravigliosa magia.

Alessia, raccontaci la genesi del tuo romanzo e soprattutto cosa ti ha ispirato.
Avete presente quelle scene cinematografiche in cui il personaggio principale si sveglia di colpo nel cuore della notte, come folgorato da un’intuizione? Ecco, qualcosa di simile è successo a me. In quel periodo stavo lavorando alla sinossi di un romanzo ambientato nella campagna dello Yorkshire in epoca Regency, sempre con atmosfere stregonesche. Durante le mie ricerche su figure storiche legate alla stregoneria inglese, mi sono imbattuta in un nome che mi ha subito incuriosita: Ursula Sontheil. È stato un incontro fulminante. Forse perché il nome “Ursula” richiama alla mente la classica strega marina (complice Disney), mentre questa era una donna dei boschi, più selvatica e ancestrale.
Il suo nome, che significa “piccola orsa”, mi ha subito evocato immagini potenti. La sua leggenda mi ha affascinata a tal punto che ho deciso, senza esitazione, che sarebbe diventata l’antenata delle protagoniste del mio racconto. E, tornando a quella notte quella notte, mi sono svegliata di soprassalto con un pensiero cristallino: dovevo raccontare la sua storia. Così ho accantonato la sinossi quasi completata e, d’istinto, ne ho buttata giù una nuova, completamente diversa. Le parole sembravano fluire senza sforzo, come se aspettassero solo di essere scritte. Ancora oggi, ripensandoci, mi sembra di aver vissuto un momento di pura magia.
Una volta definiti tutti gli aspetti del progetto – dalla struttura narrativa al tono, dalla scaletta alle fonti storiche – ho iniziato un lavoro quotidiano fianco a fianco con la mia editor, che mi ha supportata passo dopo passo nella costruzione della storia. A metà stesura ho deciso di partire per vedere con i miei occhi i luoghi legati a Ursula: la caverna, il bosco, la statua. In quei posti intrisi di mistero ho lasciato una parte di me: i miei sogni, le mie paure, le mie intenzioni. E, quasi come se il tempo avesse voluto chiudere un cerchio perfetto, esattamente un anno dopo aver scritto la prima parola, ho tenuto tra le mani la copia stampata del libro.
Il bosco nel tuo romanzo è una sorta di personaggio, che sembra vivere di vita propria. Quanto è importante per te la natura?
È fondamentale. Perché è solo tra gli alberi che sento di poter respirare per davvero. C’è qualcosa nel silenzio vivo del bosco che mi riconnette a me stessa. Per questo, appena posso, mi rifugio nelle foreste “dietro” casa, che per me sono come antichi templi verdi, con tronchi imponenti al posto delle colonne.
In mezzo a quella natura solenne mi sento piccola, certo, ma non fragile, come se fossi accolta e protetta. È una sensazione primordiale, quasi animale, quella di essere tornata in un nido familiare. Fin da quando ero piccola, ho avuto un legame istintivo con il mondo vegetale. Mia zia spesso racconta, divertita e un po’ commossa, di quella volta in cui, ancora bambina, ho toccato per la prima volta la corteccia di un albero e ne sono rimasta incantata o di quando gridavo “Foresta! Foresta!” non appena avvistavo una piccola macchia di verde.

Raccontaci la tua routine di scrittura.
Ammetto che è molto “istintiva” se ha senso definirla così. Cerco sempre di scrivere senza forzarmi a farlo, perché non vorrei mai sentirmi frustrata mentre le parole diventano frasi e storie. A volte capita lo stesso e chiudo il computer con l’assoluta certezza di aver scritto un pezzo orribile mentre poi, il giorno dopo, non ne sono così orripilata. In generale provo a scrivere un pochino ogni giorno, soprattutto se ormai tutte le parti della storia sono bene definite e la fase di progettazione è terminata. Il tutto su un computer capriccioso, e sommersa da più di un quaderno di appunti e fogli, perché mi capita spesso di non essere a casa ed avere un’idea da aggiungere alla storia.
Gestisci una pagina Letture in salotto molto amata e seguita, com’è iniziato questo percorso creativo e lavorativo?
Ti ringrazio davvero con tutto il cuore per i complimenti, sei gentilissima! “Letture in Salotto” nasce quasi per gioco, ma con un cuore autentico: il mio e quello di una delle mie amiche più care, Sofia Mazzanti. Da tempo ci scambiavamo consigli di lettura e riflessioni sui libri nelle nostre chiacchierate quotidiane e, un giorno, abbiamo deciso di creare uno spazio dove poterle condividere anche con altri. Inizialmente ci siamo divise in modo naturale la gestione del profilo, ma quando Sofia ha intrapreso la sua bellissima avventura da autrice, nel 2022, ho iniziato a curare da sola la pagina, dandole una direzione sempre più personale e in linea con ciò che amo.
Con il tempo, “Letture in Salotto” è cresciuto insieme a me, trovando una voce che mi rappresenta sempre di più. Fin da piccola sono stata affascinata da tutto ciò che ruota intorno al mondo del mistero e del soprannaturale: storie di fantasmi, streghe, vampiri e case infestate erano il mio pane quotidiano, e crescendo ho approfondito queste passioni attraverso i grandi classici del gotico e del fantastico, soprattutto della tradizione inglese. Queste letture sono diventate una parte essenziale del mio immaginario e del mio percorso da lettrice.
L’altro lato dell’anima della pagina, quello più bucolico e romantico, si è sviluppato invece più recentemente. Negli ultimi anni, ho avuto la fortuna di viaggiare spesso nella campagna inglese, dove mi sono innamorata dei giardini rigogliosi, delle colline verdissime punteggiate di pecore, delle brughiere con fiori d’erica danzanti nel vento. In quei paesaggi ho sentito, in modo inatteso, una connessione profonda. Forse è per questo che oggi cerco quegli stessi luoghi tra le pagine dei libri che leggo e racconto.
Progetti futuri? Cosa puoi rivelare alle nostre lettrici?
Assolutamente sì, anche se vorrei davvero dirvi di più. Due storie bollono nel calderone. “S” è terminata, e sarà qualcosa di molto gotico, oscuro e immerso nella neve. Tanta neve. Mentre la seconda storia ha un cuore cottagecore, cozy e molto witchy.
Link per l’acquisto: Le falene di Ursula di Alessia Amati.
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