È inutile negare che i cambiamenti climatici stiano purtroppo modificando il pianeta Terra. L’uomo è arrivato a un passo dall’autoestinzione e i motivi sono molteplici. Si parla spesso di riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacciai, ma un altro importante fattore di rischio è la subsidenza.

Si dice che lo scioglimento dei ghiacciai porterà alla scomparsa di numerosi paesi. Alcuni esempi sono la Florida, i Paesi Bassi e la più vicina Venezia. Ma l’innalzamento del livello del mare non è il solo fattore di rischio per le terre emerse. Se da un lato, infatti, i ghiacciai si sciolgono e aumenta il livello del mare, dall’altra è proprio l’uomo che, attraverso la sua opera, abbassa il terreno. Si parla in questo caso di subsidenza, un fenomeno geologico che fa sprofondare il terreno.

Geologia spicciola

Il terreno sul quale tutti quanti camminiamo è composto da una miriade di elementi. Senza entrare nel dettaglio tecnico (e con una buona licenza poetica), possiamo assumere la crosta terrestre come un grande panino. Prima c’è uno strato di un particolare terreno, poi uno strato di un altro, e così via. Alcuni sono molto compatti, altri lo sono meno.

Nel caso del terreno poco compatto, un accumulo eccessivo di peso oppure opere invasive umane (come estrazione di materiali o trivellazioni) possano causarne un pericoloso abbassamento. In questi casi, il fluido in esso contenuto (che sia acqua o aria) tende a uscire. Ne consegue che la parte solida si compatta e il livello del terreno si abbassa.

Si tratta di un fenomeno estremamente diffuso e comune; infatti, come definisce Treccani:

sono fenomeni di subsidenza quelli che minacciano Venezia, il Duomo di Milano, la Torre di Pisa, ecc.

Subsidenza e cambiamenti climatici

Secondo lo studio di Gerardo Herrera, ricercatore dell’Instituto Geológico y Minero de España, alcuni fattori come i cambiamenti climatici e l’incremento della popolazione mondiale stanno mettendo a dura prova le riserve idriche di numerosi paesi. Questi sono quindi costretti ad esplorare il sottosuolo.

I movimenti verticali di subsidenza naturali (quelli che avvengono per il movimento delle placche tettoniche) sono lentissimi e danno effetti nel lunghissimo periodo. Ma lo sfruttamento eccessivo dell’uomo, che non rispetta la ricarica naturale delle falde sotterranee, impenna questo fenomeno. In questo caso, gli effetti si vedono nell’arco di poche decine di anni.

Dallo studio di Herrera, pubblicato sulla rivista Science, si scopre che l’abuso delle falde ha innescato fenomeni di subsidenza in oltre 200 località del pianeta. Lo studioso e i suoi colleghi hanno prospettato uno scenario davvero brutto per il futuro. Secondo loro, infatti, in appena un decennio ci sarà quasi un miliardo e mezzo di persone minacciate dalla subsidenza. Di queste, secondo le previsioni, almeno 635 milioni abiteranno in zone ad alto rischio di alluvione.

Non solo Venezia

Quando si pensa alle terre che verranno sommerse in Italia si pensa a Venezia e fine dei giochi. No, purtroppo ci sono molte zone del Bel paese che, secondo le previsioni, potrebbero vedere notevolmente ridotti i loro confini. Tra le varie regioni a rischio figurano anche Toscana e Lazio, per esempio, ma non sono le uniche. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ci parla infatti anche dell’Emilia-Romagna.

Se sommiamo questo effetto allo scioglimento dei ghiacciai che porta all’innalzamento del mare, gli scenari per il futuro non sono rosei.

Waterworld

Nel 1995 usciva nelle sale cinematografiche Waterworld. Wikipedia inizia la descrizione della trama così:

Nel 2468 il destino del pianeta Terra pare segnato: lo scioglimento dei ghiacciai provocato dall’aumento della temperatura ha determinato un drammatico innalzamento dei mari. In conseguenza di ciò, il pianeta è stato completamente sommerso dalle acque, e i pochi umani superstiti sono costretti su città galleggianti.

Nel ’95 Kevin Costner impersonava un uomo mutante in un film di fantascienza ma, sinceramente, possiamo azzardarci a dire che questo scenario sia poi così lontano?

Purtroppo, se l’uomo non inizierà a prendersi più cura del pianeta che con tanta pazienza lo ospita, il mondo distopico presentato in Waterworld potrebbe non essere più fantascienza.