Ballerina egiziana famosa per le sue danze sensuali e per la sua folgorante bellezza, Kuchuk Hanem fu il simbolo e la figura chiave dell’Orientalismo nella seconda metà dell’Ottocento. Una creatura misteriosa, quasi sovrannaturale, che incantò – tra gli altri – il grande scrittore francese Gustave Flaubert.
Chi è Kuchuk Hanem?
Non è facile rispondere a questa domanda. La sua vita è avvolta nel mistero, a partire dal nome.
“Kuchuk Hanem”, infatti, non è un nome proprio ed ha un significato tutto particolare. In turco significa “piccola principessa” o “signora della danza”. Ma non è del tutto certo se fosse stata lei stessa a decidere di presentarsi ai visitatori stranieri con questo nome. Oppure se si trattasse di un appellativo utilizzato per descriverla.
C’è anche molta incertezza riguardo al suo luogo d’origine. A questo proposito Flaubert ci dice che era originaria di Damasco, in Siria, ma non ci sono altre fonti che lo confermino.
Non è nemmeno precisata la sua data di nascita e di morte. A grandi linee, si ipotizza che sia vissuta tra il 1850 e il 1870.
L’unica cosa che si sa con certezza è l’indelebile impronta che ella ha lasciato nelle menti di Gustave Flaubert e dell’avventuriero americano George William Curtis. Quest’ultimo, nel suo racconto di viaggio, riferisce che Kuchuk Hanem fosse una delle intrattenitrici più ricercate in Egitto durante il periodo coloniale.
L’incontro con Flaubert
Una figura esotica, affascinante e misteriosa come quella di Kuchuk Hanem non poteva non irretire uno degli scrittori più importanti della letteratura mondiale.
Prima di salire agli onori delle cronache nel 1857 con la pubblicazione del romanzo “Madame Bovary”, Gustave Flaubert fece un viaggio in Oriente insieme all’amico Maxime Du Camp nell’ottobre del 1849.
L’incontro con Kuchuk Hanem risale al 6 marzo 1850 nella città di Esna, in Egitto. Esso fu a dir poco folgorante. L’anima sensibile di Flaubert fu letteralmente rapita dal vortice della danza di Kuchuk Hanem. Egli non solo ne avvertì l’incredibile forza erotica ma anche un qualcosa di onirico, di antico, di non appartenente a questo mondo.
Kuchuk Hanem nella letteratura
I movimenti della danzatrice rimasero, dunque, scolpiti nell’animo e nella memoria di Flaubert e divennero fonte di ispirazione per alcune delle sue opere, tra cui risaltano la novella “Erodiade” (Hérodias) e il romanzo “La tentazione di Sant’Antonio” (La Tentation de Saint Antoine).
In particolare, per quanto riguarda “Erodiade”, Kuchuk Hanem ispirò l’episodio della famosa “danza di Salomé”:
I suoi piedi passavano l’uno davanti all’altro al ritmo del flauto e di un paio di crotali. Le sue braccia affusolate chiamavano qualcuno che sempre fuggiva. Lei lo seguiva, più leggera di una farfalla, come una Psiche curiosa, come un’anima vagabonda e sembrava pronta a prendere il volo. […] Ella danzò come le sacerdotesse delle Indie, come le Nubiane delle cateratte, come le baccanti della Lidia. Si dimenava da tutti i lati come un fiore agitato dalla tempesta. I diamanti sulle sue orecchie saltavano, la stoffa sulla sua schiena era cangiante; dalle sue braccia, dai suoi piedi, dai suoi vestiti sgorgavano invisibili scintille che infiammavano gli uomini.
Appare chiaro come, in queste righe, Flaubert stia rivedendo e rivivendo con la sola forza della memoria la danza sensuale di Kuchuk Hanem la quale lo aveva incantato come un serpente.
In seguito, nel 1851, Kuchuck Hanem fu oggetto di una poesia intitolata “Kuchuk-Hanem, Souveneer” scritta dal poeta e drammaturgo francese Louis Bouilhet ed ispiratagli proprio dai resoconti e dalla lettere di Flaubert, suo grande amico.
Tuttavia, l’alone di erotismo e sensualità creatosi attorno alla figura di Kuchuk Hanem nella letteratura di questo periodo, contribuì ad instillare nell’immaginario occidentale delle false rappresentazioni delle donne orientali, le quali iniziarono ad essere viste come donne di facili costumi e che miravano unicamente, attraverso la danza, alla seduzione degli spettatori.
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