Fin da tempo immemore le Amazzoni fanno parte dell’immaginario collettivo: dai poemi epici, ai miti, dai dipinti e persino alla geografia (se pensiamo al celebre Rio delle Amazzoni), queste donne-guerriere hanno affascinato l’umanità intera. Ma si tratta solo di un mito, di una pura invenzione letteraria oppure c’è stato davvero, nella Storia, un momento in cui le donne hanno governato la Terra?
Le origini

Figure che si muovono tra il mito e la Storia, la prima testimonianza assoluta dell’ingresso delle Amazzoni nel nostro mondo è rappresentata dall’Iliade. Omero, all’interno del poema, ci parla di loro come alleate del re Priamo durante la sanguinosa guerra di Troia, storicamente avvenuta e presumibilmente databile intorno alla seconda metà del 1200 a.C.

A questo proposito, il lettore attento non potrà sicuramente dimenticare lo struggente episodio dell’uccisione di Pentesilea, l’ultima grande regina delle Amazzoni, da parte di Achille da lui in seguito posseduta in una sorta di raptus necrofilo.

L’episodio della morte di Pentesilea è l’emblema di qualcosa di più profondo se pensiamo a ciò che le Amazzoni rappresentavano: esse erano arciere abilissime, guerriere spietate e coraggiose. Con la morte della loro ultima regina, muore inevitabilmente l’autosufficienza femminile che tanto le aveva contraddistinte.

Ma Omero non è stato solo l’unico a cantare l’esistenza delle Amazzoni. Molti storici dell’antichità come Pompeo Trogo, Strabone e Virgilio attestano la presenza di queste comunità femminili, amazzoniche, invero la prima società matriarcale che si conosca.

Secondo questa tradizione, le Amazzoni provenivano dall’Asia Minore e il loro ceppo etnico era scita. Gli Sciti erano il clan principale di un gruppo di nomadi stanziati dal VII secolo a.C. nella Russia meridionale e nel Kuban’.

Oltre ad eccellere nel campo bellico, le Amazzoni erano anche grandi esploratrici di orizzonti lontani e a loro vengono attribuite le fondazioni di città come Efeso e Smirne. Quest’ultima si ipotizza sia stata fondata da Smyrna, una regina amazzonica.

La cultura delle Amazzoni
“Farò di te una guerriera”

Come è facilmente intuibile, all’interno delle comunità amazzoniche erano le figlie femmine quelle che sarebbero diventate guerriere e avrebbero impugnato le armi. Erano in loro che le Amazzoni vedevano la propria continuità.

Per giungere a questo scopo, le bambine – fin da piccolissime – venivano sottoposte a un severo e duro apprendistato: dovevano essere in grado di dominare emozioni quali lo spavento, la paura e l’angoscia.

Inoltre, dalla primissima infanzia venivano nutrite con il latte di giumenta, una scelta alimentare densa di significato. Il cavallo sarebbe stato, infatti, il loro compagno di vita che le avrebbe accompagnate nella loro attività di cacciatrici e di guerriere. Era necessario che, attraverso il latte, diventassero una cosa sola con l’animale.

Una curiosità molto interessante su questo ultimo punto riguarda il nome di una regina amazzonica, tale Ippolita, il quale contiene al suo interno il termine ippos, che significa appunto “cavallo”.

Il rapporto tra l’Amazzone e il proprio cavallo era talmente indicativo della propria fierezza e della propria forza che un’Amazzone appiedata veniva vista come una vergogna. L’essere separata dal proprio cavallo era una devastante sconfitta.

Il significato della cintura amazzonica

La cintura amazzonica era una parte essenziale del loro vestiario in quanto simbolo di forza e valore, dunque indispensabile da recare con sé in battaglia.

La cintura amazzonica, inoltre, si pensava avesse un significato magico. In particolare, quella della regina racchiudeva in sé tutta la potenza del femminile invincibile. Nessuna regina, per l’appunto, è disposta a separarsi dalla propria cintura e la difende anche a costo della vita. Cederla o farsela rubare si traduce nella perdita della propria identità amazzonica, di donna libera, di donna-guerriera.

Guerriere… ma anche sciamane

Parallelamente al loro essere guerriere, le Amazzoni possedevano qualità e saperi sciamanici. La regina era sacerdotessa, sciamana e custode dei segreti della comunità, quali l’arte di allevare e domare i cavalli, l’arte del taglio delle pietre preziose, i culti della natura e i riti dedicati ad Artemide, la loro dea.

Il culto della terra quale fonte primordiale di ogni fecondità e quello della Grande Madre rappresentano il nucleo centrale della religione amazzonica. La Grande Madre è dispensatrice di vita e va rispettata.

Essa è strettamente collegata alla Luna. Quest’ultima, nella tradizione amazzonica, è simbolo di Artemide ed esprime l’enigma del femminile. Un enigma che ha a che fare con il potere di generare la vita: le Amazzoni avevano capito che la trasformazione e il mutamento sono le caratteristiche essenziali della natura attorno a noi.

Affinché la Grande Madre, la Natura, continui a prosperare e a farci vivere, è necessario trasformare e cambiare noi stessi.

Bibliografia

Vanna De Angelis, Quando le donne governavano la Terra. Mito e storia delle Amazzoni (Piemme, Milano, 2017)