È morto Mikhail Gorbaciov, premio Nobel per la pace e ultimo leader dell’Unione Sovietica. Scompare un protagonista della Storia. Il suo riformismo e il suo coraggio hanno cambiato per sempre le sorti dell’Europa e dell’Occidente. Chi era e che cosa ha fatto questo grande statista e perché non verrà celebrato un funerale di stato in Russia.

“Lo sviluppo di un popolo non deriva in primo luogo dal denaro, dagli aiuti materiali, dalle migliorie tecnologiche. Ma deriva innanzitutto dai valori. È l’uomo che deve stare al centro dello sviluppo, non il denaro o la tecnologia”.

Mikhail Gorbaciov
Mikhail Gorbaciov

La Russia perde il suo più importante presidente di pace e il mondo intero uno dei più grandi statisti del Novecento. Un uomo che coltivò il sogno di realizzare un Socialismo dal volto umano. Fece cadere il muro di Berlino, riformò profondamente l’URSS con un percorso di trasparenza mai conosciuto prima nella storia russa e ritirò le truppe sovietiche dall’Afghanistan nell’89. Ma Gorbaciov fu molto, molto più di questo.

Chi era e che cosa ha fatto?

Gorbaciov è stato l’ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991. Ideatore e sostenitore dei processi di riforma legati alla Perestrojka (ricostruzione) e alla Glasnost (trasparenza), e protagonista della serie epocale di eventi che portarono alla dissoluzione dell’URSS e alla riunificazione della Germania.

Nato nel 1931 nella Russia meridionale, Gorbaciov fece una rapida carriera arrivando, nel 1985, ai vertici dello Stato, in un periodo difficile per l’Unione Sovietica.

Il prezzo del petrolio era in forte calo e le spese militari esose e inutili, per via della folle corsa agli armamenti, che Mosca disputava con gli Usa e a causa della guerra in Afghanistan. Gorbaciov puntò tutte le sue energie per la distensione in politica internazionale e per il rafforzamento interno. Con la ricostruzione del sistema politico e sociale russo, e la trasparenza.

Nel 1987 firmò con il presidente americano Ronald Reagan il Trattato INF che mise fine alla crisi degli euro-missili e iniziò un ritiro graduale delle truppe sovietiche dall’Afghanistan, che si sarebbe concluso nel 1989, mettendo così fine a dieci anni di guerra. Decise al contempo di tagliare il numero di missili atomici e di ridurre il numero di soldati russi di stanza in Europa, in maniera unilaterale, senza aspettare che lo facessero prima gli americani. Grazie a lui e al suo coraggio, il mondo non è precipitato in una guerra nucleare; grazie a lui e alla caduta del muro di Berlino, venne scritta la parola fine alla Guerra Fredda e alla corsa agli armamenti.

La perestrojka e la glasnost 

Riforme e trasparenza abbatterono un rigido sistema burocratico, ma anche le resistenze della nomenklatura russa. La tensione era alle stelle. I cambiamenti introdotti da Gorbaciov furono epocali: per la prima volta nella storia dell’URSS c’era libertà di stampa e di informazione. Nel 1989 vennero autorizzati gli scioperi. Ma aumentarono i conflitti etnici e le tensioni nazionalistiche in Georgia, nella repubbliche baltiche e in Ucraina; le riforme di Gorbaciov permisero d’altro canto autonomia ai dirigenti in diversi settori, ma non riuscirono a far ripartire l’economia.

Nel 1990 Gorbaciov ritirò il premio Nobel per la Pace. Fortemente criticato sia dai riformisti che dai conservatori, nell’agosto del 1991, venne organizzato un colpo di stato per destituirlo. Il golpe fallì e i congiurati ottennero l’effetto opposto: l’inevitabile fine dell’Unione Sovietica.

La reazione del Cremlino

La scomparsa del primo e ultimo presidente dell’Unione Sovietica è arrivata in un momento difficile per la Russia, per via del deteriorarsi dei suoi rapporti con l’Occidente a casa del conflitto in Ucraina. Sembra quasi che con la dipartita di Gorbaciov si chiuda definitivamente un’epoca.

Alla speranza di un cambiamento radicale si assiste oggi all’isolamento della Russia. E così anche la morte del fautore delle riforme della Perestrojka è una questione da gestire con cautela per il Cremlino, che non si pronuncia su eventuali funerali di stato, che probabilmente non si terranno.

La commemorazione si svolgerà sabato 3 settembre, nella Sala delle Colonne della Casa dei Sindacati, tra la Piazza Rossa e il Teatro Bolshoj. È Irina Gorbaciova, figlia dell’ex presidente, a confermarlo alla stampa internazionale. Gorbaciov sarà seppellito al cimitero Novodevichi, accanto alla sua amatissima moglie Raissa.

Se n’è andato un grande uomo.

La libertà di scelta è un principio universale e non deve conoscere eccezioni.

Discorso pronunciato a New York il 7 dicembre 1988 all’Assemblea generale dell’Onu