
Il 2 Giugno si festeggia la Festa della Repubblica Italiana. Si ricorda ogni anno in questa data, la stessa del referendum istituzionale del 1946, che sanciva la fine della monarchia e l’inizio di uno stato repubblicano. E le donne che finalmente si recarono alle urne.
Il 2 giugno 1946, gli italiani, reduci dalla spaventosa e sanguinosa guerra, scelsero di cambiare le sorti del loro Paese in nome della libertà e della pace che erano venute a mancare durante i duri anni del secondo conflitto mondiale.
«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». La Costituzione della Repubblica Italiana fissa in modo solenne nel suo primo articolo il risultato del referendum del 2 giugno 1946: l’Italia è una repubblica.
Una festa sentita.
Nel 1946 l’Italia riscriveva la sua storia. Oggi, dopo la pandemia e la crisi economica, nonostante le guerre in Ucraina e nella Striscia di Gaza che ci riguardano da vicino, siamo tutti chiamati a ricordare quanto ci sia costata la libertà. E quanto ci sia ancora da fare non solo in Italia ma nel mondo per la pace e la libertà. Al di là di ogni polemica, oggi è la festa di chi vuol rendere omaggio a chi si è battuto fino alla morte per la nascita della Repubblica Italiana. E per le donne, che finalmente potevano esprimere il loro consenso (o dissenso) attraverso il voto.

Il voto alle donne.
In Italia le donne vennero chiamate al voto proprio nel 1946. In realtà, non votarono il 2 giugno stesso ma il suffragio femminile iniziò qualche mese prima, precisamente per le elezioni amministrative del 10 Marzo 1946. Quelle furono le prime elezioni dopo gli anni terribili del fascismo, un’epoca dunque che davvero rivoluzionò ogni cosa.
Il diritto del voto alle donne è una grande conquista seppur recente: sono passati 70 anni dal decreto del 10 marzo 1946 che permise alle donne con almeno 25 anni di età di poter eleggere e essere elette alle prime elezioni amministrative postbelliche. Una conquista importante che quest’anno vede numerose celebrazioni in tutto il paese per il 70esimo anniversario del suffragio universale e il 70esimo anniversario della Repubblica.
dal sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Una volta terminata la Seconda guerra mondiale, dopo la Resistenza e la Liberazione, in occasione del Consiglio dei Ministri del 30 gennaio 1945 venne esaminata per la prima volta l’estensione del voto alle donne dai 21 anni, sancita con il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 del 31 gennaio 1945. Ma è il decreto n.74 del 10 marzo 1946, in occasione delle prime elezioni amministrative postbelliche, che le donne con almeno 25 anni di età potevano eleggere ma soprattutto essere elette.
E fu così per le prime sei sindache donne elette in Italia: Margherita Sanna a Orune, in provincia di Nuoro; Ninetta Bartoli a Borutta, in provincia di Sassari; Ada Natali, che sarà poi parlamentare, a Massa Fermana, in provincia di Fermo; Ottavia Fontana a Veronella, in provincia di Verona; Elena Tosetti a Fanano, in provincia di Modena; Lydia Toraldo Serra a Tropea, in provincia di Vibo Valentia. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, per onorare il ricordo di queste sei sindache, intende premiare le sei cittadine che le elessero con una cerimonia ufficiale a Roma.
Monarchia o Repubblica?
Si avvicinava il 2 giugno, una data essenziale per eleggere l’Assemblea Costituente, che avrebbe poi redatto la Costituzione Italiana. Ma anche la data scelta per il referendum per scegliere il futuro assetto politico del paese: Monarchia o Repubblica?
«Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere, hanno un’autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d’amore.»
Anna Garofalo
Oggi dobbiamo sentirci tutti molto più italiane di ieri. Dobbiamo fare noi la differenza che porta alla rinascita. La Festa delle Repubblica è la festa della ripartenza.
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