hate speach
Sui social network le donne sono spesso le prime – feroci – critiche di altre donne. Un paradosso che mette in discussione la tanto invocata solidarietà femminile. Ma la sorellanza esiste davvero, o si nasconde dietro il rumore delle polemiche digitali?

La solidarietà femminile è da sempre un valore fondante nelle lotte per i diritti delle donne. Dai movimenti femministi degli anni ’60 fino ai recenti hashtag come #MeToo o #NiUnaMenos, l’idea di una “sorellanza” tra donne è stata celebrata e promossa. Tuttavia, nel contesto digitale moderno, questa unione appare spesso frammentata, se non addirittura contraddetta.

Social network: il terreno fertile del giudizio femminile.

Basta scorrere i commenti sotto un post di una donna famosa, o anche solo visibile, per trovare giudizi taglienti, critiche sul corpo, sul comportamento, sulle scelte personali. E spesso non provengono da uomini, ma da altre donne. Perché accade questo? Forse perché i social amplificano le insicurezze e offrono uno sfogo immediato a frustrazioni personali.

La violenza verbale tra donne è un fenomeno troppo diffuso per essere ignorato.

Competizione, stereotipi e patriarcato interiorizzato.

Molte dinamiche di competizione tra il gentil sesso affondano le radici in una cultura patriarcale che ha da sempre messo le donne una contro l’altra: per l’approvazione degli uomini, per un posto al tavolo del potere, per uno spazio di visibilità. Questa interiorizzazione del confronto continuo ha portato molte a considerare un’altra donna come un’avversaria e non come un’alleata.

Le conseguenze della mancanza di solidarietà femminile.

Quando le donne si attaccano pubblicamente, il messaggio che passa è pericoloso: che non si può contare nemmeno sul supporto delle proprie pari. Questo alimenta l’isolamento, il senso di colpa e il timore di esporsi. Al contrario, quando le donne si sostengono a vicenda, anche nei piccoli gesti quotidiani, si creano reti che rafforzano, proteggono e ispirano. La solidarietà femminile, inoltre, non fa notizia, ma salva vite, carriere e dignità.

Il caso di Giada.

Un esempio che tocca anche una totale mancanza di empatia sia tra uomini che fra donne e, soprattutto tra queste ultime è il caso di Giada, una giovane mamma di un bambino, Roberto, detto Frollino, che ha la Sindrome di Cockayne, una malattia genetica rara e degenerativa. Roberto, affetto da questa sindrome, è descritto da sua madre, come un “bambino magico” che, nonostante le sue difficoltà, è di una dolcezza unica.

Un odio che non lascia scampo.

Partita da Tik Tok, la sua storia e la sua quotidianità con Frollino sono raccontate sui vari social media. Capita a volte che i suoi video siano delle risposte a dei commenti, molti fatti da donne, che la giudicano e la accusano di essere sempre in ordine e curata o di non struggersi a sufficienza a causa del dolore. Leggendo fra i commenti è difficile immaginare cosa spinga certe donne a riversare astio e frustrazione su una ragazza messa così a dura prova dalla vita. Di solidarietà femminile, nemmeno l’ombra.

Ritrovare la voce collettiva

Non serve essere attiviste o influencer per coltivare la solidarietà tra donne. Bastano azioni semplici: difendere una collega sul lavoro, non giudicare il corpo o le scelte altrui, condividere opportunità, educare all’empatia. La rete è piena anche di esempi positivi, ma fanno meno rumore dell’odio. Riconoscerli, valorizzarli e moltiplicarli è il primo passo per riaffermare la solidarietà femminile.

Più voce alla solidarietà, meno spazio alla divisione

Ormai è chiaro: di fianco alla solidarietà femminile esiste anche l’hate speech contro le donne fatto da donne. E’ una situazione paradossale ma che rispecchia una società sempre più individualista che guarda nel mondo degli altri invece che nel proprio. È, però, il momento di riprenderci lo spazio della solidarietà femminile, soprattutto nei luoghi digitali dove le parole restano e fanno eco.

Invece di alimentare lo scontro tra donne, impariamo a costruire ponti. Perché quando una donna sostiene un’altra donna, entrambe diventano più forti.

Immagine di copertina di SHVETS production

Entra nella nostra community clicca qui: Newsletter

Sostienici, clicca qui: PINK