Pioniera dei diritti delle donne e dei diritti universali, Olympe de Gouges sfida il potere e lascia un’eredità che ispira ancora oggi la lotta per l’uguaglianza di genere.

Marie Gouze nasce a Montauban il 7 maggio 1748, da genitori piccoli borghesi, anche se circola voce che sia frutto di un amore proibito tra la madre Anne-Olympe e Jean-Jacques Le Franc, marchese di Pompignac. Il 24 ottobre 1765, a soli sedici anni, è costretta a sposarsi con Louis-Yves Aubry.

Da questa unione nasce il figlio Pierre. A vent’anni rimane vedova e rifiuta per sempre l’idea che il matrimonio sia il destino di una donna: abbandona il cognome del marito e decide di non sposarsi mai più.

Il matrimonio è la tomba della fiducia e dell’amore.

La scelta di un nuovo nome.

Nel 1770 si trasferisce a Parigi e rinasce come Olympe de Gouges. Qui entra nei salotti culturali e politici, si avvicina agli ambienti illuministi e inizia a scrivere romanzi, opere teatrali e pamphlet, denunciando le ingiustizie nei confronti del popolo e invocando riforme.

Si schiera per l’abolizione della pena di morte e della schiavitù. Nella capitale francese Olympe de Gouges si appoggia a più uomini per sostenersi economicamente e conservare uno stile di vita borghese, suscitando critiche sul suo comportamento considerato troppo libertino.

La rivoluzione che esclude le donne.

Nel 1789, con la nascita della Déclaration des droits de l’homme et du citoyen, Olympe de Gouges comprende che le donne erano state tradite. La sua risposta è la Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne, manifesto in cui rivendicava per le donne pari dignità e partecipazione alla vita politica. Afferma che nessuno dei due sessi deve sopraffare l’altro e chiede che alla donne siano riconsegnati quei diritti naturali tolti dai pregiudizi.

Uomo, sei capace di essere giusto? Chi ti pone questa domanda è una donna: questo diritto, almeno, non glielo toglierai. Dimmi. Chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso?

Olympe de Gouges sollecita inoltre l’istituzione del divorzio, che viene introdotto all’indomani della rivoluzione francese grazie alla sua determinazione.

La donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo. Le distinzione sociali non possono essere fondate che sull’interesse comune.

La voce che non vuole tacere.

Olympe de Gouges sfida pubblicamente Robespierre e si dichiara contraria alla politica di Terrore attuata da quest’ultimo, temendo una deriva dittatoriale. Nel giugno del 1793 affigge sui muri il manifesto Le trois urnes ou le salut de la Patrie par un voyager aérien, in cui propone un referendum popolare per scegliere una forma di governo tra quella repubblicana, federativa e monarchica.

Nell’agosto dello stesso anno viene accusata di tradimento, imprigionata e condannata: il vero crimine, per i suoi nemici, è quello di pensare troppo. Il processo è una finzione, perché a Olympe de Gouges non viene concesso il diritto di essere difesa da parte di un avvocato. Nella sua Dichiarazione lei stessa affermava:

Nessuno deve essere perseguitato per le proprie opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salite sul patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di salire sulla Tribuna.

Nonostante queste parole che proclamano con fermezza i diritti fondamentali per le donne, Olympe de Gouges affronta un processo fittizio, privata di ogni possibilità di difendere le proprie idee.

La condanna e l’eredità.

Il 3 novembre 1793 Olympe de Gouges sale sul carro della ghigliottina. Muore senza rinnegare le proprie idee. Olympe de Gouges resta oggi un simbolo della lotta per l’uguaglianza di genere e dei diritti universali. La sua eredità è un invito a credere che ogni gesto di coraggio può aprire nuove strade.

Donna, svegliati! Il rintocco della ragione risuona in tutto l’universo: riconosci i tuoi diritti. […] Indipendentemente dalle barriere che vi si presentano, è in vostro potere liberarvi; devi solo volerlo.

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