Nelle trame cupe e cerebrali di Glenn Cooper le donne non sono mai semplici comparse ma enigmi da decifrare.

Nei romanzi di Glenn Cooper le donne non sono mai soltanto figure di contorno. Che si tratti di archeologhe, scienziate, suore, medici o agenti segreti, spesso sono loro a custodire il segreto, a risolvere l’enigma o ad agire come ponte tra presente e passato. Il loro ruolo è cruciale per lo sviluppo narrativo, ma anche per l’equilibrio tra il visibile e l’invisibile, tra la scienza e il soprannaturale.

Modelli moderni e contraddittori.

Le donne nei thriller di Cooper non seguono stereotipi semplici. Sono figure complesse, forti ma vulnerabili, spesso segnate da un passato doloroso. Sono donne che cercano, che resistono, che credono o che dubitano. Cooper le costruisce con rispetto psicologico e le immerge in ambienti claustrofobici, intrisi di simboli e tensione.

Una suora come simbolo del cambiamento.

Un altro esempio è la figura di Suor Elisabetta Celestino, inizialmente un’archeologa coinvolta in un misterioso complotto legato alla profezia di Malachia. Dopo un attentato che la riduce in fin di vita e la morte del suo fidanzato, decide di prendere i voti e diventare suora, assumendo il nome di Suor Elisabetta Celestino. Questa trasformazione segna l’inizio del suo ruolo all’interno della Chiesa, dove emerge come una figura di spicco fino a diventare Segretaria di Stato Vaticano.

Le donne come punti di collegamento.

Una caratteristica ricorrente è l’uso della figura femminile come elemento di connessione. Tra fede e razionalità, tra passato storico e presente incalzante, tra vita e morte. Le donne nei romanzi di Cooper incarnano spesso la memoria del tempo, ma anche il coraggio dell’indagine. Sono mediatrici, custodi, a volte vittime, a volte manipolatrici. Il loro sapere è spesso intuitivo ma ancorato alla realtà.

Lo stile di Cooper e la tensione femminile.

Lo stile narrativo di Glenn Cooper è incalzante, cinematografico, ricco di salti temporali e colpi di scena. Le figure femminili si muovono in questo ritmo serrato con una presenza che non cerca di imporsi ma resta impressa.  Si crea un labirinto femminile intricato e complesso. L’autore non concede troppa introspezione, ma affida ai gesti, alle scelte e alle azioni delle sue protagoniste tutto il loro potere narrativo. La tensione psicologica, mai gridata, è affidata anche allo sguardo delle donne.

L’enigma femminile che resta aperto.

In ogni romanzo di Cooper la presenza femminile lascia sempre qualcosa in sospeso. Una traccia che resta anche dopo l’ultima pagina. Forse è questo il segreto del suo fascino narrativo: tratteggiare figure che, pur nel genere del thriller, mantengono un’aura di mistero umano profondo. Le donne nei suoi romanzi non risolvono solo enigmi. Lo sono. Perché ogni volta ci ritroviamo nel Labirinto femminile dei thriller di Glenn Cooper.

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