Latino, una lingua fondamentale: da pochi giorni ho terminato la lettura di un libro molto interessante e vero dal titolo Elogio al latino, scritto dal professore Nicola Gardini con la collaborazione della giornalista Claudia Arletti e che mi ha portato a delle considerazioni.

Da circa due anni, poi, il latino è entrato a far parte della mia famiglia e subito ho pensato che avrebbe portato un bel po’ di scompiglio, invece mi sono dovuta ricredere e non possiamo più farne a meno.

Pillole di storia: origine del latino.

Il latino ha un’origine modesta, è stata inizialmente la lingua di una comunità di agricoltori, quindi lingua molto povera seppur concreta, perché ha rappresentato la vita vera nei campi. Da qui, ha continuato il suo cammino arrivando ai romani, mutando, modificando le parole e creandone di nuove, adattandosi anche a diversi stili di vita dei popoli. Sappiamo bene che i romani hanno portato avanti questa lingua affascinante e preziosa e hanno fatto in modo che arrivasse a noi, oggi: parliamo e scriviamo in italiano grazie al latino, e allora mi nasce spontanea una domanda. Perché oggi viene così bistrattato e portato avanti solo in una piccola cerchia e non in modo totale e concreto in qualsiasi realtà?

Studiare il latino nelle scuole.

Il latino viene studiato nei licei, non viene preso in considerazione nelle scuole professionali e tecniche o, perché no, nelle scuole medie, proprio quando i bambini cominciano a diventare adulti e la capacità di comunicare è il fondamento della vita di ognuno di loro. Se riflettiamo attentamente, viene da chiederci perché i giovani che non frequentano i licei non debbano avere la possibilità di imparare una lingua che è la storia di un mondo. E che (e di questo ne sono più che certa) darà loro la possibilità di saper dialogare, ma anche di saper pensare e ragionare.

Perché il latino ci offre tutte queste opzioni in un unico pacchetto e nel mondo del lavoro è sì importante saper fare bene il proprio mestiere, ma è tanto importante anche saper stare in quel contesto con una visione ben più ampia di ciò che ci circonda ed è circoscritto in quella situazione. Andare oltre, non solo con le proprie capacità tecniche, ma anche con il pensiero. Quindi, sì al latino nei licei, ma anche in altri istituti superiori e non solo…

Il latino sin da piccoli.

Il periodo di veloce cambiamento che porta dall’essere bambini all’essere adolescenti, è di vitale importanza e la cultura è parte fondamentale della crescita. Credo (e forse non sono solo io a crederlo) che inserire come materia fissa il latino sin dalla prima media sia assolutamente necessario. E poi può essere anche un aiuto concreto nei giovani studenti con disturbi dell’apprendimento (es. dislessia, disgrafia, discalculia).

Questo perché va a muovere quel meccanismo che fa scattare il ragionamento e dona uno strumento in più per affrontare anche le difficoltà nello studio, con metodologia schematica e precisa. Il latino non è una lingua del passato, obsoleta, ma uno stile di vita e sarebbe opportuno farne tesoro per continuare ad amare questo prezioso strumento di comunicazione, insostituibile nel tempo.

Foto di copertina di Markus Winkler

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