
Il 24 febbraio è una data particolare: è il giorno pagano europeo della memoria. Quale memoria? Quella dei roghi delle streghe e degli eretici bruciati vivi durante l’Inquisizione.
L’idea di riconoscere un giorno pagano in cui si ricordassero gli innocenti uccisi durante le varie inquisizioni è nata nel 2006. Quando si decise di scegliere una data per ricordare le vittime della cosiddetta Caccia alle Streghe.

Perché il 24 febbraio?
Il 24 febbraio del 391 d.C., l’imperatore Teodosio emanò un editto di condanna delle pratiche pagane in seguito al quale il fuoco di Vesta, la dea romana del focolare domestico, che secondo la tradizione di Roma doveva bruciare senza sosta venne spento per sempre (leggi qui il nostro articolo: Vesta e Roma). Il fuoco in tutte le religioni pagane è sempre stato importante e vitale, simbolo di rigenerazione e di protezione. Cominciarono da allora le persecuzioni contro i pagani. Proprio per questo motivo venne scelto il 24 febbraio come giorno indicato per tenere viva la memoria.
La caccia alle streghe.
Il periodo in cui eretici, donne definite streghe perché erboriste, guaritrici o semplicemente in quanto donne, ebbe il suo picco massino nei tre secoli a cavallo tra fine Medioevo e inizio dell’Età Moderna, vale a dire dal 1450 al 1750 e comprende l’era della Riforma protestante, della Controriforma Cattolica e della Guerra dei trent’anni.
La caccia alle streghe in Europa causò circa 50 mila vittime; le più recenti esecuzioni per stregoneria in Europa risalgono al XVIII secolo. Molta della letteratura e della superstizione popolare legata alle streghe derivava da un testo, il Malleus Maleficarum, erroneamente attribuito a lungo alla diretta volontà papale.
Per saperne di più clicca qui: Giorno Pagano della Memoria
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